Ecco cosa ci dà la Ue: 18 navi, 5 aerei e tante pernacchie

di Marco Gorra da Libero  Quotidiano del 25 aprile 2015

Dice: il Consiglio europeo straordinario non è stato del tutto un flop perché almeno ha triplicato gli stanziamenti per Triton. Poi vai a vedere nel dettaglio in cosa mai consista praticamente questo benedetto triplicamento. E a quel punto il sospetto che da Bruxelles ti stiano prendendo in giro non te lo leva più nessuno. Basti dire che, dei ventinove Paesi coinvolti, l’unico a risultare generoso è la Norvegia.

Cioè il solo a non far parte dell’Unione europea.Ulteriori dettagli. Tredici Stati non forniranno alcunché: non un mezzo, non un centesimo. Se i Paesi del blocco meridionale (Italia, Grecia, Spagna, Malta e Cipro) sono da considerarsi ampiamente giustificati in quanto aventi sopportato sulle proprie spalle l’intero peso delle operazioni fino ad ora, lo stesso non può dirsi per gli altri. E cioè per Paesi Bassi, Slovacchia, Estonia, Bulgaria, Austria, Romania, Slovenia e Croazia.

A quale titolo ed in virtù di quali motivazioni a questi Stati sia stato concesso di non muovere letteralmente un dito resta un autentico mistero.E non si pensi che con chi qualcosa l’ha promesso vada tanto meglio. In parecchi casi si tratta di impegni vincolati a non meglio chiarite «necessità» o «condizioni»: ad esempio, gli aerei e le navi messi a disposizione dalla Svezia arriveranno o meno «a seconda delle necessità operative».

Idem per la flotta britannica, che sarà impiegata «a condizioni da stabilire» (e cioè che nessun profugo possa fare richiesta di asilo nel Regno Unito).

Di Danimarca e Portogallo è noto solo che contribuiranno «sulla base delle necessità» con cosa non è dato sapere, mentre l’invio di una nave da parte dell’Irlanda è soggetto a «considerazioni di natura legale».

Dal Lussemburgo fanno sapere di essere disposti ad offrire, oltre a personale e ad un sistema di sorveglianza satellitare, una cifra «ancora da definire».

Appena più precisa la Repubblica Ceca, che offre 370mila euro, specificando tuttavia che si tratta di una «indicazione previsionale».Capitolo a parte le offerte a tempo.

C’è la Lettonia che mette a disposizione mezzi per periodi dai 30 ai 180 giorni, la Lituania che presta un esperto per un mese ed un elicottero per due, la Francia che schiera due aerei per 15 giorni ed una nave pattuglia per 30 e la Finlandia che impiega un aereo di pattuglia per un mese ed un altro velivolo per periodo imprecisato ma comunque non eccedente l’autunno.

Chiudono la sfilata i Paesi virtuosi, che per qualificarsi come tali più che presentare un’offerta minimamente seria non hanno dovuto fare. Appello nominale: Polonia (un aereo di sorveglianza); Ungheria (quattro esperti); Belgio (una nave); Germania (dieci navi più un pool di esperti).

Come detto, alla fine a fare la figura migliore è l’unico Paese che della Ue nemmeno fa parte: la Norvegia. Il governo di Oslo ha infatti messo sul piatto sei milioni e duecentocinquanta-mila euro di aiuti umanitari ed un vascello, senza porre condizioni o limiti di tempo. Gran signori, questi norvegesi. Ti credo che con quegli sparagnini di Bruxelles non vogliono avere niente a che spartire.

foto: Marina Militare

Vignetta: Alberto Scafella

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