L’Italia manterrà il comando in Libano?
Il generale di divisione Paolo Serra lascerà a fine anno il comando di UNIFIL ma la forza di caschi blu in Libano meridionale dovrebbe restare in mani italiane. Le indiscrezioni provenienti da Roma e New York sembrano confermare che il sostituto di Serra sarà il generale Luciano Portolano (nella foto scattata in Afghanistan) già addetto militare a Londra, veterano delle missioni in Iraq e Afghanistan (alla testa della brigata Sassari) e considerato dal comando alleato dell’ISAF tra i migliori comandanti del contingente italiano a Herat. Ufficialmente il Dipartimento del peacekeeping dell’ONU deve ancora decidere chi guiderà l’UNIFIL dal prossimo anno tra una rosa di tre nomi: Portolano, un generale finlandese e uno nepalese.
L’esperienza e il peso dell’Italia in ambito ONU (siamo il quarto contributore finanziario alle missioni di pace e in Libano schieriamo il contingente più numeroso) sembrano favorire la candidatura di Roma che dopo i generali Claudio Graziano e Paolo Serra otterrebbe per la terza volta il comando dei caschi blu in Libano meridionale. Un incarico prestigioso anche se non corrisponde al peso irrisorio dell’influenza italiana in Libano e in generale in quella regione del Medio Oriente. L’Italia vanta un record negativo di presenza anche tra le posizioni di responsabilità delle Nazioni Unite dove, a fronte degli ingenti finanziamenti elargiti all’organizzazione, Roma detiene meno dell’1 per cento delle 111 posizioni chiave nell’amministrazione ONU: in pratica il solo comando UNIFIL.
Meglio di noi si piazzano ad esempio molti Paesi africani il cui contributo finanziario alle missioni di peacekeeping e in genere alle strutture dell’ONU è irrisorio. Il generale Serra sembra invece destinato a mettere a frutto l’esperienza maturata in Libano assumendo l’incarico di addetto militare presso la rappresentanza italiana all’ONU, incarico ricoperto oggi dall’ammiraglio Alessandro Picchio.
Foto: Isaf RC-W
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