Le polemiche scuotono la Difesa croata

Nei giorni scorsi, la Presidente croata Kolinda Grabar-Kitarović si è recata in visita agli 81 effettivi pronti a partire per l’Afghanistan nell’ambito della missione NATO “Resolute Support e ha promesso di far loro visita direttamente nel teatro delle operazioni.

Più in generale, l’occasione è servita alla nuova Capo di Stato per dimostrare la propria vicinanza alle Forze Armate e ribadire che, a suo modo di vedere, l’impegno di Zagabria in una zona così lontana dalla madrepatria è in realtà estremamente importante per la sicurezza del Paese e, soprattutto, giustificato dalla membership nella NATO, alle cui necessità ci si deve spesso adeguare.

Più conciso è stato il Ministro della Difesa Kotromanović che, parlando dopo la Grabar-Kitarović, ha semplicemente evidenziato che secondo lui l’Afghanistan è ora un paese più sicuro, ma che, nonostante ciò, molto resta ancora da fare, concludendo con “ci vedremo presto a Kabul o nel nord del paese”.

Al di là di queste cerimonie di rito, comunque, il settore difesa del paese ex-jugoslavo sta offrendo in questi giorni parecchie notizie interessanti e, in certi casi, quantomeno peculiari. La più recente riguarda i piloti della Pattuglia Acrobatica Nazionale “Krila Oluje” che sono intenzionati a lasciare l’esercito e il Paese per accettare delle proposte più convenienti provenienti dall’estero.

Secondo il Jutarnji List, infatti, i sei top gun avrebbero ricevuto un’offerta da parte dell’Oman (o, secondo un’altra versione, del Qatar), che sarebbe disposto a pagare loro uno stipendio circa tre volte superiore a quello attuale, ma che comunque non diventerebbe per nulla “faraonico” (circa 3500 Euro) considerando la loro mansione. Come prevedibile, tale notizia ha avuto una forte eco sui principali media nazionali e scatenato un dibattito circa la correttezza del comportamento tenuto.

Al di là delle considerazioni di natura morale che hanno diviso l’opinione pubblica, il problema per Zagabria è concreto, in quanto i sei sono anche tra gli istruttori più esperti su cui può fare affidamento l’Aereonautica in questo momento, avendo alle spalle oltre 1500 ore di volo e, inoltre, fra i 6 e i 10 anni di appartenenza alla Pattuglia Acrobatica.

Pochi giorni prima di questo episodio, inoltre, un’altra vicenda dai contorni poco chiari ha contribuito a creare grattacapi alle Forze Armate, accusate dal sito tportal.hr di aver acquistato 12 obici semoventi PzH 2000 usati e, pare, momentaneamente non funzionanti dall’Esercito Tedesco senza effettuare nessun esame preliminare dei mezzi.

Mario Duspara, l’autore del “j’accuse”, sostiene infatti che le trattative, oltre a non aver fatto ottenere un buon prezzo al Paese, siano iniziate ben prima della pubblicazione (26.11.2014) delle linee guida di sviluppo delle FF.AA. croate che teorizzavano, fra l’altro, la necessità di avere in dotazione artiglieria calibro 155 mm con gittata fino a 40 km.

Egli sottolinea, inoltre, che a suo avviso si è trattato di un acquisto scarsamente logico in quanto si sono forniti all’Esercito dei mezzi già usati che, stando alle previsioni Ministeriali, sarebbero dovuti diventare pienamente operativi appena nel 2022 (anno in cui saranno già obsoleti) e che, a causa del loro peso, non possono né essere aviotrasportati (la Croazia non dispone di aerei adeguati) né fatti passare sopra ai ponti mobili attualmente in dotazione, inadatti a sostenere le 57 tonnellate del PzH 2000.

Immediata è arrivata la stizzita replica da parte del Ministero della Difesa che, in un comunicato dai toni particolarmente duri apparso sul proprio sito, ha smentito categoricamente il contenuto dell’articolo, che nel frattempo era stato ripreso da altri media.

Nello specifico, vengono rigettate soprattutto le accuse di aver scelto “a scatola chiusa”, sottolineando che anche la NATO è stata coinvolta in una scelta che ha visto prendere in considerazione anche altri prodotti, come il CAESAR, il Paladin, il Zuzana II e il datato M109A3GN. Oltre a ciò, la Difesa ha negato categoricamente anche di aver pagato un prezzo “fuori mercato”, sostenendo che l’importo pattuito (che dovrebbe aggirarsi attorno ai 4 milioni a pezzo) è assolutamente concorrenziale, soprattutto alla luce degli aggiornamenti effettuati sui mezzi.

E’ interessante notare, però, che nel documento non vengono trattate invece le accuse lanciate circa l’effettivo impiego che l’Esercito potrà fare degli obici acquistati.

Oltre alla vicenda Pzh-2000 un altro acquisto delle Forze Armate ha destato sorpresa, ossia quello degli elicotteri statunitensi OH-58D Kiowa. Già a novembre dell’anno scorso, infatti, una delegazione proveniente da Washington aveva fatto scalo a Zagabria al fine di convincere l’allora presidente Josipović e il Primo Ministro Milanović a comprare gli UH-60 e i già citati Kiowa, adeguando così la Croazia agli standard NATO ed abbandonando definitivamente il materiale d’armamento di produzione socialista.

A seguito delle forti perplessità espressa dai principali quotidiani, che avevano ricordato come il paese non disponesse neanche di un numero sufficiente di piloti per far volare i Mi-8 e i Mi-171 in dotazione, sembrava che la questione fossa stata messa in stand-by, ma non è stato così. Alla fine, infatti, la Croazia ha deciso di accettare l’offerta statunitense e riceverà in dono 16 OH-58D usati ma aggiornati nel 2011.

La peculiarità della transazione però sta nel fatto che il paese beneficiario dovrà non solo pagare i costi di trasporto dei velivoli dagli USA, ma anche pagare la Tassa sul Valore aggiunto, che da sola dovrebbe ammontare a circa 100 milioni di kune, poco più di 13 milioni di euro.

Si capisce, quindi, che Zagabria sta portando avanti uno sforzo per modernizzare le sue Forze Armate (in cui, ad esempio, prestano ancora servizio i vecchi cacciabombardieri Mig21) e avvicinarle agli standard occidentali, ma ciò non trova particolarmente favorevole la popolazione che, in un momento di crisi per l’economia nazionale e di forte disoccupazione, non vede di buon occhio le elevate spese sostenute per acquistare materiale d’armamento usato, datato e di produzione estera.

Foto: Hrvatski Vojsnik, Bundeswehr, ZD News, Vanguard Dahlonega, Difesa olandese, Forze Aeree Croate

Triestino, analista indipendente e opinionista per diverse testate giornalistiche sulle tematiche balcaniche e dell'Europa Orientale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche all'Università di Trieste - Polo di Gorizia. Ha recentemente pubblicato per Aracne il volume “Aleksandar Rankovic e la Jugoslavia socialista”.

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