I "saldi" dell'esercito serbo

Ha destato particolare clamore la decisione della Serbia di disfarsi di parte del materiale bellico obsoleto stipato nei suoi magazzini, tanto che nella giornata dell’altro ieri il Ministero della Difesa è dovuto intervenire in fretta pubblicando sul proprio sito internet una comunicazione in cui veniva ribadito che gli oggetti messi in vendita “non sono più necessari per il normale funzionamento del sistema difensivo” e che tale scelta non “indebolirà la Difesa della Repubblica di Serbia”.

Nello stesso documento è stato anche sottolineato che i fondi ottenuti dalla svendita saranno dirottati interamente all’interno di un fondo speciale in via di creazione per “la ricerca, lo sviluppo e l’acquisto del nuovo armamento necessario all’Esercito” e che il Ministero si impegnerà direttamente affinché tutto si svolga nella massima trasparenza possibile.

Tutto è iniziato, però, alla fine del gennaio scorso quando, sempre sul web, è stato postato un avviso contenente un primo breve ragguaglio sulla decisione presa dai Vertici Militari e dal Ministero competente e delle caratteristiche necessarie per poter partecipare al bando. In calce era presente anche l’elenco dei beni sul mercato (come carri, cannoni, lanciarazzi, mine e fucili mitragliatori), per i quali è stato anche aggiunto il numero esatto di pezzi disponibili.

Fra tutti, risaltano soprattutto i 282 T-55 (in varie versioni), la sessantina di veicoli cingolati per trasporto truppe di fabbricazione sovietica (BTR-50 PK, 50 PU, etc), i quasi 200 obici calibro 105 e 155mm, il migliaio di cannoncini antiaerei da 20mm modello M55, ma anche 99 (relativamente) recenti IFV modello BVP M80.

Il lungo elenco (42 voci totali) prosegue poi con radar, munizionamento di diversi calibri (oltre 115mila colpi 7,62 mm e 12,7 mm), 120mila granate, ma anche con 1407 razzi per M79 Osa (disponibile a sua volta in 5200 unità), lo stesso modello che secondo il Jutarnji List, era stato acquistato dagli arsenali croati nel 2012 e 2013 allo scopo di aiutare le forze anti-Assad sostenute dagli Stati Uniti.

Quanto alle armi individuali, invece, nella lista si possono trovare anche oltre 9000 pistole semiautomatiche modello M70, quasi 3000 pistole automatiche M84 (versione jugoslava dello Škorpion cecoslovacco) e oltre 3500 fra Zastava M70 e M70 B (le risposte di Belgrado agli AK sovietici).

Al momento attuale non è dato sapere quale sia lo stato di conservazione dei pezzi venduti che, come detto, risultano prevalentemente datati, ma, nonostante ciò, è abbastanza chiaro che, qualora funzionanti, si tratta di mezzi e materiali in grado di fare la differenza in teatri di conflitti a bassa tecnologia, come quello Siriano e Libico.

In entrambi i casi, infatti, si tratta di aree in cui le piattaforme utilizzate dall’allora Jugoslavia socialista sono ben conosciute e, in alcuni casi, già in dotazione. Come riporta la tv di Stato RTS, invece, alcuni commentatori ritengono che i carri, considerata la loro età, potranno essere utili soltanto a coloro i quali desiderino rottamarli per usarne l’acciaio, una fine poco gloriosa per uno dei tank sovietici più famosi.

Al di là delle valutazioni sull’uso eventuale che gli acquirenti potranno fare del materiale in vendita, va sottolineato che questa decisione è in linea con il piano di modernizzazione dell’Esercito che sta vedendo la luce in questi mesi. Dopo anni di tagli, infatti, pare che Belgrado sia orientata a rendere più adatte al XXI secolo le proprie forze armate, avvicinandole anche per alcuni aspetti agli standard NATO.

Proprio questo particolare è al centro di una lunga analisi realizzata sull’argomento dal giornale croato Slobodna Dalmacija, secondo cui sarebbe ormai evidente la non neutralità della Serbia, sempre più coinvolta dalle iniziative dell’Alleanza Atlantica perché, stando alla ricostruzione del quotidiano dalmato, l’integrazione nella UE sarebbe estremamente difficile senza il chiaro appoggio di Washington.

Al di là delle valutazioni sulla possibilità di uno “scambio” fra ingresso nella NATO e facilitazioni per far parte dell’Unione Europea, è certo che Belgrado sta giocando anche in campo militare una partita molto difficile, poiché tenta di bilanciare le sempre più strette relazioni con la NATO (è di metà gennaio la stipula dell’IPAP) con gli storici legami con la Russia (si pensi all’esercitazione congiunta SREM) e la nuova amicizia con la Cina (che a novembre 2014 le ha donato materiale per oltre 1 milione di dollari).

Si tratta di uno sforzo estremamente difficile, soprattutto ora che la guerra in Ucraina ha portato l’Occidente a richiedere agli stati partner di identificarsi con le proprie scelte politiche e militari e che, pare, Washington abbia deciso di avallare la trasformazione delle forze di sicurezza kosovare in un vero e proprio Esercito, uno smacco che l’opinione pubblica serba digerirebbe molto a fatica.

Questa la lista dei mezzi in vendita: 

Pistola semiautomatica M70 cal. 7,65 mm    9.163
Pistola automatica M84 cal. 7,65 mm    2.979
Pistola automatica M61 cal. 7,65 mm    4.638
Fucile automatico M70 cal. 7,62 mm    2.000
Fucile automatico M70 B cal. 7,62 mm    1.550
Mortaio M74 cal. 120mm                         3
Lanciarazzi portatile RBR M79 cal. 90 mm 5.200
Cannone senza rinculo M60A1 cal. 82 mm       185
Carro T55, T55A, T55AK                                    282
Veicolo trasporto truppe OT M60                10
Veicolo trasporto truppe BTR-50 PK         8
Veicolo trasporto truppe BTR-50 PU        41
Veicolo trasporto truppe BTR-60 PU12         9
Autoblindo POLO 9P122 (BRDM-2 armato con 9M14 Maljutka)     26
Autoblindo POLO 9P 133                     21
IFV modello BVP M80                     99
Cannoncino M75 cal. 20/1 mm            100
Cannoncino M55 A3B1 cal. 20/3 mm    578
Cannoncino M55 A4 cal. 20/3 mm            404
Obice M56 cal. 105 mm                      1
Obice M56 A1 cal. 105 mm             64
Obice M1 cal. 155 mm                     127
Obice M65 cal. 105 mm                      9
Lanciarazzi VBR M63 cal. 128 mm             26
Goniometro UT M58-H                    173
Kit PUV M56 per SO M36 cal. 90 mm      6
Kit PUV M56 per Obice cal. 155 mm     14
Goniometro UT-Hord (s)                       2
Semovente Praga V3-S con cannone M53/59 cal. 30/2 mm    48
Radar SNAR-10                               3
Gru 6/8 Coles Hydra Husky              13
Cartucce cal. 7,62×39 mm          42.560
Cartucce cal. 12,7×99 mm          73.024
Granata da fucile M60 P2 per M84      90.680
Granata tracciante M62                  29.440
Apparecchiatura di controllo (per missile teleguidato) 9S415M    5
Razzo cal. 90 mm per M79 Osa            1.407
Razzo S-5M                              100
Razzo V-5M1                           500
Proiettili per obice M68 cal. 210 mm   27.552

Foto: Esercito serbo, Marko M, web

Triestino, analista indipendente e opinionista per diverse testate giornalistiche sulle tematiche balcaniche e dell'Europa Orientale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche all'Università di Trieste - Polo di Gorizia. Ha recentemente pubblicato per Aracne il volume “Aleksandar Rankovic e la Jugoslavia socialista”.

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