Francia: più risorse alla sicurezza, meno tagli alla Difesa

La Francia ha varato un piano antiterrorismo da 425 milioni di euro per far fronte all’emergenza jihadista. Il premier, Manuel Valls, ha annunciato un aumento “eccezionale” di mezzi umani e materiali per far fronte “al cambio di marcia” della minaccia: per dare la dimensione del rischio che pesa sul Paese, ha spiegato chela Francia tiene d’occhio 3mila individui sospettati di terrorismo, dei quali circa 1.300 sono legati a reti jihadiste in Siria e Iraq, un numero aumentato del 130% in un anno.

Per questo Parigi ha deciso che nei prossimi tre anni ci saranno 2.680 nuovi assunti nelle varie agenzie e dipartimenti che lottano contro il terrorismo: “la prima urgenza” sarà rafforzare gli strumenti “umani e tecnici” dei servizi segreti, che avranno 1.400 nuovi agenti (1.100 proprio in servizio di antiterrorismo).

Valls ha aggiunto che sarà creato un data base particolare per le persone condannate per terrorismo e che verrà allestito un sito internet per spiegare al grande pubblico come far fronte all'”indottrinamento jihadista”.

Per controllare il proselitismo nelle prigioni, saranno inoltre assunti 60 cappellani musulmani che si andranno ad aggiungere ai 182 già esistenti. Il costo delle misure (425 mln in tre anni) sarà compensato da risparmi nel campo della spesa pubblica e quindi non intaccherà la linea di rigore sui conti.

Intanto, la procura francese ha incriminato quattro persone sospettate di aver fiancheggiato Amedy Coulibaly, il terrorista autore del massacro al supermercato Kosher. E tutta l’Europa studia nuove misure anti-terrorismo.

La Commissione Ue, che ha ribadito più volte di voler sostenere gli Stati in questo sforzo, presenterà a maggio la sua strategia, ma è impegnata ad approvare “al più presto” le nuove norme sullo scambio dei dati sui passeggeri aerei, bloccate dall’Europarlamento.

La prossima settimana i ministri dell’Interno Ue si riuniranno a Riga, sotto la presidenza di turno lettone.

L’emergenza terrorismo costringe Parigi a rivedere anche i tagli alle forze armate previsti dalla Loi de Programmation Militaire (LPM) che ha determinato la riduzione di 7.881 organici nel 2014 e ne prevede altri 7.500 quest’anno nell’ambito di un piano che taglierà 24 mila effettivi entro il 2019.

Parlando a bordo della portaerei De Gaulle in navigazione verso il Golfo Persico, il presidente Hollande ha annunciato la cancellazione dei tagli previsti quest’anno riducendo così (per ora) di quasi un terzo le riduzioni previste dalla LPM che per due terzi guarderanno organici di reparti non di prima linea  ma amministrativi, supporti e comandi.

Il bilancio della Difesa francese quest’anno è di 31,4 miliardi di euro e dopo gli attacchi terroristici di Parigi 10 mila militari sono stato mobilitati per la sicurezza interna in base al piano Vigipirate.

La vigilanza contro il rischio terrorismo coinvolge direttamente le forze armate anche perché sarebbero almeno una decina i jihadisti ex militari, tra i quali anche alcuni veterani delle forze speciali e della Legione Straniera che si sarebbero uniti ai ranghi dei diversi gruppi jihadisti che combattono in Siria e in Iraq.

Lo ha reso noto ieri il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian che ha definito  “di un’estrema rarità” i casi di ex militari “tentati da un’avventura jihadista”.

Secondo la stampa francese la maggior parte di loro si sarebbe arruolata nelle milizie sunnite dello Stato Islamico e il quotidiano  L’Opinion riporta il caso di un ex membro dei paracadutisti della Marina – che costituiscono uno dei corpi speciali delle forze armate francesi – originario del Maghreb, che dopo cinque anni di servizio sarebbe stato assunto da un istituto di sicurezza privata impegnato nella protezione dei siti petroliferi in Arabia Saudita.

Qui avrebbe aderito progressivamente alle posizioni dell’Islam più radicale e dopo essere stato licenziato si sarebbe recato a combattere in Siria.

Foto: EMA/Ministero Difesa francese, AFP

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