A Bengasi è battaglia per l’aeroporto
I qaedisti di Ansar al Sharia ‘assediano’ l’ultimo bastione dei filo-governativi a Bengasi, l’aeroporto Benina, in una battaglia con le forze fedeli al generale Khalifa Haftar a colpi di artiglieria, missili e raid aerei che ha causato decine di morti in tre giorni di combattimenti. A Tripoli intanto la “secessione” procede spedita, con il “premier” Omar al Hasi che ha presentato la lista dei 19 ministri del governo. Hasi è stato nominato la scorsa settimana dal Congresso (Gnc) formalmente decaduto a giugno ma rimesso in piedi dai miliziani fondamentalisti della cosiddetta Operazione Alba, che hanno conquistato de facto la capitale. Tra le figure di spicco, riferisce l’agenzia egiziana Mena, Mohamed al Ghariani, indicato come nuovo ministro degli Esteri, e Mashallah al Zewi, al Petrolio.
A Bengasi i testimoni raccontano di una vera a propria pioggia di razzi, con i miliziani jihadisti costretti a incassare le bombe lanciate dal cielo dai caccia di Haftar, attorno all’aeroporto ma anche in altre zone, come nel quartiere Leithi, considerato una roccaforte di Ansar al Sharia.
I ‘filo-governativi’ sono riusciti a respingere diversi assalti: il bilancio, in tre giorni di battaglia, è di almeno 40 morti, affermano fonti mediche e della sicurezza, oltre 50 secondo altre fonti. L’organizzazione qaedista Ansar al Sharia è impegnata militarmente contro le forze speciali di Haftar, ma ha dichiarato guerra anche ai miliziani di Tripoli, colpevoli secondo i jihadisti di “voler imporre un nuovo dittatore” e di non voler invece “issare le bandiere della Sharia”. Il consiglio rivoluzionario della capitale ha infatti rimandato al mittente l’appello per un fronte unito islamico, anzi si è detto “contro il terrorismo” e a favore della Costituzione. Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei miliziani nella piscina del compound Usa, invaso e “messo in sicurezza” due giorni fa dagli uomini del Consiglio rivoluzionario, che ha invitato l’Occidente a riaprire le sue sedi diplomatiche. “Garantiremo la sicurezza”, hanno promesso. A spezzare una lancia in loro favore è anche la Lega Araba: “E’ stato un errore”, ha sentenziato l’inviato speciale dell’organizzazione quando il Parlamento ha definito “terroristi” i miliziani al potere a Tripoli.
A Tobruk, dove si sono trasferiti premier e Parlamento legittimi, è intanto arrivato oggi in missione l’ambasciatore britannico in Libia, a sottolineare il sostegno della comunità internazionale ai deputati eletti a giugno. Il Parlamento è costretto per ragioni di sicurezza a riunirsi a Tobruk, anche se la sede prevista era Bengasi, nell’ambito della riconciliazione con i “federalisti” della Cirenaica. Ma gli scontri, le vittorie dei qaedisti e la proclamazione del Califfato hanno impedito che si tenesse la sessione inaugurale.
Un caccia delle forze fedeli al generale Haftar è precipitato a quanto pare per un incidente in una zona periferica di Tobruk. Almeno due morti, il pilota e un civile.
(con fonti Ansa e AGI)
Foto: Reuters, AP, Ansar al-Sharia
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