Libano: prime consegne delle armi francesi pagate dai sauditi
Il Libano ha ricevuto dalla Francia la prima parte di una partita di armi del valore di tre miliardi di dollari, finanziati dall’Arabia Saudita, destinata a
rafforzare l’esercito di Beirut per fronteggiare le infiltrazioni terroristiche, specie dal confine con la Siria. Alla cerimonia, svoltasi il 20 aprile all’aeroporto di Beirut, hanno partecipato il ministro della Difesa di Parigi, Jean-Yves Le Drian (foto sotto), e il suo omologo libanese, Samir Moqbel, il quale ha espresso “fiducia” nell’abilità dell’esercito di difendere il paese dagli estremisti.
“La vittoria del Libano contro il terrorismo è una vittoria di tutti i paesi minacciati”, ha affermato Moqbel nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’omologo francese Jean-Yves Le Drian.
La prossima fornitura verrà effettuata in maggio”, ha sottolineato Le Drian, aggiungendo che 60 istruttori francesi arriveranno in Libano per addestrare le truppe di Beirut.
Nell’accordo stretto con Parigi, come ricordato oggi da Le Drian, si parla anche di decine di veicoli blindati e pezzi di artiglieria tra cui il sistema Cesar (Camion équipé d’un système d’artillerie) da 155 millimetri.
“L’esercito svolge un ruolo significativo in Libano, specie nella guerra contro il terrorismo”, ha sottolineato il ministro francese che successivamente si è recato a Dayr Kafa, nel Sud del Libano, dove ha fatto visita agli 815 caschi blu francesi dell’Unifil e si è intrattenuto con il generale Luciano Portolano, il comandante della forza dell’Onu.
il capo di Stato maggiore libanese Jean Kahwagi ha firmato sabato scorso un protocollo d’intesa addizionale di altri tre miliardi di dollari finanziati dall’Arabia Saudita per l’acquisto di armi francesi.
Se confermata, l’intesa consentirebbe a Beirut di completare il processo di ammodernamento del proprio equipaggiamento militare, ma avrebbe anche importanti ricadute politiche, aumentando la dipendenza libanese dalle armi francesi e dagli stanziamenti dell’Arabia Saudita, cui è legato in particolare l’ex premier Saad Hariri, leader de facto del Movimento Futuro e della Coalizione 14 marzo.
Non a caso, lo stesso Hariri si sta occupando in questi giorni della definizione di un ulteriore prestito saudita da un miliardo di dollari per l’acquisto di armi dirette all’esercito e alle forze di sicurezza.
Fronte al Nusra e Stato islamico hanno instaurato lo scorso anno un’inedita forma di collaborazione sul Qalamoun, la zona montuosa libanese lungo il confine occidentale della Siria, arrivando ad agosto a prendere per alcuni giorni il contrario della cittadina libanese di Arsal e a rapire decine di militari, alcuni dei quali restano nelle mani dei sequestratori.
Negli ultimi mesi, gli equilibri di forza nell’area sembrano essere passati a favore degli uomini di Abu Bakr al Baghdadi. La prospettiva di nuovi attacchi dello Stato islamico in Libano non può che preoccupare sia Hariri che Nasrallah.
Foto AFP e Reuters
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