Il nuovo carro russo T-14 “Armata”
AGGIORNATO il 10.maggio 2015
Dopo l’apparizione del “T-14 Armata” alla sfilata del 9 maggio sulla Piazza Rossa a Mosca, alcune precisazioni sono necessarie. In primo luogo riguardo la sagoma, che appare del tutto diversa rispetto al draft apparso un po’ ovunque ed in qualche modo “ufficializzato” dalla stampa russa.
In realtà la torretta non si presenta affatto piatta ma ha un profilo decisamente di tutto rilievo ed è sormontata da una piccola torretta secondaria in cui, come riporta l’agenzia russa “Sputnik”, è alloggiata una mitragliatrice da 7.62 mm manovrata a remoto. Questo dunque l’armamento secondario che non comprende, al momento, il cannoncino da 30 mm e una mitragliera da 12.7 mm. Il condizionale però è d’obbligo perché il “T-14 Armata” è destinato a riservare altre sorprese.
Come riporta infatti l’agenzia “Tass” in un’intervista a Vyacheslav Khalitov (vice AD del gruppo costruttore “Uralvagonzavod”), con la denominazione “Armata” dev’essere inteso il prototipo di una piattaforma suscettibile di sviluppo sia per i carri che per altri veicoli da combattimento.
“Possiamo impegnarci in ogni progetto”- ha detto Khalitov -“perché abbiamo creato una piattaforma universale con una varietà di configurazioni, e questo ci permette di montare sullo chassis qualsiasi speciale allestimento o armamento”.
E’ possibile quindi che il carro visto sfilare sulla Piazza Rossa non sia la versione-base definitiva. Per conoscerlo si dovrà attendere probabilmente fino al prossimo settembre, quando si terrà Nižnij Tagil, negli Urali, la 10a esposizione internazionale “Russia Arms Export 2015”.
30 Aprile 2015 — Come riportato dalla stampa russa, il nuovissimo carro da combattimento MBT (Main Battle Tank) “T-14 Armata” verrà ufficialmente esibito per la prima volta in occasione della sfilata per il “Giorno della Vittoria” il prossimo 9 maggio sulla Piazza Rossa a Mosca.
E’ una novità importante? Si tratta un carro in grado di alterare gli attuali equilibri di forza? Ecco cosa dice in proposito il giornale tedesco “Stern”: “Il tedesco “Leopard-2” e l’americano “M1-Abrams” sono stati sviluppati 35 anni fa. Hanno subito numerosi aggiornamenti, ma le loro caratteristiche di base non differiscono molto dal progetto iniziale. Il “T-14 Armata” è il primo carro di costruzione realmente avanzata”.
La questione in effetti si presenta in questi termini. Ogni armamento, per quanto abbia valide caratteristiche ed aggiornamenti, è comunque destinato a una inevitabile obsolescenza dovuta alla continua evoluzione tecnologica ed alla superiorità che possono acquisire gli avversari.
Nel caso di un mezzo complesso come un carro da combattimento, l’evoluzione non si limita infatti soltanto al miglioramento della capacità offensiva (l’armamento principale, il cannone) o protettiva (la corazzatura, l’ingombro della sagoma), ma riguarda anche le capacità motoristiche e di mobilità (motori a turbina o policarburante, il consumo, la velocità), hardware/software di bordo, l’armamento antiaereo, antimissile e controcarro nonché, in vario grado, le diverse capacità prestazionali (superamento di corsi d’acqua e pendenze, capacità e celerità di tiro in movimento, trasportabilità, tempistica nella sostituzione di motore, cingoli e ricambi, e queste solo per citarne alcune) un insieme di elementi per i quali non sempre è sufficiente supplire con kit di ammodernamento.
Come si presenta quindi il T-14, dato che in assoluto è il più recente tra i carri da combattimento?
Come riporta la rivista britannica IHS Jane’s colpisce innanzitutto la modernità del design, che presenta una linearità essenziale e nell’insieme, almeno in apparenza rispetto agli omologhi carri occidentali (M1A2 Abrams, Leopard-2, Challenger-2, Leclerc, Ariete, Merkava IV), un certo contenimento della sagoma (le dimensioni reali non sono ancora note).
L’equipaggio è composto da 3 uomini ed è alloggiato nella parte frontale dello scafo in quella che viene definita una cellula di sopravvivenza corazzata multistrato, con visione all’esterno attraverso un doppio sistema panoramico di telecamere.
La torretta, piatta e vuota, assieme alle armi, è manovrata da remoto. E’ provvista di un cannone di nuova generazione da 125 mm a canna liscia (mod. 2A82-1M) cui è attribuita una precisione di tiro superiore del 15-20% rispetto al modello precedente (2A46M) montato sul carro base dell’Esercito russo T-72/90.
Inoltre, sembra che il T-14 possa essere dotato di un nuovo cannone da 152 millimetri, mai montato finora su un carro da combattimento.
Riguardo il caricamento, il sistema è interamente automatizzato (fino a 32 proiettili, su una riserva di 45 colpi di varia tipologia), così come l’acquisizione dell’obiettivo, il puntamento e la regolazione del tiro in funzione del movimento e della velocità del carro.
Le sorprese della torretta però non finiscono qui. Come armamento secondario, perlomeno come appare in alcune realizzazione grafiche (video), sulla torretta sono montati in senso coassiale un cannoncino da 30 mm per la difesa contro gli elicotteri o velivoli lenti ed una mitragliera da 12,7 mm per tiro contro fanterie nemiche e obiettivi vicini, capace anche di intercettare proiettili o razzi anticarro rilevati a mezzo radar Doppler fino alla velocità di 3 km/secondo.
L’armamento secondario è comunque variabile in relazione ai diversi allestimenti (carri IFV, APC o ARV), potendo anche risultare di 2 mitragliere coassiali e di 1 cannoncino oppure una mitragliatrice ed un cannoncino, oltre a due sistemi di missili guidati anticarro Kornet-EM.
Venendo alla corazzatura, anche qui sembra siano stati compiuti importanti passi in avanti. Secondo un report dell’US ARMY – FMSO (Foreign Military Study Office) (pag 51-53), la corazzatura multistrato passiva del T-14 è realizzata in acciaio sottoposto a processo di rifusione sotto scoria (ESR) abbinato a nuovi materiali compositi, in grado di proteggere da ogni lato il carro contro il munizionamento più avanzato e le mine.
In aggiunta, il T-14 è anche dotato di una protezione attiva denominata “Afganit”, capace di fermare missili o proiettili anticarro non intercettati dall’armamento difensivo.
Ecco quindi la valutazione finale nel report dell’FMSO: “Si tratta di un sistema di difesa attivo anche verso attacchi dall’aria. La versione più recente dell’elicottero Apache non ha garanzia di distruggere un T-14 con i propri missili. La difesa attiva copre l’intera sagoma della torretta a vari livelli, assicurando una completa protezione delle componenti più importanti del carro”.
Sostanzialmente, com’è del resto logico che sia, la valutazione pragmatica degli statunitensi si focalizza su quello che certamente è l’aspetto per loro più rilevante, cioè la capacità di colpire e distruggere il potenziale avversario, come del resto i progettisti russi, a loro volta, nello sviluppare il T-14, hanno valutato le minacce rappresentate dai mezzi occidentali, la cui situazione è questa.
Il carro più diffuso è l’americano “Abrams” nelle varie versioni (M1, M1A1 e M1A2) prodotto nell’arco di un trentennio in oltre 9.000 esemplari, di cui circa 8.000 per l’Esercito USA. Subito dopo si colloca il “Leopard 2” prodotto in circa 3.500 esemplari che si trovano però, a differenza dell’”Abrams”, quasi interamente schierati nel teatro europeo. Quindi il “Challenger 2” britannico, in circa 400 esemplari, il “Leclerc” francese, circa 860 esemplari (la metà acquisiti all’estero), e l’italiano “Ariete”, in circa 200 esemplari.
I carri “Abrams” e “Leopard 2”, cioé il nerbo dello schieramento occidentale, sono stati finora ritenuti superiori al carro russo T-90. Ora, in che modo è destinata ad evolversi la situazione?
Viste le anticipazioni, il T-14 viene unanimemente considerato un mezzo con caratteristiche superiori ma, altrettanto unanimemente, viene anche detto che il T-14 deve prima dimostrare il suo valore sul campo, in senso non metaforico ma reale, dato che anche le più severe sperimentazioni possono non evidenziare problematiche di vario genere che si estendono poi anche ad altri settori.
Ad esempio la nuova versione M1A2 dell’”Abrams”, con i successivi rafforzamenti della corazzatura, ha raggiunto le 62 tonnellate (l’M1 iniziale ne pesava circa 56), determinando consumi abnormi di carburante e una conseguente riduzione dell’autonomia, imponendo un’adeguata logistica di aderenza che, in qualche modo, ne limita comunque l’operatività.
L’Esercito russo sembra comunque non avere nessuna riserva sul progetto T-14, tant’è che dallo stesso chassis (“universal platform”), come si è detto, sono già in allestimento le varianti IFV (Infantry Fighting Vehicle), APC (Armoured Personnel Carrier) o ARV (Armoured Recovery Vehicle).
Il piano di produzione è già avviato ed entrerà a pieno regime nel 2016 con una produzione annuale di 500 carri, per arrivare entro il 2020 a creare una forza corazzata di 2.300 nuovi carri da combattimento. Sempreché non vi siano nuove sorprese. Come infatti riporta “Russia Today”,
il progetto del “T-14 Armata” già prevede la sua evoluzione in un mezzo da battaglia interamente robotizzato.
Foto: Ministero Difesa russo, Reuters, AFP, Getty Images
Fabio RagnoVedi tutti gli articoli
Padovano, classe 1954, è Colonnello dell'Esercito in Ausiliaria. Ha iniziato la carriera come sottufficiale paracadutista. Congedatosi, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza ed è rientrato in servizio come Ufficiale del corpo di Commissariato svolgendo incarichi funzionali in varie sedi. Ha frequentato il corso di Logistic Officer presso l'US Army ed in ambito Nato ha partecipato nei Balcani alle missioni Joint Guarantor, Joint Forge e Joint Guardian.