Centralità geopolitica del Mediterraneo

di Claudio Masci e Luciano Piacentini (Fondazione ICSA)

Il Mediterraneo, “grande bacino” attorno al quale per secoli è vissuto non solo un universo mitologico e fantastico – che vedeva nelle Colonne d’Ercole il limite al suo vissuto oltre, le quali dominava il mito di Atlantide – ma anche un mondo reale con le sue relazioni ed i suoi commerci. Allora i confini del mondo erano delimitati da uno sconosciuto Oceano, da deserti e da insormontabili catene montuose che tracciavano, un modello geografico di “mare interno” che delimitava lo spazio della giusta misura, del limite, dell’equilibrio tra gli estremi (proporzione) e dell’armonia, valori su cui si fondavano la civiltà e la filosofia greca.

Questi orizzonti ristretti furono allargati dal mitico Alessandro Magno (356 a. C. – 323 a. C.) che, partito dalla Macedonia, realizzò il suo impero soggiogando anche la regione medio-orientale, raggiungendo l’Indo. Il breve dominio imperiale non gli consentì di radicare nelle popolazioni sottomesse i principi della cultura greca cui si era abbeverato, ma ciò fu sufficiente ad influenzarle, tant’è che tuttora permangono in quell’area rare e sporadiche vestigia della sua dominazione. Successivamente, i Romani – nell’amministrazione delle loro conquiste – definirono il Mediterraneo come “mare nostrum” perché area interna ai confini terrestri del loro impero ed “autostrada” su cui transitavano ed ancora continuano a transitare  derrate alimentari, beni e servizi, come testimoniano gli innumerevoli ritrovamenti archeologici di anfore con oli e vini, di forzieri con ori e argenti ovvero statue come i noti “bronzi di Riace”. L’area mediterranea, sulla base dei precedenti storici appena abbozzati, va considerata una regione geopolitica che si estende dalle Colonne d’Ercole alla Mesopotamia e può essere suddivisa in due sub regioni: quella mediterranea e quella medio-orientale, con al centro l’Italia che rappresenta l’anello di congiunzione fra l’una e l’altra.

La sub-regione medio-orientale è stata sempre quella più densa di opportunità ma anche di correlate crisi che spesso hanno messo a dura prova la sicurezza, non solo del bacino mediterraneo ma dell’intera area europea. Infatti, proprio in questo quadrante si sviluppò – dopo la caduta dell’Impero Romano – il fiorente commercio delle Repubbliche Marinare prima e dell’Impero Ottomano dopo.
La scoperta dell’America del 1492 fece assumere maggiore importanza alla sub regione occidentale che convogliò le sue navi sulle rotte atlantiche, lasciando il Mediterraneo in preda alle scorrerie saracene. Solo lo scontro di Lepanto (7 ottobre 1571) ricondusse l’area verso condizioni di sicurezza più accettabili che, tre secoli più tardi, tornerà a riassumere la sua importanza geopolitica con l’apertura del canale di Suez (17 novembre 1869).

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Luciano Piacentini: Incursore, già comandante del 9. Battaglione d'Assalto "Col Moschin" e Capo di Stato Maggiore della Brigata "Folgore", ha operato negli Organismi di Informazione e Sicurezza con incarichi in diverse aree del continente asiatico. --- Claudio Masci: Ufficiale dei Carabinieri già comandante di una compagnia territoriale impegnata prevalentemente nel contrasto al crimine organizzato, è transitato negli organismi di informazione e sicurezza nazionali dove ha concluso la sua carriera militare.

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