Il Pellicano esce di scena

Dopo 37 anni di attività operativa l’Aeronautica Militare ha radiato l’elicottero da soccorso e ricerca HH-3F (SAR-Search and Rescue), una piattaforma che ha fatto la storia dell’ala rotante in seno alla forza armata. Con una sobria cerimonia svoltasi a Pratica di Mare il 26 settembre scorso alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, gen. di squadra aerea Pasquale Preziosa, sono state ricordate le oltre 185mila ore di volo effettuate in questo arco temporale contribuendo al salvataggio di più di 7.000 persone. Il Pellicano – come era soprannominato – ha passato il testimone al più moderno HH-139A nel 15° Stormo di Cervia (Ravenna), stormo cui è affidata istituzionalmente la funzione SAR e da cui dipendono l’81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE), l’83° Gruppo CSAR (Combat Search and Rescue) di Cervia, l’85° Centro CSAR di Pratica di Mare, l’82° Centro CSAR di Trapani e l’84° Centro CSAR Di Gioia del Colle (Bari); ricordiamo che l’HH-139A assicura il servizio SAR nazionale dall’1 settembre 2014.

Questo “massiccio” elicottero in grado di trasportare 25 passeggeri nella sua fusoliera a sezione quasi quadrata è una piattaforma monorotore, biturbina, anfibio a scafo centrale con la fusoliera con il fondo a chiglia, caratterizzata da una rampa posteriore per l’accesso di carichi leggeri. Sviluppava una velocità massima di 260 km/h ed aveva un’autonomia di 750 km; l’equipaggio si componeva di 2 piloti, 2 specialisti polivalenti, un aerosoccorritore, un assistente di sanità.

Nelle missioni combat poteva montare un armamento difensivo leggero di 2/3 mitragliatrici brandeggiabili in calibro 5,56 mm. Infatti il Pellicano veniva considerata una risorsa versatile al punto che è stato impiegato non soltanto per compiti SAR ma anche nell’ambito di missioni “fuori area” sviluppando una capacità Combat SAR e dando all’Aeronautica Militare una capacità operativa molto apprezzata anche in campo internazionale tanto da potersi ritagliare un ruolo di leadership nel settore specifico.

L’HH-3F era quindi in grado di espletare operazioni di soccorso ed evacuazione sanitaria in ambiente ostile e non permissivo nonché missioni di trasporto/supporto alle forze speciali come gli incursori del 17° Stormo di Furbara (Roma) ed i Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo di Martina Franca (Taranto). Altra attività assegnata all’HH-3F è stata quella di essere impiegato nel ruolo di SMI (Slow Mover Interceptor) in occasione di grandi eventi, un inconsueto ruolo di difesa aerea per il contrasto ad eventuali attacchi terroristici condotti con aeromobili lenti e non convenzionali.

Variegato il panorama operativo in cui troviamo l’HH-3F, protagonista nel soccorso di molti eventi a carattere di protezione civile per non parlare di quelli a carattere combat SAR in diverse missioni di peace keeping e peace enforcement (Somalia in supporto al contingente italiano Ibis, Albania con Alba 2 e Arcobaleno, ex-Jugoslavia, Kosovo ed Irak con l’operazione Antica Babilonia).
Foto Aeronautica Militare

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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