Guerra al Califfato: prime missioni per il tanker italiano
Il contingente italiano assegnato alla Coalizione contro lo Stato Islamico (velivoli, istruttori e consiglieri militari) ha iniziato le operazioni in Medio Oriente. Le forze nazionali interverranno solo in Iraq e non in Siria nell’ambito dell’operazione statunitense “Inherent Resolve” anche se gira voce che la nuova missione delle forze nazionali avrà un nome italiano. Finora ha raggiunto l’area operativa solo un aereo da rifornimento in volo Boeing KC-767A del 14° Stormo (Pratica di Mare) dell’Aeronautica Militare, basato a Kuwait City dal 23 ottobre e che ha compiuto quattro giorni dopo la prima missione “facendo il pieno” a velivoli alleati impegnati nei raid contro il Califfato. Una seconda missione è stata effettuata il 29 ottobre.
Dovrebbero invece arrivare a Kuwait City entro metà novembre 2 droni Predator, non è chiaro se quelli in versione APlus o B ma potrebbe trattarsi anche dei Reaper (versione B) attualmente in fase di ritiro dall’Afghanistan. Sembra invece accantonata l’ipotesi di inviare anche cacciabombardieri Amx o Tornado con compiti di ricognizione, opzione che pare sia stata bocciata dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Ancora incerta l’ubicazione della base italiana che ospiterà 200 militari, inclusa una settantina di istruttori destinati a formare reclute irachene. A Erbil, capoluogo curdo, vi sarebbero già molti istruttori alleati e gli italiani potrebbero venire impiegati vicino a Baghdad o forse a Tallil (la grande base aerea e logistica a sud di Nassiryah dove ebbe il suo comando l’Operazione Antica Babilonia) per addestrare le reclute sciite arruolate nel sud del Paese in vista dell’offensiva per liberare Mosul prevista a gennaio.
Indiscrezioni pubblicate dal settimanale “L’Espresso” circa l’invio degli istruttori italiani proprio a Nassiryah, al fianco di una missione militare spagnola, erano state smentite dal Ministro Pinotti ma l’ipotesi di realizzare a Tallil la base addestrativa italiana (nella foto a fianco: reclute irachene addestrate da istruttori italiani nel 2004) sembra essere un’opzione ancora in valutazione.
Incerta anche la destinazione degli 80 consiglieri militari che dovranno venire inseriti nei comandi iracheni. Una decina di militari curdi ha invece già completato presso la Scuola di Fanteria di Cesano (Roma) l’addestramento all’impiego delle mitragliatrici MG 42 ed M-2 che l’Italia ha donato ai curdi.
Foto: Aeronautica Militare, G. Gaiani
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.