50mila dollari per sparare con il Seal che uccise bin Laden
Come riporta il “Washington Post”, l’ex membro delle forze speciali americane Robert O’Neill, l’uomo che uccise Osama Ben Laden, parteciperà ad uno speciale evento in suo onore in cui si potrà incontrarlo, parlarci ma soprattutto spararci assieme con pistole ed armi automatiche al costo di 50.000 dollari.
L’evento, organizzato ad invito dall’associazione “ForAmerica” dell’esponente conservatore Brent Bozell, si terrà in giugno presso l’Amangani Resort Hotel di Jackson Hole, Wyoming, nei pressi del Grand Teton National Park, un lussuoso complesso in cui una camera può costare, come informa il “Post”, anche più di 1.000 dollari a notte.
L’iniziativa può indubbiamente lasciare perplessi anche se, per il pubblico americano, assuefatto a un pragmatismo che mira solo al risultato concreto tralasciando con disinvoltura quel che si potrebbe definire il “buon gusto”, la cosa non ha poi quell’aspetto di spregiudicata pacchianata che potrebbe apparire a un europeo.
Va detto infatti che l’iniziativa, per quanto discutibile, si inquadra in una sorta di “raccolta fondi” a favore dell’associazione organizzatrice che ha tra i suoi scopi la difesa dei valori fondanti della nazione americana e che, come riporta il “Post”, ha visto dimezzarsi i contributi dei suoi sostenitori nell’arco di un solo anno, passando da 4,9 a 2,5 milioni di dollari.
Il tema della raccolta fondi vale naturalmente anche per O’Neill, co-fondatore di una propria associazione denominata “Your Grateful Nation”, dedita ad aiutare gli ex appartenenti alle forze speciali nel loro reinserimento nella vita civile, per quanto O’Neill abbia comunque voluto precisare di aver aderito all’iniziativa “come un favore ad un amico che l’ha aiutato”. Ma chi è Robert O’Neill? E come gli è stata attribuita l’uccisione di Osama Ben Laden? E perché tutto questo è stato reso di pubblico dominio, esponendo anche lui stesso al rischio di eventuali attentati?
La questione risale al 2012 e all’uscita del libro “No Easy Day” di Mark Owen (pseudonimo di Matt Bissonnette), un ex Navy SEAL appartenente al DEVGRU (US Naval Special Warfare Development Group) congedatosi nel 2012 dopo 14 anni di servizio.
Nel suo libro, Owen racconta l’Operazione “Neptune Spear” del 1 maggio 2011 in cui una speciale unità d’assalto composta da 22 Navy SEAL eliminò Ben Laden nel suo rifugio di Abbottabad, Pakistan, trasportandone poi il cadavere a bordo della portaerei “Carl Vinson” da cui, come qualcuno ricorderà, venne velocemente sepolto in mare, fatto questo destinato a suscitare in seguito dubbi e riserve sull’intera operazione e la sua veridicità.
Il libro di Owen, oltre ad essere un racconto emozionante sull’addestramento e le azioni di guerra dei SEAL, è la cronaca minuto per minuto dell’operazione con dettagli anche inediti e persino clamorosi – come lo schianto all’atterraggio del Black Hawk su cui era imbarcato lo stesso Owen con tutta la sua squadra – e che se non altro ha contribuito ad eliminare alcune polemiche e incertezze sulla fine di Ben Laden.
Nel suo racconto, Owen non nasconde che qualcun altro abbia sparato per primo (nel libro lo chiama “il mio compagno alla testa della formazione”) e di aver aperto il fuoco subito dopo, assieme a un altro collega, colpendo l’ormai agonizzante Ben Laden.
Un anno dopo, nel marzo 2013, questo “compagno alla testa della formazione”, pur mantenendo l’anonimato, esce allo scoperto rilasciando un’intervista a “Esquire Magazine” in cui sostanzialmente si lamenta che un eroe come lui, uccisore del più pericoloso terrorista del mondo e combattente pluridecorato (O’Neill è insignito di ben 52 tra onorificenze e decorazioni, incluse 2 “Silver Star” e 4 “Bronze Star”), non possa ricevere la pensione perché non ha raggiunto 20 anni di servizio (ha dato le dimissioni con 16 anni e mezzo).
L’anonimato però non dura molto perché, già nel novembre 2014, O’Neill rilascia una nuova intervista, questa volta al “Washington Post”, in cui finalmente rivela di essere lui il vero uccisore di Ben Laden.
Le sue motivazioni? O’Neill sostiene di averlo fatto dopo un incontro con i parenti delle vittime dell’11 Settembre che l’avrebbero sollecitato a ”chiudere la storia”, ma tant’è.
Le sue motivazioni, quali che siano, non sono state affatto apprezzate dagli alti gradi militari ed il “Post” richiama in proposito una lettera a firma del Capo del Navy Special Warfare Command in cui sarebbero stati ricordati (invano) a O’Neill i doveri dei militari impiegati nelle operazioni speciali, in particolare l’obbligo di “non svelare la natura del servizio né cercare riconoscimenti per l’azione svolta”, dato che la dedizione al dovere ha come motivazione e fondamento i valori che si possiedono, che certo non hanno niente a che spartire con “la notorietà o il guadagno”.
Bisogna dire che l’esser venuti meno a questo “impegno d’onore” non ha portato troppa fortuna a quelli che l’hanno violato. Matt Bissonnette (alias Mark-Owen), dopo aver perso la battaglia legale sui diritti d’autore per il film “Zero Dark Thirty” (la versione cinematografica dell’uccisione di Bin Laden) è stato condannato a pagare 4,5 milioni di dollari al Governo USA per aver pubblicato il suo libro senza il preventivo nulla-osta delle Forze Armate (un obbligo imposto dalla necessità di evitare la diffusione di informazioni classificate) ed è attualmente in causa con i suoi ex avvocati, da lui accusati di non averlo consigliato a farlo.
Qualcosa di analogo è successo anche alla vedova di Chris Kyle, l’ex Navy SEAL autore del libro “American Sniper” da cui è tratto l’omonimo film di Clint Eastwood. Dopo essere stata citata in giudizio dall’ex Governatore del Minnesota Jesse Ventura per diffamazione (Ventura, nella foto sopra, si sarebbe riconosciuto in una rissa descritta nel libro, in cui sarebbe stato picchiato per aver offeso i SEAL) ed esser stata condannata a pagare 1,8 milioni di dollari, ora Taya Kyle è in causa contro il giudice e la giuria.
Quanto a Robert O’Neill, anche lui è incorso in una disavventura giudiziaria, accusato dalla Marina USA di aver rivelato notizie militari classificate.
Tutto questo non giova all’immagine delle Forze Armate americane e dei loro più celebrati eroi, i Navy SEAL, le cui imprese e prestigio non vengono offuscate per gli errori di pochi. Certo è che la notizia della sparatoria con Bob O’Neill per 50.000 dollari sarebbe stato meglio non leggerla, così come sarebbe stato meglio non leggere le promozioni commerciali nel sito di Mark Owen (anche non è dato sapere in quale esatta relazione sia tutto questo con Matt Bissonnette), in cui si vende per 5.000 dollari il fucile d’assalto H&K 416 con cui è stato ucciso Bin Laden. Come gadget supplementare, assieme al fucile, ad ogni acquirente viene inviata una copia autografata del libro “No Easy Day”.
Fabio RagnoVedi tutti gli articoli
Padovano, classe 1954, è Colonnello dell'Esercito in Ausiliaria. Ha iniziato la carriera come sottufficiale paracadutista. Congedatosi, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza ed è rientrato in servizio come Ufficiale del corpo di Commissariato svolgendo incarichi funzionali in varie sedi. Ha frequentato il corso di Logistic Officer presso l'US Army ed in ambito Nato ha partecipato nei Balcani alle missioni Joint Guarantor, Joint Forge e Joint Guardian.