Europa allo sfascio 2: risarcimenti ai pirati somali

 

da Libero Quotidiano del 6 dicembre

Ecco finalmente una notizia che aumenterà in tutti noi il sentimento europeista. La Corte europea dei diritti umani, istituzione attiva dal 1959 cui aderiscono tutti i Paesi europei pur non essendo un’emanazione della Ue, ha condannato la Francia per aver tenuto troppo a lungo in custodia cautelare 10 pirati somali catturati nel 2008 nell’Oceano Indiano.  I giudici della Corte di Strasburgo affermano che le autorità francesi hanno violato il diritto alla libertà e alla sicurezza dei pirati, come previsto dall’articolo 5, paragrafo 3, della Convenzione europea dei diritti umani.

Pur avendoli catturati in “flagranza di reato” a bordo delle navi francesi Le Ponant e Carre d’As assaltate armi in pugno dai criminali che avevano preso in ostaggio i 32  membri degli equipaggi, le autorità francesi hanno compiuto una grave violazione dei diritti umani.

Una volta portati in Francia, invece di farli comparire davanti a un giudice “senza attendere”, i poliziotti francesi li hanno tenuti in custodia cautelare per 48 ore. Un fatto gravissimo per la Corte europea, specie considerando che i militari francesi li avevano già precedentemente trattenuti per oltre 4 giorni in un caso e più di 20 ore nell’altro. Una violazione inaudita dei loro diritti nonostante i pirati siano stati catturati in seguito ai blitz delle forze speciali della Marina francese.

Nel condannare Parigi i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno tenuto a precisare di non hanno messo in dubbio il fatto che la Francia abbia avuto bisogno di tempo per trasportare i sospetti dal Golfo di Aden in un tribunale francese. La sentenza di condanna è dovuta al fatto che i pirati una volta sbarcati dovevano essere portati davanti a un giudice immediatamente, non dopo alcune ore.

La sentenza ha il sapore della beffa anche nella pena inflitta alle autorità francesi che dovranno versare tra i 7 e i 9 mila euro ai dieci pirati somali come risarcimento per danni morali, oltre a pagare più di 25 mila euro per le spese processuali sostenute.

Una decisione incredibile tenuto conto anche della particolare efferatezza del crimine compiuto da criminali incalliti, pronti a uccidere con armi da guerra ostaggi indifesi se non fosse stato pagato un riscatto complessivo di 4,1 milioni di dollari.
Farabutti il cui crimine è stato interrotto dai militari francesi che si sono limitati a uccidere un solo pirata, che aveva opposto resistenza, catturando gli altri per assicurarli alla giustizia.

Nonostante si macchino di un crimine internazionale con i “poveri” pirati somali i cavilli legali si sono sprecati fino a far apparire come una barzelletta la lotta alla pirateria condotta dalla comunità internazionale.

In molti casi le navi militari che catturavano pirati sono state costrette a liberarli riportandoli sulla costa somala dopo averli sfamati e ospitati per giorni e dopo aver constatato che nessun Paese della regione dell’Oceano Indiano accettava di incarcerarli e processarli.

Anche le convenzioni stipulate dall’Unione Europea con Seychelles e Kenya, che si sono resi disponibili a intentare  processi, hanno mostrato limiti non indifferenti. I processi si tengono infatti molti mesi dopo gli abbordaggi e i testimoni, membri degli equipaggi delle navi sequestrate e delle navi militari he li avevano catturati, si trovavano già molto lontano dall’Africa Orientale e dai tribunali. Senza testimoni molti processi sono stati archiviati e i pirati sono tornati in libertà pronti a riprendere gli abbordaggi.

Più o meno quello che accade in Italia alle centinaia di scafisti catturati dalla Marina durante l’operazione Mare Nostrum.
Non è andata così bene alle ciurme di pirati che, sempre nel 2008, cercarono di abbordare alcuni mercantili russi non sapendo che imbarcano mitragliatrici e cannoncini a tiro rapido gestiti da ex militari. Dalle indiscrezioni raccolte non risulta che i russi abbiano mai “fatto prigionieri” e da diversi anni le navi russe non vengono più attaccate dai pirati somali.

Quanto alla Corte europea dei diritti umani, la sentenza contro la Francia sarà pure giustificata dalle legge ma non può non suscitare amarezza. Invece di tutelare i pirati riempendolo loro le tasche di euro i giudici di Strasburgo avrebbero fatto più bella figura a multare l’India per i mille giorni di fermo senza processo dei Fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. In proporzione, se la Francia deve pagare ai pirati  qualche migliaio di euro per poche ore di ritardo nelle pratiche giudiziarie ai due marò dopo quasi tre anni l’India dovrebbe versare milioni.

Foto Eunavfor, AP, Ministero Difesa Francese

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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