L’ISIS avanza anche sul web
Adnkronos/Aki – Non è solo in Iraq e in Siria che i militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) giocano la loro partita, ma anche sul Web e in particolare sui social network, dove riescono a lanciare messaggi accattivanti per i loro seguaci, cosi’ come per i media. La loro ultima trovata e’ la pubblicazione su Twitter di una foto ‘taroccata’ di Michelle Obama. Nella foto originale, la first lady americana mostrava un cartello con la scritta ‘Bring back our girls’ (Restituiteci le nostre ragazze), slogan diventato poi un hashtag virale su Twitter, che si riferisce alle studentesse rapite in Nigeria dai militanti islamici di Boko Haram. Nella foto modificata, la scritta è stata sostituita con ‘#Bring back our Humvee’ (Restituiteci i nostri Humvee), che si riferisce ai veicoli militari americani (Humvee sta per veicolo multifunzione su ruote ad alta mobilita’) di cui lo Stato islamico si e’ impossessato la scorsa settimana in Iraq, come prova un’altra foto postata su Twitter precedentemente.
La foto modificata di Michelle e’ stata ritwittata migliaia di volte dai seguaci o dai semplici simpatizzanti dello Stato islamico, che l’hanno accompagnata con frasi con cui sbeffeggiano la moglie del presidente degli Usa. Non si tratta della prima trovata dell’Isis degna di un esperto di comunicazione Web. La scorsa settimana i militanti hanno lanciato su Twitter l’hashtag #SykesPicotOver, che in modo immediato ed efficace annunciava la loro avanzata dalla Siria all’Iraq. L’hashtag, che si riferisce all’accordo tra il diplomatico francese Francois Georges-Picot e alla sua controparte britannica Mark Sykes, che tracciarono il confine tra i due paesi arabi, è presto diventato virale ed e’ stato poi usato su media nuovi e tradizionali anche da analisti e commentatori. In modo sintetico ed efficace, #SykesPicotOver esprime il programma dell’Isis, che vuole abbattere il confine tra Siria e Iraq (ma anche quello con paesi confinanti come Libano e Giordania) per ricreare un califfato nel ‘Levante’. L’efficacia della sua comunicazione sul Web e’ fondamentale per l’Isil, che proprio grazie alla rete recluta militanti nei paesi arabi e in Occidente.
I ‘collaboratori’ del gruppo terroristico non necessariamente scendono a combattere sul terreno. Il loro fondamentale contributo spesso si concretizza nella traduzione in un numero altissimo di lingue dei post del gruppo, garantendo una moltiplizione gratuita del suo messaggio e la sua diffusione in tutto il Mondo. I tentativi del governo iracheno di far chiudere gli account dell’Isis sui social network sono sempre falliti, visto che puntualmente ne sono stati aperti di nuovi. Cosi’ Baghdad ha deciso la scorsa settimana di bloccare l’accesso ai social network, ottenendo anche con questa misura scarsi risultati. Sono infatti aumentati del 1000% gli utenti iracheni di servizi che permettono di aggirare il blocco. Almeno sul Web, quindi, l’avanzata dell’Isil sembra inarrestabile e il gruppo può già vantarsi di aver conquistato buona parte del pianeta.
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