Iraq: i miliziani sciiti confermano la morte di al-Douri
I test del Dna condotti dalle Brigate Hezbollah, una delle formazioni irregolari sciite che in Iraq combattono contro lo Stato Islamico al fianco delle forze governative, hanno confermato la morte di Izzat Ibrahim al-Douri, già numero due nel regime di Saddam Hussein. E’ quanto riferito dal portavoce della milizia, Jaafar al-Husseini, secondo cui “i risultati finali dimostrano che il cadavere appartiene proprio a Douri”.
Stando a Hussein, le analisi di laboratorio sui campioni organici prelevati dalla salma dell’ex generale sarebbero stati condotti in un non meglio specificato ospedale, la cui ubicazione non ha voluto rivelare. “Siamo sicuri al cento per cento”, ha insistito Husseini, aggiungendo che i resti saranno consegnati alle autorità irachene nella stessa giornata odierna.
Izzat al Duri, noto per la sua barba e baffi rossi, era per gli Stati Uniti il sesto dei 55 gerarchi iracheni super ricercati dal Pentagono. Nell’ormai celebre mazzo di carte diffuso dagli Usa nel 2003 per misurare l’importanza degli uomini del regime, al Douri era il “re di fiori”.
Douri, latitante dal 2003 era passato l’anno scorso a sostenere i jihadisti con l’Esercito degli Uomini dell’Ordine Naqshbandi da lui fondato nel 2006 (e accreditato di almeno 2 mila combattenti), è rimasto ucciso venerdì scorso con nove guardie del corpo durante uno scontro con unità della Mobilitazione Popolare, coalizione di paramilitari sciiti, tra le montagne di Hamrin nella provincia settentrionale di Salaheddin Originario di Dur, villaggio nella provincia di Tikrit, al Duri si era fatto conoscere in questi anni per i suoi frequenti audio messaggi contro gli Stati Uniti e l’Iran.
L’ultima missiva a lui attribuita era stata diffusa il 5 aprile scorso, quando plaudiva all’intervento militare saudita nello Yemen contro gli insorti sciiti filo-iraniani. Non è la prima volta che al-Douri viene dato per morto.
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