Le nuove cannoniere fluviali colombiane

La Armada Nacional de la Repubblica de Colombiaè una Marina di antiche tradizioni, che deve difendere gli interessi colombiani non solo nelle acque del Pacifico e del Mar dei Caraibi, ma anche sui grandi fiumi che solcano il territorio del paese e che sono importanti vie di comunicazione interna. La complessa situazione politica con un’endemica guerriglia finanziata dal narcotraffico ha portato il Paese latino-americano a spendere oltre il 4% del suo PIL per gli armamenti ed anche l’Armada ha recentemente usufruito di nuovi programmi di ammodernamento proprio per una politica, che potremo definire di “river control” mutuando tale espressione da quella di “sea control” propria della odierna strategia marittima.
La marina colombiana è forte di oltre 35.000 uomini, di cui però ben 22.000 sono marines, a dimostrazione della necessità di controllo del territorio più che di quello degli spazi di mare interessati. La configurazione dei grandi fiumi e delle foreste che li circondano obbliga ad un impiego diffuso di nuclei di Fanti di marina, appositamente addestrati per vivere in un ambiente fortemente ostile, ma bisognosi comunque di mezzi di appoggio particolari, che ne assicurino i rifornimenti, le necessità sanitarie e, in particolari occasioni, l’appoggio di fuoco. Ecco quindi che da oltre trenta anni si è sviluppata una discreta componente fluviale della Marina con “cannoniere” adatte al pattugliamento, alla sorveglianza ed all’appoggio dell’Infanteria de Marina.

Acquistate all’estero negli anni ’50, ma anche sviluppate dall’Arsenale statale di Cartagena, le cannoniere furono sostituite negli anni ‘70 da una trentina di piccole vedette fluviali impiegate soprattutto per la lotta i traffici illeciti, ma l’aggravarsi della situazione ha portato Bogotà a decidersi per un piano di nuove costruzioni, che meglio rispondessero alle reali necessità operative dei team di sorveglianza e repressione impiegati sulle acque fluviali navigabili del paese, che si estendono per ben 17.000 chilometri. Grazie al cantiere COTECMAR,

nato dall’iniziativa dei comandi militari e dall’associazione di alcune Università colombiane, sono nate nell’ultimo decennio delle nuove Buques Patrulleros de Apoyo Fluvial (PAF) di caratteristiche molto interessanti.
Il primo modello fu la PAF I costruito in due esemplari (Alberto Araujo e Londoño Vargas) negli anni 2000-2004 con un dislocamento di circa 260 t ed una lunghezza di 33 m, che può trasportare 100 soldati oltre al proprio equipaggio ed è dotato di mitragliatrici da 12,7 mm e di lanciagranate da 40 mm. La buona prova data da questo modello ha indotto la Marina Colombiana di dotarsi anche di unità PAF II (Alonso Villegas)e PAF III ( Pastrana Contreras e Moreno Salazar) di analoghe caratteristiche, ma con una migliore blindatura del ponte e degli scafi e più avanzate attrezzature per il combattimento con impianti per la visione notturna e l’uso di puntatori all’infrarosso.

Le PAF III sono anche dotate di una piattaforma poppiera per l’atterraggio di un elicottero, mezzo ritenuto di alta efficienza nella sorveglianza fluviale e delle zone boscose. Queste ultime cannoniere sono dotate di un nuovo apparato propulsivo, appositamente progettato per la navigazione sui fiumi, basato su idrogetti. Migliorando ulteriormente questi modelli COTECMAR ha prodotto nel 2006 le tre unità tipo PAF IV definite Patrulleras de Apoyo Fluvial- Pesadas (pesanti) con caratteristiche veramente interessanti. Infatti si tratta di imbarcazioni da 373 t, lunghe 40 metri e larghe 9,5 m, ma con un’immersione di solo 1,26 m e quindi particolarmente adatte alla navigazione fluviale. I due idrogetti, condotti da due motori Diesel da 450 HP, consentono una velocità massima di 9 nodi ed un autonomia di 2.900 miglia.

L’armamento è basato su quattro armi da 7,62 mm ed un lanciagranate da 40 mm condotti a distanza, buona è anche la dotazione elettrica di radar e di apparti TLC. Condotte da un equipaggio di 4 ufficiali e 29 marinai possono imbarcare un buon distaccamento di marines (39 soldati) e di personale sanitario (4 persone), sono dotate di ponte di volo per elicottero, che possono rifornire con il gasolio appositamente imbarcato. Le foto dell’unità capoclasse (Juan Ricardo Oyola Vera) fornite dal cantiere costruttore ci mostrano una nave quasi stealth dotata di elevate qualità evolutive e con una linea molto pulita delle sovrastrutture.

Pur se queste PAF sono mezzi d’impiego particolare, nati da esigenze constabulary proprie di un paese che sta combattendo da oltre un decennio la sovversione e la delinquenza interna, possono rappresentare una buona soluzione anche per altre nazioni, che hanno vaste acque fluviali da controllare sia nell’America Meridionale sia in altri Continenti. Infatti sembra che già altre Marine si siano interessate a queste nuove cannoniere colombiane, che sembrano quindi destinate ad un futuro di esportazione.

Fot0: Cotemar

Pier Paolo RamoinoVedi tutti gli articoli

L'ammiraglio Ramoino è Vice Presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali dell'Università di Firenze, Docente di Studi Strategici presso l'Accademia Navale di Livorno e cultore della materia presso la Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del S. Cuore a Milano. Dal 1982 a tutto il 1996 ha ricoperto le cattedre di Strategia e di Storia Militare dell'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, di cui è stato per dieci anni anche Direttore dei Corsi di Stato Maggiore. Nella sua carriera in Marina ha comandato diverse unità incluso il caccia Ardito e l'Istituto di Guerra Marittima.

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