Videogiochi e documentari sul futuro delle PMC

L’attenzione mediatica sulla Blackwater e l’impegno delle PMC in Iraq (quasi fosse l’unico loro teatro d’operazioni!) è ormai calata da tempo, tuttavia, il business della sicurezza privata è andato crescendo e diffondendosi praticamente ovunque, all’insegna di quel basso profilo che l’ha sempre caratterizzato. A riportare i riflettori su di un settore globale che nel corso del 2014 raggiungerà i 218 miliardi di dollari ci ha pensato un’inedita accoppiata: Call of Duty e Vice. Da una parte la nota serie di videogiochi sparatutto in prima persona, pubblicata da Activision che, in ben 11 capitoli, ha visto i propri giocatori “combattere” nelle più importanti e sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, guerre contemporanee, operazioni clandestine in Vietnam od oltrecortina; perfino una Terza Guerra Mondiale!

Dall’altra, una piattaforma multimediale internazionale con 15.000 dipendenti e 35 sedi in 18 Paesi. Vice dispone di un magazine cartaceo, un’agenzia pubblicitaria, una casa editrice e una di produzione discografica. Ha anche un programma tv sul canale HBO ma, il grande successo viene dal web con un sito che si occupa soprattutto di documentari e reportage ed un canale Youtube con quasi 5 milioni di iscritti. L’occasione di contatto tra il giornalismo e il mondo dei videogiochi si deve all’uscita, per inizio novembre, dell’ultimo episodio: Call of Duty: Advanced Warfare.

Come introdotto dall’attore americano Kevin Spacey nel suggestivo trailer del videogioco  nel 2054 le Private Military Companies sono ormai le potenze dominanti che, soppiantati gli attori statuali, compiono operazioni in giro per il mondo per conto del miglior offerente, dotate dei più sofisticati sistemi d’arma, tecnologie e know-how.

Per pubblicizzare il prodotto e “preparare” i clienti agli scenari che dovranno affrontare, Call of Duty e Vice hanno realizzato un documentario dal titolo “Superpower For Hire: Rise of the Private Military’” [“Superpotenza in affitto: Ascesa del (settore) Militare Privato”] pubblicato sulla versione americana di Vice.com, il 25 luglio 2014.

Un documentario di circa 15 minuti che ripercorre gli ultimi 20 anni delle principali Compagnie Militari Private: missioni, teatri d’impiego, servizi offerti, aspetti controversi, responsabilità e scenari futuribili. Il tutto mediante interviste a una rosa di ospiti d’eccezione, tra i quali: Peter Singer, esperto di fama mondiale sulle PMC; Erik Prince, fondatore della Blackwater; Tim Spicer, ex mercenario e uomo chiave della famigerata vecchia Sandline International nonché della Aegis.

Sicuramente interessanti sono i cenni all’impiego di operatori privati russi in Crimea, così come la diffusione di queste organizzazioni al servizio di businessmen in Paesi a rischio e perfino realtà cinesi a protezione degli interessi di Pechino nell’attuale “Scramble for Africa”. Altrettanto rilevante la testimonianza sulla diffusione di centri d’addestramento privati in vari Paesi quali Irlanda e, in particolare, Repubblica Ceca, dove “ex nemici” provenienti da Nato e Patto di Varsavia, collaborano mescolando procedure, armi e mezzi al fine di fornire il miglior servizio addestrativo sul mercato.

A parte le motivazioni economiche e pubblicitarie, questo documentario è una chiara ed efficace fotografia della difesa e della sicurezza privata L’introduzione di un videogioco e il documentario realizzato per presentarlo costituiscono un’insolita fonte d’informazione molto più esatta ed autorevole di molte altre dai nomi più altisonanti che propinano dati imprecisi e datati.
In America questo connubio di pubblicità e giornalismo ha fatto storcere il naso ad alcuni  che lo considerano lesivo degli standard giornalistici; molti altri invece l’hanno accolto con entusiasmo: se pochi si occupano di questo “processo di sostituzione delle bandiere nazionali con  loghi commerciali”, ben vengano questi approcci.

Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.

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