L'Albania ci dà lezioni di trasparenza

Nonostante i tagli alla Difesa e la cosiddetta “spending review”, Analisi Difesa lancia un appello, ed è pronta  eventualmente anche a organizzare una colletta tra i lettori, affinché vengano reperiti i fondi necessari a inviare i responsabili della comunicazione  del Ministero della Diesa a frequentare un corso di aggiornamento con relativo stage pratico sulla trasparenza presso i loro colleghi di Tirana. La necessità imperativa di una simile iniziativa è emersa in tutta la sua urgenza il 22 agosto quando il governo albanese ha reso noto che invierà munizioni alle autorità irachene per fare fronte all’offensiva dello Stato islamico. Si tratta di equipaggiamento militare diretto ai curdi ma, a differenza dell’Italia e di altri Paesi europei, Tirana ha precisato quantità e tipologia del munizionamento messo a disposizione: 15 mila granate d’artiglieria , 22 milioni di proiettili per kalashnikov e mitragliatrici dello stesso calibro, 32 mila proiettili per mortai e razzi  per Rpg.

Un bell’esempio di trasparenza se confrontato con la totale assenza di indicazioni circa quantità e modelli di armi e munizioni  che Roma invierà ai curdi nei documenti presentati dai ministri di Esteri e Difesa, Mogherini e Pinotti,  alle commissioni parlamentari.  Un bel corso di aggiornamento sulla comunicazione trasparente farebbe bene anche a loro, potrebbero apprendere come informare esplicitamente gli italiani (stavo per scrivere “gli elettori” ma anche questo governo non è certo il frutto del voto) su come vengono spesi i loro soldi per dare quante e quali armi ai curdi o per ritirare mezzi e materiali dall’Afghanistan oppure per mantenere droni a Gibuti circa i quali non sono mai state fornite notizie ufficiali al pubblico e, a quanto ci risulta (ma vorremmo tanto sbagliarci), neppure al Parlamento.

Da quanto abbiamo saputo e scritto su Analisi Difesa  la missione dei 2 droni Predator A Plus schierati Gibuti da fine luglio insieme a 140 militari dell’Aeronautica è abbinata all’operazione Ue antipirateria Atalanta ma gira voce che i droni daranno una mano anche a sorvegliare i qaedisti shabhab somali.

I velivoli teleguidati avrebbero già cominciato a volare conseguendo con una trentina di sortite la capacità operativa iniziale. Si tratta però di indiscrezioni perché  Il “contingente fantasma” è circondato da un “fragoroso silenzio” certo poco edificante nei confronti del contribuente e dell’opinione pubblica.  Tornando agli albanesi,  Tirana ha precisato che il contributo militare ai curdi è stato concordato “con i nostri partner strategici e gli alleati della Nato e dell’Unione europea” mentre Roma ha espresso apprezzamento per l’iniziativa con una nota  della nostra ambasciata a Tirana in cui si assicura alle autorità albanesi il sostegno italiano “sotto forma di supporto logistico necessario al trasferimento delle armi e delle munizioni”.

Ci auguriamo che i nostri vertici della Difesa vogliano cogliere al volo l’occasione per pregare la signora Mimi Khodelj (nella foto d’apertura durante una conferenza stampa), collega albanese di Roberta Pinotti, di voler barattare il nostro supporto logistico (navi o voli cargo per portare le armi albanesi ai curdi che pagheremo noi contribuenti alla faccia dei tagli alla Difesa e della spending review) con la disponibilità degli esperti di relazioni pubbliche della consolidata democrazia albanese a tenere un corso esaustivo sulla trasparenza ai vertici della comunicazione del Ministero della Difesa italiano.

Foto: Aeronautica Militare, Ministero Difesa, Ministero Difesa albanese

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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