La promozione delle tecnologie dual-use in Cina

da Pechino, Andrea Ghiselli

Pur essendo il Paese dove la polvere da sparo è stata inventata, la Cina ha sempre sofferto il confronto con le altre potenze in termini di tecnologia militare. Tuttavia, con l’inizio del nuovo millennio si è aperto un periodo noto come “ventennio di opportunità strategiche” nel quale la leadership di Pechino cercherà di trasformare la Cina in una potenza globale nel campo delle tecnologie militari.
Sono essenzialmente due le strategie portate avanti simultaneamente. La prima è l’acquisto di hardware militare straniero, principalmente russo, per assimilare le tecnologie contenute in esso. La seconda strategia messa in campo consiste nello sviluppo di tecnologie autoctone dando grande enfasi al dual-use. Un esempio recente di come il governo cinese stia cercando di promuovere questo approccio si è visto il 1 giugno a Pechino durante il “Forum per delle imprese private ad alta tecnologia nel contesto dell’integrazione dell’economia civili e militare”.

A questa manifestazione hanno partecipato rappresentanti del Dipartimento Generale per gli Armamenti dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL), dell’Ufficio per l’Industria e la Tecnologia del Ministero della Difesa cinese e i rappresentanti di più di 100 aziende. Oltre ad essere presentati alcuni dei mezzi e degli strumenti prodotti, grande enfasi è stata posta sulle misure amministrative e burocratiche che il governo vuole semplificare per rendere più veloce e più efficiente l’integrazione fra l’economia civile e quella militare.

In seguito all’apertura dell’economia cinese con le riforme di Deng Xiaoping, l’economia civile è diventata il principale propulsore di innovazione e le performance di molti dispositivi civili hanno presto superato quelle delle loro controparti militari. Anche se l’idea di favorire l’integrazione fra i sistemi di ricerca e produzione civile e militare risale già agli anni ’70, solo verso la fine degli anni ’90 furono fatti passi concreti per facilitare il trasferimento di tecnologie e l’integrazione fra il mondo militare e quello civile. Nel 2005, la Commissione per la Scienza, la Tecnologia e l’Industria per la Difesa Nazionale (COSTIND) ha permesso per la prima volta ad un’azienda privata e con capitali stranieri di sviluppare a produrre prodotti per l’EPL. Recentemente i risultati più notevoli si sono registrati nei settori della microelettronica, nuovi materiali, aerospaziale e informatica.

Un chiaro esempio dei traguardi raggiungibili lo si può vedere in Beidou, il sistema di navigazione satellitare che si sta espandendo per coprire la superficie di tutta l’Asia e, nel 2020, del mondo intero. Come il GPS americano, il Galileo europeo e il GLONASS russo, anche Beidou offre servizi accessibili a tutti e altri, circa il 40% di essi, riservati alle forze armate. L’importanza di Beidou va al di là dei semplici benefici tecnologici ed economici, ma, come già fatto dagli USA con il GPS, sta diventando uno strumento per consolidare i rapporti con altri paesi. Infatti, sia Russia che Pakistan si sono detti interessati a discutere l’uso e lo sviluppo comune di un sistema di posizionamento globale in cui integrare le tecnologie a disposizione.

Proposte di condividere i servizi offerti da Beidou sono state estese anche ad altri paesi asiatici a dicembre 2013. Anche la produzione di lastre d’acciaio spesse quanto quelle utilizzate dai cantieri americani per costruire la più recente portaerei Gerald R. Ford è visto, secondo Fu Jie, esperto membro della Commissione per i Metalli, come uno dei risultati che possono essere raggiunti dal perfezionamento di tecnologie civili impiegate dall’industria bellica.

Nel frase di chiusura di un articolo sempre sullo stesso tema, due dirigenti di una compagnia attiva nel settore metallurgico si augurano che “attraverso l’uso di tutte le risorse disponibili sia possibile realizzare il sogno di una grande marine militare”.
I frutti in campo tecnologico, militare, economico e diplomatico sono notevoli, tuttavia resta da vedere fino a che punto il governo di Pechino riuscirà far seguire i fatti alle parole e a rendere più snello l’imponente apparato burocratico che storicamente ha rappresentato il maggiore ostacolo per qualsiasi sviluppo.

Foto: Xinhua

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