Pyongyang simula attacchi al Sud e potenzia le capacità cyber
Il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-Un, ha diretto personalmente un’esercitazione militare su vasta scala che ha coinvolto Esercito, Marina e Aeronautica, e che è consistita nell’assalto e nello sbarco simulato su cinque isolotti situati a ridosso del confine marittimo occidentale in contestazione con il Sud, che le controlla e vi ha installato alcuni avamposti. Una ostentazione di forza resa nota dall’agenzia di stampa ufficiale ‘Kcna’, che ha fatto seguito al lancio a più riprese di missili balistici e a corto raggio della settimana scorsa, alla vigilia della visita a Seul effettuata dal presidente cinese Xi Jinping. “Alle manovre hanno partecipato combattenti, pezzi di artiglieria di vari calibri, navi da battaglia tra cui sottomarini e formazioni di caccia, bombardieri e aerei per il trasporto truppe”, ha scritto la ‘Kcna’, senza specificare quando abbiano avuto luogo: dovrebbero comunque risalire a ieri, in coincidenza con la conclusione della missione in Corea del Sud di Xi, tradizionale alleato del Nord ma dal quale Kim attende tuttora di essere invitato a Pechino, pur essendo al potere ormai da piu’ di due anni e mezzo.
L’uomo forte di Pyongyang, stando sempre alla ‘Kcna’, durante l’esercitazione ha denunciato le “frequenti minacce” cui le acque territoriali nord-coreane sono esposte da parte del Sud, che qualche giorno fa le avrebbe bersagliate con le proprie artiglierie: una “scelta sbagliata”, l’ha bollata Kim, aggiungendo un “forte avvertimento” in base al quale, “se i nemici dovessero ripeterla nel giorno sbagliato”, lui in persona “gliela farebbe rimpiangere amaramente”. Secondo i media di Seul la Corea del Nord ha raddoppiato il numero di persone impiegate per cyberattacchi nel corso degli ultimi due anni e ha installato delle basi all’estero. L’unità di pirateria informatica della Corea del Nord, alle dipendenze dell’Ufficio generale di ricognizione, conta ormai 5.900 persone, contro i 3.000 di due anni fa, riferisce Yonhap.
Di queste persone, 1.200 sono hacker professionisti. I pirati informatici secondo l’agenzia hanno agito talvolta da basi in paesi esteri, fra i quali la Cina. Negli ultimi anni, secondo le autorità di Seul, gli hacker nordcoreani hanno lanciato cyberattacchi contro numerosi obiettivi del Sud, fra i quali corpi militari, banche, agenzie governative, canali televisivi e siti di media. Pyongyang ha sempre smentito.
Con fonti AGI e ANSA
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