Macchè Eurofighter ed F-35. L’arma più grande è la scuola. Parola di Renzi.

In un contesto già di per sé “drammatico” per la Difesa sul fronte finanziario e delle minacce e impegni cui devono far fronte le Forze armate lasciano quanto meno perplessi le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata alla pubblicazione dell’AGESCI “Camminiamo insieme”. Nel rispondere alle domande Renzi  ha affrontato anche i temi legati alla Difesa: «Le spese militari sono un tema molto complicato. Quando fai delle spese che sono inutili solo per il gusto di buttare via soldi, e purtroppo ci sono anche queste realtà, ti senti piangere il cuore pensando che la più grande spesa militare che puoi fare è investire in educazione. La più grande arma per costruire la pace non è l`F35 o l`Eurofighter, è la scuola.»

E, di seguito: «Io per esempio sono convinto che la spesa per la Difesa italiana debba essere indirizzata in alcuni canali chiari, che sono quelli che si collegano alla ricerca scientifica, non alla costruzione di strumenti inutili e fuori dalla realtà.»  Visto il contesto (con l’intervista rilasciata alla rivista degli scout in occasione del loro raduno) sorge spontaneo l’invito allo stesso Renzi di spogliarsi dei panni di “lupetto” per tornare a vestire quello di Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana. Almeno per tornare ad affrontare certi argomenti da una prospettiva diversa.

Ma l’aspetto per certi versi ancor più imbarazzante è rappresentato dalla sempre più evidente dicotomia tra la messa a punto del Libro Bianco e dichiarazioni come quelle appena ricordate, alle quali aggiungere anche la complicata realtà quotidiana delle Forze Armate.
Vista la profonda differenza che esiste proprio tra le parole del Presidente del Consiglio (il quale, peraltro, non è la prima volta che si esprime in termini così raffazzonati su questi temi) sostanzialmente corroborate dal saccheggio ai danni del dicastero della Difesa da una parte, e le indicazioni provenienti dalle Linee Guida (confermate dal Consiglio Supermo di Difesa) dall’altra viene spontaneo chiedersi quale sia la strada che veramente si intende percorrere.

Quella che risulta dalle stesse Linee Guida o quella del Premier?

Domanda del tutto naturale, perfino obbligata di fronte alla lettura del comunicato emesso al termine del Consiglio Supremo Difesa del 19 giugno scorso, all’interno del quale si specificava che: «… il Consiglio ha espresso pieno sostegno alle Linee Guida per l’elaborazione del Libro Bianco per la Difesa e della strategia evolutiva delle Forze Armate sull’orizzonte dei prossimi 15 anni, presentate dal Ministro Pinotti nel corso della riunione. Esse prevedono la realizzazione di uno strumento militare che costituisca componente attiva e qualificante della politica multidisciplinare e interministeriale del Governo per la sicurezza e la difesa, in grado di concorrere efficacemente alla salvaguardia delle direttrici di sviluppo economico e sociale del Paese nel contesto internazionale. La struttura delle Forze Armate dovrà essere strettamente integrata in termini interforze e in termini di organizzazione di comando, e dovrà disporre di capacità bilanciate e specializzate rispetto alle specifiche esigenze da assolvere.»

Avendo anche cura di ricordare come: «Per una riforma delle Forze Armate utile al Paese, resta centrale il problema delle risorse che, pur nella ricerca di ogni possibile efficienza ed economicità, non dovranno comunque scendere al di sotto di livelli minimi invalicabili.»

Concetti in perfetta sintonia con quelli contenuti nel Documento reso pubblico dalla Ministra della Difesa laddove, in uno dei passaggi per certi versi più importanti (per la precisione, il punto 57), si evidenzia come: «…le qualità di un modello operativo atto ad operare nello “spazio nazionale e nell’estero vicino”, cioè per la Difesa dei prioritari interessi vitali nazionali, appaiono essere quelle di uno “strumento con ampio spettro di capacità, pienamente interforze e integrabile in dispositivi multinazionali”, ovvero a Forze armate con diversificate capacità operative, che possano essere impiegate a livello nazionale o in coalizione in ogni fase di un conflitto e per un protratto periodo di tempo.»

Concetti profondamente diversi dal Renzi-pensiero, nonché dalla mera analisi dei fatti di questi ultimi mesi.
L’unico aspetto, per così dire, positivo è che per capire come andranno le cose e quale sarà la direzione presa, alla fine non si dovrà attendere poi molto.  Il primo appuntamento importante sarà rappresentato dalla presentazione della più volte citata Legge di Stabilità 2015. Alla fine del mese di ottobre sarà cioè possibile verificare gli interventi che interesseranno il Dicastero della Difesa nonché portata e natura dei nuovi tagli al bilancio delle Forze Armate.
La seconda scadenza è rappresentata dal mese di dicembre (se non vi saranno slittamenti)  con la presentazione in Parlamento del Libro Bianco.
Documento che, qualora fossero rispettate le nobili intenzioni di partenza, dovrebbe consentire di dare su un orizzonte temporale adeguato il giusto assetto complessivo al nostro strumento militare.

Non resta dunque che aspettare non senza aver però rilevato che fra tagli già effettuati e quelli previsti, la scadenza legata al varo definitivo del Libro Bianco corre il serio rischio di giungere fuori tempo massimo, con un documento sostanzialmente superato dagli eventi e del tutto piegato alla sola questione finanziaria e. In definitiva un pezzo di carta utile solo a passeggiare con un po’ più di eleganza sulle macerie di ciò che una volta erano le Forze Armate.

Foto: Eurofighter, Umberto Pizzi, ISAF RC-W, Camera dei Deputati

Vignetta: Alberto Scafella

Giovanni MartinelliVedi tutti gli articoli

Giovanni Martinelli è nato a Milano nel 1968 ma risiede a Viareggio dove si diplomato presso l’Istituto Tecnico Nautico per poi lavorare in un cantiere navale. Collabora con Analisi Difesa dal 2002 occupandosi di temi navali in generale e delle politiche di Difesa del nostro Paese in particolare. Fino al 2009 ha collaborato con la webzine Pagine di Difesa.

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