Il califfato ha perso poco terreno e si consolida in Libano
I jihadisti dello Stato Islamico hanno perso 700 chilometri quadrati di territorio in Iraq, vale a dire appena l’1% dei 55.000 chilometri quadrati conquistati nel 2014. Lo ammette il Pentagono riconoscendo implicitamente gli scarsi successi conseguiti in oltre 5 mesi di guerra della Coalizione.
“Si tratta di una percentuale minima” ha ammesso il contrammiraglio Kirby, portavoce del ministero della Difesa americano. Ma questi pochi chilometri quadrati, riconquistati essenzialmente dalle forze curde nel nord dell’Iraq, rappresentano “dei luoghi che contano per lo Stato islamico, città, zone abitate”, ha precisato. Il gruppo è ormai “molto più sulla difensiva” ha assicurato. “Vediamo che non stanno più cercando di conquistare nuovo territori”, ma solo “proteggere le loro vie di comunicazione”.
Ormai l’Isis “recluta bambini per combattere o per compiere attentati suicida, ciò che potrebbe significare che hanno problemi di organico”. L’organizzazione ha perduto “milioni di dollari” di introiti petroliferi grazie ai bombardamenti della coalizione e ha problemi a ricostituire i suoi stock di veicoli.
Una visione meno pessimistica per lo Stato Islamico la offre invece la stampa araba che oltre a confermare come i jihadisti dello Stato Islamico e del Fronte qaedista al-Nusra stiano conquistando terreno in Siria abbiano assunto il controllo anche del 4% del territorio libanese dove è previsto venga proclamato a breve il Califfato libanese.
Lo riferisce il quotidiano panarabo “Al Sharq al Awsat” che cita abitanti di Arsal, città libanese a ridosso della frontiera siriana dove “dettano legge” i due gruppi jihadisti e dove l’esercito libanese ha subito severe perdite. .
Secondo le fonti del giornale arabo, l’IS starebbe per “proclamare il Califfato islamico nella zona di Jurud Arsal dopo avervi cacciato l’Esercito libero siriano”, ovvero il braccio armato di quella che viene indicata come opposizione moderata siriana.
Stando a quanto hanno riferito i proprietari delle cave di marmo diffuse nella vicina valle Wadi Hamid, “tre mesi fa, l’IS ci ha comunicato che questa zona è sotto il loro controllo e pertanto gli abitanti devono sottostare alla sharia” .
Un abitante quarantenne, parlando in condizioni di anonimato, ha affermato che i jihadisti ” hanno fatto avere una circolare secondo la quale dobbiamo sospendere il lavoro durante la preghiera, vietare il fumo e pagare una imposta di importo perora sconosciuto per pagare i miliziani dell’IS incaricati di “provvederanno a garantire la sicurezza e le proprietà”.
Foto: Bundeswehr, Stato Islamico e Ministero Difesa iracheno
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