Cacciabombardieri russi per l’Iraq

Frustrato dal lento processo di acquisizione di armamenti americani per la propria forza aerea, il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha deciso di rivolgersi altrove per contrastare la rapida avanzata del gruppo armato islamico jihadista “Isis” (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Secondo la BBC infatti, l’Iraq avrebbe comprato armamenti (prevalentemente di seconda mano) dalla Russia e dalla Bielorussia che stanno giungendo nei rispettivi reparti di competenza mentre scriviamo. Tale accordo per velivoli da combattimento di seconda mano è stato firmato la scorsa settimana e, nelle parole di al-Maliki – “ha l’obiettivo di aumentare la potenza di fuoco della forza aerea e del resto delle forze armate al fine di combattere il terrorismo”. E proprio ieri, sabato 28 giugno, i media nazionali hanno dato risalto alla consegna di 5 Sukhoi Su-25 da supporto tattico (velivoli già impiegati a suo tempo dalle forze aeree di saddam Hussein) consegnati dalla Russia; secondo l’agenzia di stampa Lenta.ru, inoltre, sarebbero giunti persino sei caccia Sukhoi Su-30K che si trovavano in riparazione in Bielorussia. Quest’ultima notizia sarebbe stata confermata anche da Igor Korotchenko, redattore capo della rivista “Natsionalnaya Oborona” (Difesa Nazionale), il quale avrebbe spiegato che si tratterebbe di parte di un lotto di aerei forniti inizialmente all’India verso la fine del 1990, prima che Nuova Delhi ricevesse il più avanzato Su-30MKI multiruolo; i Su-30K furono successivamente restituiti alla Russia nel 2007 e destinati presso la base bielorussa di Baranavičy per la prevista revisione e manutenzione.

I rimanenti 12 Su-30K, sempre secondo Korotchenko (e come Analisi Difesa aveva correttamente anticipato lo scorso anno), è probabile che vengano destinati all’Angola. Secondo quanto annunciato dal generale Qassem Atta, consigliere militare del premier sciita Nouri al-Maliki, la fornitura della dozzina di Sukhoi Su-25 avrebbe un valore di circa mezzo miliardo di dollari inclusi i consiglieri militari russi giunti a Baghdad tra i quali vi sarebbero tecnici e piloti.
L’Iraq ha ordinato negli Stati Uniti 36 Lockheed Martin F-16 Block 52 ma al-Maliki ha criticato come “troppo lungo” il processo di acquisizione e consegna i primi 2 F-16 verranno consegnati solo in autunno. “Sarò franco a dire che eravamo illusi quando abbiamo firmato il contratto – ha affermato alla BBC – se avessimo avuto copertura aerea avremmo potuto impedire quanto finora è successo al nostro paese”. Al Maliki ha poi aggiunto che col senno di poi l’Iraq non avrebbe avuto problemi ad acquistare aerei da combattimento dagli inglesi, dai francesi e dai russi.

Attualmente infatti, gli unici aerei armati ad ala fissa nella forza aerea irachena sono pochi esemplari di Cessna AC-208 Caravan e, per quanto l’Iraq abbia una discreta flotta di elicotteri Mil Mi-8/17 assalto comprese le macchine di nuova produzione, è quasi certo che alcuni di questi esemplari possano essere stati catturati dai gruppi jihadisti di Isis che durante la loro avanzata nel nord e nell’ovest del paese hanno incontrato una scarsissima resistenza da parte delle truppe regolari che hanno del resto abbandonato al nemico molti equipaggiamenti terrestri (inclusi tank  e cingolati) e alcuni elicotteri.

Attualmente non è ancora chiaro se gli Stati Uniti abbiano frenato nelle consegne per la paura di un crollo completo del regime di Baghdad, tuttavia l’intervento degli americani finora si è limitato all’invio di un contingente di 300 uomini delle forze speciali con compiti di consiglieri  militari e di supporto d’intelligence.

A proposito di armi russe, invece, ricordiamo che l’Iraq siglò nell’ottobre del 2012 un acquisto del valore di 4,3 miliardi di dollari per un insieme di armi il cui dettaglio (per quantità e tipologia) non è mai stato svelato; al momento, secondo gli analisti militari, è quasi certa la presenza di elicotteri d’attacco Mil Mi-35M e Mil Mi-28NE; secondo altri invece, è molto probabile che il contratto includa anche alcuni esemplari di elicotteri Kamov Ka-52 e di caccia MiG-29.

Immagini: Indian air Force, AFP, Wings Palette

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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