VIDERE NEC VIDERI: IL 185° RRAO

Videre nec videri, vedere senza essere visti: il motto del 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi “Folgore” esprime perfettamente la ragion d’essere primaria di questo prestigioso reparto delle Forze per Operazioni Speciali dell’Esercito, la cui missione principale risiede nella capacità di effettuare missioni di ricognizione, osservazione, sorveglianza ed acquisizione obiettivi in maniera furtiva ed occulta, evitando l’ingaggio diretto ed operando in ogni ambiente naturale,  in contesti permissivi, non permissivi o apertamente ostili.

L’esigenza di poter disporre di un tale strumento, in grado di infiltrarsi oltre le linee e di operare in condizioni di elevato isolamento e rischio estremo, venne avvertita inizialmente alla fine degli anni ’90 nell’ambito delle aviotruppe, al fine di incrementare le capacità di osservazione e  sorveglianza del campo di battaglia e di acquisizione obiettivi dei nuclei SAOV (Sorveglianza ed Acquisizione Obiettivi Visuale) del 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti (RAP), allora dotato di obici da 105/14 e di mortai da 120 mm.

G470-185Si cercava anche, in questo modo, di colmare la lacuna creatasi con lo scioglimento del 13° GRACO, un reparto che negli anni della Guerra Fredda aveva svolto con una Batteria Acquisizione Obiettivi di paracadutisti un ruolo similare, a profitto della 3° Brigata Missili e di tutto il 5° Corpo d’Armata  in prima schiera.

Il 3 aprile del 2000 il Reggimento Artiglieria Paracadutisti venne pertanto riconfigurato per i nuovi compiti, cedendo le bocche da fuoco e dedicandosi ai primi corsi per Acquisitori di Obiettivi (incarico 80G), con lo scopo di formare operatori molto preparati, sia dal punto di vista fisico che tecnico-professionale, ponendo in essere una selezione draconiana del personale già effettivo al reparto.

Mediamente meno del 50% degli aspiranti, già selezionati per il paracadutismo, venne ritenuto idoneo al nuovo impiego, mentre solo il 20-30% di questi portò a termine felicemente un apposito iter addestrativo molto impegnativo messo a punto e condotto nell’ambito reggimentale. Questo prevedeva, dopo la preselezione fisica, una fase basica di 14 settimane imperniata su topografia, addestramento individuale al combattimento, impiego delle armi leggere e pratica di tiro, trasmissioni, pronto soccorso, difesa NBC, riconoscimento mezzi e materiali e acquisizione obiettivi.

970236_409911332455098_402257217_nA questa faceva seguito un addestramento di specializzazione di 17 settimane dedicato all’apprendimento delle tecniche di sopravvivenza, resistenza agli interrogatori, fuga ed evasione, alla frequenza del corso per l’osservazione del fuoco, all’approfondimento delle tecniche di riconoscimento mezzi e materiali, delle trasmissioni e di sorveglianza/acquisizione obiettivi: tutte tematiche che, ampliate ed aggiornate, costituiscono tuttora la base della formazione degli operatori.

Vennero così costituiti i primi DAO, Distaccamenti Acquisizione Obiettivi, con la trasformazione della prima batteria, poi seguita dalle altre due che, a turno, effettuarono i corsi di specializzazione e ricevettero una diversa caratterizzazione ambientale. La 1° “Draghi” assunse una particolare predisposizione ad operare in ambito artico ed alpino, la 2° “Le Aquile” in ambiente desertico e la 3° “Diavoli” in quello continentale.

Nel 2002 il reggimento venne inserito nel novero delle Forze per Operazioni Speciali dell’Esercito e conobbe il primo impiego operativo, quando un DAO con capacità FAC fu assegnato a Mostar alle dirette dipendenze della divisione Multinazionale Sud Est “Salamandre”. Altri team vennero schierati successivamente in Kosovo ed in Macedonia.

1003693_409911042455127_474718844_nNel 2003 il reparto acquisì dal 9° Reggimento Col Moschin la compagnia LRRP da ricognizione a lungo raggio, che divenne la quarta batteria operativa, pur mantenendo quella particolare specializzazione.

Gli anni successivi vedranno una crescita costante dell’operatività complessiva, con i distaccamenti regolarmente inviati nei vari teatri operativi esterni in cui è stato impegnato il nostro Paese: a Khost, in Afghanistan, nel quadro della missione Nibbio; in Iraq, a Nassirya, per l’operazione Antica Babilonia (dove tra l’altro il reggimento darà un contributo decisivo durante la Battaglia dei Ponti); nuovamente in Afghanistan nell’ambito di ISAF, inizialmente nella  Task Force Surobi e successivamente, con l’accentramento delle nostre forze nell’Ovest del Paese, ad Herat.

In questa base il reggimento ha mantenuto attiva per anni la Task Force VICTOR, una pedina posta alle dirette dipendenze del comando del nostro contingente specializzata nella ricognizione in profondità, sorveglianza speciale ed acquisizione obiettivi, ritirata alla fine del 2014.

Nel 2011 intanto il reparto aggiorna ed amplia i propri lineamenti di impiego e cambia denominazione in 185° RRAO – Reggimento Paracadutisti Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi, per sottolineare anche nel nome la varietà dei compiti assegnati.

P1014145 Nel 2013, con il potenziamento della Brigata Folgore e la rifondazione a Bracciano del 185° Reggimento di Artiglieria Paracadutisti, il RRAO cede la propria prestigiosa Bandiera al nuovo reparto, lascia l’artiglieria per la fanteria e riceve la Bandiera di Guerra del 185° Reggimento Paracadutisti, erede a sua volta del 1° Reggimento Fanteria Paracadutisti della Divisione Folgore.

Nel 2014, infine, il 185° RRAO entra a far parte del neonato COMFOSE, il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito che riunisce le eccellenze della Forza Armata. In questo rinnovato contesto i compiti affidato al reggimento includono:

Sorveglianza e Ricognizioni Speciali: per individuare, osservare, sorvegliare ed acquisire obiettivi di rilevante valore operativo. Ne sono esempi le operazioni di ricognizione in profondità a lungo raggio finalizzate alla raccolta di informazioni di elevata valenza sul dispositivo nemico (per valutarne capacità, consistenza, dislocazione, organizzazione, intenzioni e le conseguenti potenzialità operative), le missioni destinate all’individuazione di obiettivi da designare per l’attacco con vettori aerei o, al contrario, quelle tendenti ad accertare con l’osservazione diretta gli esiti e l’esatta entità dei danni arrecati da un’azione precedente (bomb damage assessment e post-strike reconnaissance).

bala-murgab-09-4In questo ambito risulta fondamentale apprendere la capacità di osservare senza essere individuati ed acquisire la più totale discrezione, sia nel movimento all’interno dell’area da sorvegliare che nella condotta della missione, evitando qualunque contatto col nemico o con i civili, che potrebbe rappresentare, di norma, la perdita del fattore sorpresa ed il probabile fallimento dell’operazione. L’armamento è quindi abitualmente limitato alla sola autodifesa, nel caso di contatto improvviso e non evitabile con elementi avversari.

Le procedure operative standard prevedono che l’attività  si esplichi, dopo un’accurata pianificazione, con la ricognizione preventiva della zona da sorvegliare e con la predisposizione del o dei posti di osservazione, del bivacco e dell’eventuale punto di trasmissione. I bivacchi e gli OP possono essere sotterranei o di superficie e debbono confondersi accuratamente con l’ambiente.

Al loro interno gli operatori vivono ed operano per più giorni, trasmettendo ai comandi superiori i dati raccolti, avvalendosi di equipaggiamenti sofisticati per l’acquisizione e la trasmissione, soprattutto satellitare, di immagini e video, sia di giorno che di notte. Dopo l’esfiltrazione il ciclo operativo si conclude con il de-briefing in cui si procede al necessario esame della missione e dei suoi esiti ed alla stesura dei relativi verbali e rapporti.

– Azioni Dirette: attività offensive condotte contro obiettivi di elevato valore oltre le linee, in territorio nemico o occupato dal nemico, portate a termine essenzialmente con il controllo terminale del fuoco proveniente da qualunque sorgente terrestre aerea o navale, come artiglieria, unità navali, elicotteri armati o aerei d’attacco. In quest’ultimo caso i distaccamenti sono anche in grado di provvedere alla guida terminale del munizionamento aereo di precisione, fornendo ai piloti la rotta di avvicinamento, la designazione dei bersagli e la loro “illuminazione” con marcatori laser.

P1016576Il RRAO non è un reparto incaricato di effettuare incursioni e sabotaggi, né operazioni di controterrorismo, ma questo non esclude che in particolari circostanze, nei confronti di obiettivi di opportunità ed in assenza di forze specifiche, possa avvenire anche un intervento diretto con l’armamento in dotazione.

Assistenza Militare: collaborazione addestrativa ed operativa con forze alleate ed amiche esercitata con attività di supporto, formazione, mentoring e di assistenza tecnica/operativa, svolta con modalità e mandati ben definiti, nell’ambito di accordi intergovernativi o di specifiche forme di collaborazione internazionale, spesso di alto valore politico.

Attualmente l’organico del reggimento comprende il Comando, la Compagnia Comando e Supporto Logistico, la Compagnia Corsi ed il 3° Battaglione Acquisitori “Poggio Rusco”. Il Comando include gli abituali quattro uffici Maggiorità e Personale, OAI – Operazioni Addestramento Informazioni, Logistico ed Amministrazione. La Compagnia Cdo e Spt Logistico ha egualmente una conformazione tradizionale e schiera i plotoni Comando, Sanità, Commissariato e Tramat (Trasporti e Materiali). La Compagnia Corsi cura la formazione di specializzazione del personale, mentre quella basica è demandata, come per tutti i reparti del bacino delle FS/FOS, al corso OBOS.

imageA tale scopo la compagnia inquadra, oltre agli allievi, un certo numero di istruttori ed alcuni Tutor, una particolare figura che esamineremo in seguito. La creazione di questa pedina addestrativa autonoma  ha rappresentato il punto di arrivo di un lungo processo che nel corso degli anni ha fornito al RRAO la necessaria autonomia nel settore della formazione, che in precedenza gravava eccessivamente sulla componente operativa.

Fino al 2006, infatti, ogni batteria effettuava a turno i corsi di specializzazione, inclusa la fase basica. In quell’anno vide la luce il corso OBOS e venne finalmente creato un Reparto Corsi extra organico, trasformato nel 2011 in Batteria Corsi organica (ora Compagnia), quale ente formativo per gli Acquisitori Obiettivi. Il 3° Battaglione Acquisitori “Poggio Rusco” è strutturato a sua volta su di un piccolo Comando, 3 Compagnie Acquisitori Obiettivi e la Compagnia Supporto Operativo. Le Compagnie AO includono il Comando ed un certo numero di DAO – Distaccamenti Acquisizione Obiettivi, della forza nominale di 12 uomini e comandati da un tenente o un maresciallo esperto.

La compagnia S.O. comprende, oltre al Comando, il Plotone C4 (che raggruppa gli apparati delle trasmissioni ed informatici necessari ad esercitare il comando e controllo su compagnie e distaccamenti) ed il Plotone Anfibio, cui sono assegnati i battelli e le imbarcazioni in dotazione al RRAO.

Selezione e formazione di base

La qualifica di Acquisitore non è un traguardo alla portata di tutti. Occorrono forti motivazioni, capacità psico-fisiche ed intellettuali elevate, associate a forza di volontà, determinazione, auto disciplina e resistenza allo stress fisico e mentale.

P1016584La ricerca di personale in possesso di queste doti non comuni si realizza, come per tutti i reparti del comparto delle Forze Speciali e per Operazioni Speciali, per mezzo di un apposito bando dell’Ufficio Operazioni Speciali dello Stato Maggiore Esercito, nel quale sono elencati per le varie categorie di personale (VFP4/VSP, Sergenti, Marescialli ed Ufficiali Subalterni) i requisiti specifici richiesti per partecipare alle selezioni ed essere successivamente ammessi all’iter formativo.

Tra i requisiti essenziali, gli stessi per aspiranti acquisitori obiettivi, incursori, ranger e mitraglieri di bordo del REOS, figurano, oltre ovviamente al gradimento allo specifico impiego, il non aver riportato condanne o sanzioni disciplinari di stato, possedere un alto profilo sanitario, aver riportato una valutazione caratteristica positiva negli ultimi due anni e non essere stati dimessi d’autorità per motivi disciplinari o di attitudine militare da precedenti corsi di formazione FS/FOS.

In questa fase il personale di truppa o del ruolo sergenti esprime la propria preferenza per un determinato reparto di destinazione finale. Nel caso del RRAO questa scelta è generata spesso dalla conoscenza diretta del reggimento, delle sue peculiarità e della tipologia di impiego che lo caratterizza. In alcuni casi si tratta addirittura di elementi già in forza al reparto (nella componente logistica) e desiderosi di cimentarsi in una sfida con i propri limiti e di affrontare con umiltà e determinazione un cammino irto di ostacoli.

diapositiva3I volontari che hanno espresso la loro preferenza per il RRAO giungono al reparto per un periodo preliminare di preparazione della durata di circa otto settimane. Questa fase iniziale è stata aggiunta recentemente al processo formativo al fine di  accrescere le possibilità degli aspiranti di superare la selezione. Nel giusto tentativo di ampliare il bacino di reclutamento delle FS/FOS infatti, i volontari possono oggi provenire da qualunque reparto della Forza Armata.

Successivamente gli aspiranti acquisitori sono inviati al RAFOS del Reggimento Col Moschin dove, insieme con i colleghi degli altri reparti del bacino FS/FOS, sono sottoposti al processo di selezione, composto da due giorni di test di preselezione e, per chi li supera felicemente, da un tirocinio di selezione immediatamente successivo di 12 giorni.

Le prove selettive fisiche previste includono 2 chilometri di corsa piana nel tempo massimo di 9 minuti, 7 chilometri di marcia celere in 45 minuti, 30 piegamenti sulle braccia, 5 trazioni alla sbarra, 40 piegamenti addominali, 4 metri di salita alla fune e 10 piegamenti alle parallele.

Giordania-1Ad ogni prova viene assegnato un punteggio che, combinato con quello  attribuito per i titoli posseduti ed i precedenti di carriera, concorre alla formazione di una graduatoria complessiva per l’accesso alla fase seguente. Il tirocinio mira a valutare gli aspiranti nelle singole prove non dal punto di vista tecnico, ma per le qualità morali e caratteriali che esprimono, per la resistenza, la volontà, la prestanza fisica e la motivazione dimostrate in situazioni di stress psicofisico.

A tal fine per dodici giorni si susseguono marce celeri con equipaggiamento completo, percorsi di guerra ed aerei, esercizi di superamento di ostacoli naturali, prove di acquaticità e guado di un fiume, lunghe sezioni di mobilità anfibia su gommoni a remi, una marcia notturna di orientamento e test di logica. Il tutto avviene in condizioni di progressivo affaticamento e di privazione del sonno.

Chi supera il tirocinio, dopo aver acquisito il brevetto di paracadutista militare con fune di vincolo (se non già posseduto), frequenta uno dei due corsi OBOS di Operatore Basico per Operazioni Speciali organizzati ogni anno sia presso il RAFOS del Col Moschin a Livorno che, a partire dal luglio 2013, dal 4° Reggimento Alpini Paracadutisti di Verona. Dal 2006 le 20 settimane dell’OBOS rappresentano infatti la fase basica dell’iter formativo per il conseguimento della qualifica di Acquisitore Obiettivi.

Giordania-5Di questo corso, che accumuna il tratto iniziale delle carriere di Incursori, Acquisitori, Ranger e Mitraglieri di Bordo del REOS, abbiamo scritto più volte in passato. Qui ricordiamo solamente che il suo obiettivo è di far acquisire le capacità attitudinali, comportamentali ed operative di base necessarie per vivere, muovere e combattere in ambiente ostile, agendo con le modalità della pattuglia da combattimento e da ricognizione paracadutisti nell’impiego in aree controllate dal nemico. Le materia trattate comprendono pertanto topografia e navigazione terrestre, addestramento al combattimento individuale, di nucleo e di pattuglia, armi e tiro, medicina tattica di base, trasmissioni ed attività ginnico sportive.

Ogni materia prevede almeno un test scritto ed una prova pratica, che debbono essere superati con una media minima di 12/20. Nell’ultima settimana si svolgono un esame scritto riepilogativo ed uno pratico rappresentato da un’esercitazione continuativa di alcuni giorni, nella quale gli allievi applicano tutte le procedure acquisite. Il loro superamento sancisce la fine del corso.Il tasso di selezione varia sensibilmente di volta in volta, ma può considerarsi mediamente dell’ordine del 50-60%.

La fase di specializzazione

Il personale destinato al RRAO che ha terminato con successo l’OBOS prosegue la formazione presso la Compagnia Corsi del reggimento. La Fase di Specializzazione Acquisitori Obiettivi inizia immediatamente dopo il termine di ciascun OBOS e comprende 14 corsi distinti, alcuni del tutto analoghi a quelli svolti dagli allievi di altri reparti del bacino FS/FOS, altri invece peculiari del RRAO, per una durata complessiva 52 settimane. Diventa acquisitore solo chi supera tutti i moduli previsti e mantiene un livello di preparazione fisica adeguato. Gli ufficiali ed i marescialli debbono inoltre dimostrare di possedere doti personali di leadership ed adeguata capacità decisionale.

RRAO-Wallpaper-73Si tratta quindi di un impegno continuativo rilevante, in cui si alternano fasi eminentemente fisiche con intensi periodi di studio teorico, il tutto protratto per circa diciotto mesi, tenendo conto dei normali periodi di ferie, delle inevitabili difficoltà organizzative, di alcuni momenti di stasi tra un modulo e l’altro o di momentanee indisponibilità di poligoni e attrezzature. Ne consegue che presso la componente addestrativa del RRAO sono generalmente in fase  di svolgimento tre differenti corsi di specializzazione contemporaneamente.

Ciascuno è affidato ad un Tutor, un operatore proveniente dal Battaglione Acquisitori  temporaneamente distaccato presso la Compagnia Corsi in possesso di grande maturità operativa, scelto per trasmettere agli allievi esperienze ed insegnamenti consolidati ed aggiornati. Equilibrato, esperto e con recenti presenze in teatro operativo, al Tutor spetta il compito di armonizzare le procedure tecnico tattiche dalla fase Obos a quella di specializzazione, di seguire, correggere e valutare gli allievi  in tutte le loro attività e di  concorrere a creare e trasmettere una particolare forma mentis, all’insegna dell’autodisciplina, del dovere e del rispetto della missione.

Consigliere, fratello maggiore e modello da emulare, il Tutor è costantemente a contatto con gli allievi, con le loro difficoltà, i disagi ed i problemi. Li accompagna zaino in spalla, marcia con loro, condivide le esercitazioni continuative, le notti all’addiaccio. E’ però nel contempo anche uno strumento essenziale del processo formativo/selettivo del personale,   osservatore imparziale che affianca gli istruttori nelle valutazioni. Per rendere le facoltà di giudizio dei Tutor il più possibile razionali e scevre da umane simpatie o antipatie, in alcuni casi vengono scambiati di ruolo e seguono, per circa il 20% delle attività, un altro corso di specializzazione.

RRAO-Wallpaper-74Preziosi fattori di raccordo tra la complessa realtà operativa del reggimento  e la nuova linfa destinata ad alimentarlo, i Tutor vengono di norma avvicendati dopo un paio di corsi, sia per l’evidente onerosità del loro compito, sia per poter disporre di elementi provenienti dalla componente operativa costantemente aggiornati, in grado si trasmettere messaggi formativi innovativi e non meramente ripetitivi.

Alcuni dei moduli addestrativi che compongono la fase di specializzazione A.O. possono essere organizzati in qualunque momento, senza una successione temporale prestabilita, solamente in base alla disponibilità dei relativi istruttori, dei poligoni o delle aree addestrative interessate. In taluni casi vengono pianificati in modo da permettere la loro frequenza da parte di allievi di due corsi di specializzazione differenti.

I moduli previsti sono:

– Corso Riconoscimento armi, mezzi e materiali per FS/FOS: 3 settimane finalizzate al riconoscimento di armi, veicoli ed equipaggiamenti in dotazione ad eserciti e forze straniere. Oltre all’evidente valenza informativa, preziosa in particolare nelle missioni di ricognizione speciale, contribuisce alla sicurezza e all’eliminazione di possibili cause di ingaggi fratricidi.

– Corso Tiro Operativo: 4 settimane dedicate alla conoscenza delle varie armi in dotazione, al loro corretto utilizzo, alle tecniche avanzate di tiro istintivo e mirato in situazioni tattiche realistiche ed in ambito urbano. Vengono curate le fasi di tiro in condizioni particolari, dietro un riparo, attraverso una finestra, in posizione eretta, a terra o in ginocchio.

P1016556Oggetto di grande attenzione sono anche il tiro in movimento, il cambio rapido del caricatore, la soluzione dei malfunzionamenti e la transizione dall’arma lunga a quella corta. Una settimana è destinata all’apprendimento delle tecniche e procedure CQB di base per il combattimento in ambienti ristretti, in cui gli allievi apprendono a bonificare gli edifici muovendosi al loro interno.

Non si tratta di affrontare tematiche relative al Controterrorismo, che non competono al RRAO, ma di dare agli acquisitori le conoscenze di base per incrementare le loro chance di sopravvivenza in caso di scoperta e compromissione della missione o, in taluni casi, per agire al meglio nei difficili scenari asimmetrici.

– Corso TCCC – Tactical Combat Casualty Care, 2 settimane destinate all’apprendimento di tecniche avanzate di medicina tattica per FS/FOS, per il soccorso immediato e la stabilizzazione del ferito con pratiche che includono l’impiego di soluzioni endovena anti-shock.

A differenza di un corso di pronto soccorso tradizionale, il TCCC prevede che le prime cure possano essere prestate in situazioni di combattimento, con minaccia nemica incombente: fondamentali sono gli aspetti relativi al triage ed alla rapidità di intervento in condizioni precarie: occorre soccorrere il ferito, evitare ulteriori perdite e completare la missione. In tale contesto la soluzione medica migliore potrebbe risultare quella tatticamente peggiore, con grave rischio per l’incolumità anche del soccorritore o dell’intero distaccamento.

Il corso affronta i possibili interventi dividendoli in tre categorie. La prima, la più impegnativa, prevede l’assistenza sotto il fuoco nemico, una situazione in cui il soccorritore deve confrontarsi con le contrastanti necessità del soccorso, della ricerca della copertura dall’azione nemica e del concorso all’azione di fuoco del proprio distaccamento, di cui è parte integrante. Il secondo caso prevede le cure da prestare quando la minaccia nemica sia cessata, mentre l’ultimo contempla l’assistenza da garantire al ferito fino alla sua evacuazione medica.

– Corso CBRN di 2 settimane, fornisce le conoscenze necessarie ad operare in sicurezza in ambienti contaminati utilizzando gli equipaggiamenti di auto protezione più avanzati.

– Corso di Difesa Personale di 2 settimane, dedicato al combattimento a mani nude senza l’ausilio di armi, utilizzando tecniche di difesa corpo a corpo  mutuate da discipline diverse.

– Corso di Topografia Trigonometrica di 2 settimane in cui si analizzano le imperfezioni delle rappresentazioni mappali, si esaminano le possibili interferenze elettromagnetiche o di altra natura che influenzano le rilevazioni topografiche, ci si focalizza sul corretto impiego degli strumenti di localizzazione, designazione ed ingaggio in dotazione (Coral, GLTD, PLDR, Sophie, Mark 7) al fine di correggerne gli errori intrinseci e determinare in modo sempre più accurato le esatte coordinate dei bersagli, sia per un loro ingaggio più efficace che al fine di prevenire possibili danni collaterali. Nei distaccamenti la scelta tra i vari equipaggiamenti è dettata dalle specifiche necessità della missione e dalle caratteristiche dei materiali: talvolta strumenti apparentemente meno aggiornati risultano i più adatti in circostanze particolari.

RRAO-Wallpaper-76– Corso Sopravvivenza, Evasione, Resistenza agli interrogatori ed Evasione (S.E.R.E.) per FS/FOS: un modulo particolarmente intenso e selettivo della durata complessiva di 4 settimane suddiviso in più fasi. La prima è sostanzialmente statica ed è destinata all’apprendimento delle tecniche di sopravvivenza di base, sfruttando le risorse dell’ambiente per procacciarsi cibo ed acqua, accendere un fuoco, trovare un rifugio, costruire equipaggiamenti di fortuna, orientarsi.

La fase successiva vede gli allievi, non consci di aver intrapreso il corso SERE, partecipare a quella che reputano una “normale” esercitazione continuativa di ricognizione in profondità, destinata però, nei piani degli istruttori, a venire compromessa ed a trasformarsi quindi nella fase avanzata e dinamica del corso sopravvivenza, in cui si susseguono la mancata estrazione, la dispersione del personale, l’isolamento operativo. Gli allievi saranno costretti a raggiungere un punto di ricongiungimento posto a grande distanza e durante tale movimento dovranno sopravvivere in isolamento in ambiente sconosciuto e mantenere il più possibile la propria capacità operativa.

La fase dinamica termina con la cattura dei frequentatori e conduce alle tecniche di resistenza all’interrogatorio. L’esperienza della detenzione e dell’interrogatorio, che giunge dopo giorni di progressiva affaticamento, privazione del sonno ed alimentazione insufficiente, hanno un impatto psicologico fortissimo sugli allievi. Le pressioni psico-fisiche esercitate dagli istruttori durante gli interrogatori (costantemente monitorati con la presenza di personale medico e debitamente registrate a tutela di tutti gli interessati) sono simulate con grande realismo e rappresentato un banco di prova significativo delle doti caratteriali degli allievi, della loro determinazione, dei loro limiti psico-fisici in situazioni di stress.

–  Corso di Mobilità Anfibia per FS/FOS, suddiviso nelle fasi Basica, di due settimane, ed Avanzata, di tre. Nella prima vengono apprese le tecniche fondamentali delle operazioni anfibie, del nuoto operativo di superficie, della messa a mare e recupero veloce da imbarcazioni e della presa di terra. Nella seconda sono approfonditi i temi legati alla navigazione diurna e notturna con gommoni con motore fuoribordo, all’aviolancio in mare con nasse stagne per l’equipaggiamento, al rilascio da elicotteri CH-47 con battelli auto gonfianti confezionali, al loro sconfezionamento in acqua per l’inizio della missione con successiva infiltrazione occulta del distaccamento e sua esfiltrazione finale con l’eventuale risalita  a motore dei gommoni sull’elicottero. Al termine viene anche rilasciata la patente nautica 6C per l’impiego dei natanti entro la fascia delle 12 miglia dalla costa.

– Corso Basico di Addestramento Alpinistico: 6 settimane presso il Centro Addestramento Alpino (CE.ALP) di Aosta focalizzate sull’apprendimento delle tecniche di arrampicata, di movimento e sopravvivenza in montagna, in terreno compartimentato e ad alta quota. Sono trattati anche i temi legati alle procedure di autosoccorso e soccorso organizzato nello specifico ambiente montano.

RRAO-Wallpaper-70– Corso Basico di Addestramento Sciistico: 6 settimane presso il CE.ALP dedicate al movimento tattico in ambiente montano innevato, all’apprendimento delle tecniche sciistiche e di quelle relative al movimento ed alla sopravvivenza in terreno vario e fuoripista, alla conoscenza della neve e delle valanghe, ed alla trattazione delle procedure di autosoccorso e di soccorso organizzato.

Gli altri moduli debbono invece essere affrontati di norma in successione, in quando l’uno risulta propedeutico ai successivi:

– Trasmissioni: 3 settimane che abilitano all’uso delle sofisticate apparecchiature radio in dotazione al reparto operanti nelle frequenze VHF, UHF, HF (per comunicazioni a lungo raggio) e satellitari, ormai di impiego generalizzato, con possibilità di ricevere e trasmettere in sicurezza dati ed immagini. Ci si impratichisce nell’uso dei compattatori di segnali, dei sistemi cripto e nelle tecniche di evasione di frequenza. Mantenere i collegamenti con i comandi superiori e gli assetti aerei è un imperativo assoluto per un reparto destinato alla ricognizione ed all’acquisizione obiettivi, pena il fallimento della missione.

– Controllo del Fuoco: 5 settimane dedicate all’osservazione ed al controllo del fuoco terrestre, navale ed aereo. In presenza di adeguata disponibilità di poligoni ed in seguito ad esercitazioni sia diurne che notturne questo modulo può includere l’acquisizione da parte degli allievi della qualifica di JFO, Joint Fire Observer, specializzato nella condotta della richiesta di intervento, osservazione e controllo del fuoco.

– Pianificazione e Condotta di Missioni LRRP: 4 settimane per acquisire la capacità di pianificare e condurre ricognizioni speciali e missioni di ricerca a lungo raggio, curando nel dettaglio le fasi di movimento occulto in territorio nemico, la predisposizione dei bivacchi e  dei posti di osservazione al fine di sorvegliare un obiettivo o un’area di interesse, con l’impiego di strumenti di osservazione e riporto dati, immagini e filmati in dotazione al reggimento.

– Pianificazione e Condotta di Missioni di Acquisizione Obiettivi: 4 settimane che, con il modulo precedente, costituiscono il cuore della formazione di specializzazione, intese a fornire agli allievi la capacità di acquisire gli obiettivi con l’impiego specifico degli strumenti di designazione laser in dotazione e di gestire e dirigere diverse sorgenti di fuoco.

Giordania-2Al termine di questo lungo iter formativo gli allievi di truppa conseguono la qualifica di Operatore Acquisitore Obiettivi  (80G), i sergenti quella di Tecnico Operazioni Speciali A.O., i marescialli di Specialista Operazioni Speciali A.O. e gli ufficiali quella di Comandante di Distaccamento A.O. e transitano tutti nei distaccamenti operativi del battaglione, dove approfondiranno ulteriormente l’ampia gamma delle proprie competenze.

La fase di specializzazione determina, dopo il Tirocinio e l’OBOS, un’ulteriore selezione del personale, che determina un afflusso finale medio al reparto di un numero piuttosto limitato di nuovi acquisitori.

La qualifica, che contrariamente ai brevetti non dà diritto ad alcuna indennità particolare, tranne il giusto orgoglio derivante dal superamento di tante difficoltà, si ottiene formalmente dopo 46 delle 52 settimane dell’iter di specializzazione, in quanto ai fini della  sua acquisizione è considerato obbligatorio uno solo tra i corsi roccia e sci. All’atto pratico, tuttavia, tutti gli allievi frequentano entrambi i moduli al CEALP.

Il D.A.O.

Dopo il loro inserimento nella componente operativa del reggimento, i nuovi operatori vengono rapidamente inviati a frequentare presso il CA.PAR di Pisa il corso TCL di circa 4 settimane, per conseguire l’abilitazione all’aviolancio con la tecnica della caduta libera e paracadute a profilo alare, una capacità un tempo riservata solo ad alcuni distaccamenti ma ora reputata opportuna per tutti gli acquisitori. Successivamente avranno accesso ad ulteriori corsi formativi, sia in Italia che all’estero, al duplice scopo di ampliare il loro bagaglio professionale e di far acquisire ad alcuni elementi delle competenze specialistiche addizionali, sulla base degli incarichi da ricoprire all’interno dei distaccamenti e delle attitudini dimostrate, tenendo presente naturalmente la programmazione formativa delle varie scuole o enti di specializzazione.

P1016581Il Distaccamento Acquisizione Obiettivi ha un organico formale di 12 elementi incluso il comandante, tenente o maresciallo esperto, e può essere frazionato nell’impiego e per il movimento in tre team di 4 uomini o due di 6 operatori. Tuttavia la sua esatta composizione in operazioni è dettata dalle specifiche esigenze e dalle caratteristiche della missione, dall’ambiente naturale in cui essa ha luogo, dalla sua durata, dai mezzi utilizzabili per l’inserimento ed il successivo movimento e dall’entità della minaccia potenziale presente. Un impiego generalmente motorizzato, come accaduto talvolta in Afghanistan, può richiedere, anche per motivi di sicurezza, dispositivi più numerosi.

Altri scenari, magari caratterizzati da un’infiltrazione a mezzo elicottero o a seguito di aviolancio, potrebbero suggerire la scelta di un distaccamento ridotto di sei/otto uomini. In missioni che prevedano la sorveglianza occulta e prolungata dell’obiettivo, otto elementi possono inoltre dar vita a due distinti posti di osservazione (OP), permettendo una migliore turnazione del personale. In alcune situazioni particolari, ad esempio in ambiente urbano, un solo team di quattro operatori potrebbe infine avere maggiori possibilità di occultamento.

In ogni caso le figure chiave presenti in un distaccamento sono di norma lo scout, l’osservatore, l’operatore acquisizione immagini, il 1° operatore radio, il Medic, lo specialista CBRN, il JTAC e lo sniper. Sulla base delle necessità specifiche della missione alcune funzioni possono essere duplicate o, al contrario, un singolo operatore può rivestire più incarichi. Per alcune capacità particolari può essere assegnato anche personale tratto da altri distaccamenti.

Esaminiamo brevemente queste figure:

–      Lo Scout può essere, a seconda dei casi, l’uomo di punta nel movimento appiedato e l’esploratore avanzato, ma anche lo specialista della mobilità motorizzata terrestre o marittima. A tal fine potrà ottenere la patente terrestre mod. 3 con guida operativa o quella nautica per la conduzione dei battelli RHIB , i gommoni a scafo rigido. E’ inoltre il candidato ideale per la frequenza dei corsi di istruttore roccia e sci tenuti presso il CE.ALP di Aosta, per migliorare le capacità di movimento in terreni difficili, innevati e non, dell’intero distaccamento.

–      Osservatore e Operatore Acquisizione di Immagini: le capacita di osservazione, sorveglianza ed acquisizione obiettivi, ben presenti nella formazione generica di tutti gli acquisitori, vengono perfezionate ed approfondite per alcuni elementi destinati a questi particolari incarichi, anche alla luce delle lezioni apprese nei teatri operativi. Fondamentale risulta l’utilizzo ottimale degli apparati per l’individuazione e la designazione dei bersagli, abbinato alla capacità di catturare e trasmettere immagini e filmati.

P10165081–      1° Operatore Radio: di norma in ogni quartina un operatore svolge anche l’incarico di radiofonista, avvalendosi dell’ampia formazione di base ricevuta nella fase di specializzazione. Nell’ambito complessivo del distaccamento è sempre presente inoltre un 1° operatore radio con maggiore specializzazione, responsabile della pianificazione delle procedure radio e dei collegamenti con l’organo superiore e che frequenta, tra l’altro, corsi di approfondimento sulle comunicazioni satellitari.

–      Medic: è il primo responsabile degli interventi sanitari nel distaccamento, un elemento che ha approfondito le conoscenze comuni a tutti, ricevute nel corso TCCC, con un modulo avanzato svolto in sede e con la frequenza dell’Advanced Medical First Responders Course (AMFR), una formazione specialistica di tre settimane tenuta presso l’ISTC di Pfullendorf.

–      Specialista CBRN: il corso CBRN inserito nella formazione comune di tutti gli operatori consente loro di operare in sicurezza in zone contaminate, indossando gli equipaggiamenti di protezione idonei ed adottando gli opportuni accorgimenti. Alcuni elementi si specializzano ulteriormente presso la Scuola Interforze per la Difesa NBC di Rieti, dove frequentano il corso “team di identificazione e campionamento di agenti biologici, chimici e radiologici” (SIBCRA). Alcuni  distaccamenti del RRAO sono pertanto in grado di svolgere compiti di raccolta ed analisi di campioni di sospetta contaminazione nell’ambito delle missioni di ricognizione speciale.

–      JTAC – Joint Terminal Attack Controller, è lo specialista della gestione integrata del fuoco di supporto, di artiglieria, navale e soprattutto aereo, sia ad ala fissa che rotante, e della guida terminale del munizionamento di precisione. La formazione di questi operatori è condizionata dal possesso di un elevato livello di conoscenza della lingua inglese e prevede l’acquisizione della qualifica FAC di controllore aereo avanzato, ottenuta presso la Scuola di Aerocooperazione dell’Aeronautica di Guidonia. Nelle cinque settimane di corso, tre teoriche e due pratiche, vengono apprese le nozioni tecniche e operative sulla condotta di operazioni CAS (Close Air Support), per dialogare via radio con i vettori aerei secondo procedure standardizzate. A questo fa seguito il conseguimento dell’abilitazione all’impiego dei designatori laser per l’illuminazione dei bersagli e la guida terminale del munizionamento aereo a guida laser (missioni di Forward Air Controller e Laser Target Marking).

fotoUlteriori fasi applicative approfondiscono poi le tematiche della cooperazione con le piattaforme ISR (Intelligence, Surveillance, Recognition), come gli UAV Predator, e l’uso dei terminali portatili Rover, che permettono di ricevere dati ed immagini dai vettori aerei, pilotati o no, e di condividere la stessa visione del bersaglio con i piloti. Da sempre funzione di spicco nell’ambito del RRAO, il ruolo del JTAC è stato a lungo prerogativa principale, se non esclusiva, dei comandanti di distaccamento. Ora questo incarico viene assegnato in via preferenziale ad un diverso acquisitore, indipendentemente dal grado rivestito e con la sola limitazione delle conoscenze linguistiche, al fine di lasciare il comandante maggiormente libero di concentrarsi sulle proprie funzioni di pianificazione, direzione e comando.

–      Sniper: La possibilità di ingaggiare con precisione ed efficacia bersagli puntiformi a lunga distanza può risultare preziosa, certamente con finalità difensive, ad esempio per favorire l’eventuale sganciamento e ripiegamento del distaccamento, ma anche per  permettere, in certi casi, l’esecuzioni con tali procedure di un’azione diretta. Gli sniper del reggimento si addestrano anche nel tiro da elicotteri, una modalità assai complessa che richiede tecniche avanzate. In ogni distaccamento sono mediamente presenti uno o due acquisitori qualificati Tiratori Scelti con un apposito corso di quattro/cinque settimane, svolto presso la Scuola di Fanteria di Cesano o in Germania, all’Internationa Special Training Center di Pfullendorf. I temi trattati includono in entrambi i casi tecniche di avvicinamento e movimento silenzioso, camuffamento ed occultamento, valutazione delle distanze e delle condizioni meteo, osservazione del campo di battaglia, effettuazione di schizzi e rilievi topografici, tecniche di tiro mirato dalle varie posizioni ed in situazioni particolari.

Armi ed equipaggiamenti

L’elemento di maggior forza del RRAO è dato dalle qualità morali, fisiche e professionali dei proprio acquisitori. In un reparto votato all’azione occulta e discreta, che privilegia l’osservazione paziente e la scrupolosa raccolta informativa, il fattore umano rappresenta la maggiore ricchezza. Tuttavia per  poter operare efficacemente oltre le linee il 185° Reggimento dispone anche di un bagaglio di equipaggiamenti di prim’ordine, in grado di assicurare la corretta esecuzione delle missioni in ambiente ostile e con caratteristiche ogni tempo, nel rispetto tra l’altro di quelle caratteristiche di precisione chirurgica rese ancor più necessarie nelle missioni di peace support, nelle quali ogni perdita viene attentamente vagliata dall’opinione pubblica e dai media.

RRAO_45Gli apparati delle trasmissioni, quelli per la localizzazione e designazione degli obiettivi da acquisire ed ingaggiare con fuoco preciso, selettivo e discriminato, i sistemi in grado di raccogliere, analizzare e trasmettere informazioni, dati, immagini e filmati in totale sicurezza e celerità sono pertanto gli strumenti  più importanti nelle mani degli operatori, in definitiva il loro vero armamento. I sistemi di comunicazione coprono tutta la gamma delle frequenze disponibili, anche se le missioni di ricognizione a lungo raggio privilegiano ovviamente quelli satellitari. In questo campo un ruolo fondamentale è ricoperto dalle radio multi banda AN/PRC-148 della Thales,  un apparato leggero e compatto di impiego estremamente flessibile, in grado di essere utilizzato su varie frequenze e per molteplici compiti, tra cui, munito di apposita antenna “ad ombrello”, le trasmissioni satellitari in dati e in fonia. E’ così possibile configurare in pochi istanti la radio individuale del singolo operatore e trasformarla in un apparato a grandissima portata, in grado di trasmettere in ogni angolo del globo informazioni operative, rapporti di missione ed immagini.

Per motivi di ridondanza ed ormai esclusivamente come back up è spesso presente nei distaccamenti anche una radio HF TRC-3600 ad agilità di frequenza e possibilità di cifratura dei messaggi. Il RRAO dispone poi del terminale Rover 5 di L-3 Communicazions, con il quale è possibile ricevere direttamente le immagini riprese dalle fondi ISR dell’aeronautica (UAV Predator e pod Reccelite di Tornado e AMX),  ed operare i tutta sicurezza nelle guide aerei delle missioni CAS, in quanto con questo apparato l’operatore JTAC sul terreno condivide la visione dell’obiettivo con il pilota del caccia.

La gamma degli strumenti optoelettronici in uso al reggimento è molto vasta. Per la scoperta e l’osservazione si parte dai binocoli Steiner con bussola incorporata per passare al cannocchiale 60x Swarosky ed alle camere termiche Sophie e Coral, più compatta e silenziosa. Questi ultimi apparati uniscono una grande capacità di osservazione notturna alla possibilità di determinare le esatte coordinate del bersaglio grazie a telemetro laser e GPS incorporati, che danno distanza, azimut ed inclinazione/elevazione del bersaglio, tutti dati che possono essere trasmessi direttamente ad un comando superiore, a una fonte erogatrice di fuoco o a un aereo in volo.   Funzione analoga viene svolta anche dal telemetro/localizzatore laser Mark VII, che sfrutta la tecnologia dell’intensificazione di immagine per la visione notturna, accoppiata ad un telemetro laser e ad una bussola elettronica estremamente precisa. Pur privo di GSP interno, il Mark VII può essere agevolmente collegato ad un ricevitore esterno e ad un piccolo computer tattico per la trasmissione digitale della posizione del bersaglio.

E’ uno strumento molto apprezzato dagli operatori per le doti insuperate di compattezza e leggerezza e per l’estrema accuratezza delle sue misurazioni, che lo rendono tuttora un  apparato di localizzazione dei bersagli molto affidabile. Se la missione prevede l’impiego di munizionamento a guida laser il D.A.O. deve disporre di un sistema che, oltre a scoprire e identificare il bersaglio, possa anche designarlo, permettendo la guida terminale dell’ordigno, che viene indirizzato sul bersaglio dall’energia laser riflessa proveniente da un “illuminatore”.

tf-victor-afghanistan.3jpgIl 185° reggimento è stato il primo ad impiegare il Ground Laser Target Designator (GLTD)  PAL (Portable Advanced Laser) di produzione israeliana, un designatore laser di grande potenza ed efficacia, ma piuttosto pesante ed adatto soprattutto ad un impiego che preveda il movimento motorizzato del distaccamento.

Per tali motivi è stato affiancato dal più moderno PLRD II (Portable Lightweight Designator/Rangefinder) , sempre prodotto dalla Elop israeliana, un apparato decisamente più leggero (solo 6,7 kg per la testa optronica, anche se priva del treppiede e della batteria). Per un reparto da  ricognizione, sorveglianza ed acquisizione obiettivi l’uso delle armi leggere in dotazione può rappresentare nella maggior parte dei casi il fallimento della missione, ed il loro impiego, salvo situazioni particolari, è riservato in genere alla sola autodifesa. Quello che serve è un armamento leggero, facilmente trasportabile in tutte le situazioni ed  in grado di creare un gran volume di fuoco a breve distanza, per consentire alla pattuglia scoperta di rompere il contatto con il nemico e poter ripiegare.

La carabina Colt M-4A1 svolge egregiamente questa funzione ed è molto apprezzata dagli acquisitori. Leggera, compatta, robusta ed affidabile in mani esperte, può ricevere una gamma vastissima di accessori, ottiche ed ausili al puntamento. Il visore Trijicon ACOG ed il mirino a “punto rosso” Aimpoint stanno gradualmente cedendo il posto al recentissimo SpecterDR 1-4x, un’ottica che permette agevolmente sia il puntamento a breve distanza con un solo ingrandimento che il tiro mirato a media distanza, passando istantaneamente, con il semplice movimento di una levetta, ad un ingrandimento x4. Alla carabina Colt si sta affiancando ora l’ARX160A2 della beretta.

L’arma corta maggiormente utilizzata è la Glock 17, mentre per impieghi particolari nell’armeria del reggimento sono disponibili anche le pistole mitragliatrici HK MP5, in particolare nella versione silenziata SD. In ogni distaccamento sono normalmente presenti una o più mitragliatrici leggere FN SPW, versione alleggerita e munita di varie slitte Piccatinny della celebre Minimi, adottata sia in calibro 5,56 che 7,62 mm.

Molto curato è il settore dei fucili di precisione, in cui risulta molto apprezzato l’M110,  un’arma di grande precisione intrinseca nei tiri fino a 7-900 metri, con la possibilità assicurata dal funzionamento semi automatico e dai caricatori da 20 colpi di doppiaggio immediato del tiro o addirittura di saturazione di una zona, caratteristiche precluse ai classici fucili da cecchinaggio bolt action. Salendo di calibro e per ingaggi a distanze superiori troviamo il Sako TRG42 calibro .338 Lapua Magnum a ripetizione, mentre per eventuale impiego contro materiali è disponibile anche il Barret M-107 da 12,7 mm semi automatico. Per azioni di copertura a tiro curvo, che possono risultare utili in alcune situazioni operative, il reparto dispone anche dei mortai leggeri C6 commando della Hiltenberger austriaca.

Acquisitore-obiettivi-in-azioneIl reggimento impiega infine anche armi più pesanti e potenti, come la mitragliatrice Browning M-2 da 12,7 mm o il lanciagranate automatico HK GMG da 40 mm, sistemi assai efficaci che erogano un elevato potere di fuoco, ma relegati per il loro peso essenzialmente ad un impiego motorizzato da bordo dei mezzi. Nel settore della mobilità anfibia il RRAO impiega i classici gommoni Zodiac da 4,7 metri, in particolare nella versione auto gonfiante.

L’imbarcazione può essere gettata in mare, ad esempio dalla rampa posteriore di un elicottero Ch-47, ripiegata in un carico contenente il propulsore e la bombola di aria compressa per il suo gonfiaggio, seguita rapidamente dai membri del distaccamento in tenuta da sommozzatori e dalle sacche stagne che contengono le armi e l’equipaggiamento per la missione. In pochi minuti gli operatori gonfiano il gommone, agganciano il motore fuoribordo da 40 cavalli, recuperano le sacche ed iniziano l’avvicinamento finale all’obiettivo.

Da qualche tempo questa modalità di infiltrazione può aver luogo anche partendo da un’imbarcazione madre, un potente e veloce gommone a chiglia rigida (RHIB) Zodiac Hurricane Mach-2, dotato di due motori entrobordo  da 370 cavalli ciascuno. Questo battello da 9,5 metri di lunghezza raggiunge i 50 nodi a pieno carico ed è in grado di compiere lunghe navigazioni in totale sicurezza grazie ad una dotazione strumentale molto completa, che include un radar capace di prestazioni elevatissime in condizioni estreme.  Nella parte centrale, all’altezza dei propulsori, l’imbarcazione dispone di due selle per il trasporto di altrettanti gommoni Zodiac FC470, che possono venir rilasciati con gli acquisitori in prossimità della costa.

Nell’impiego motorizzato il reggimento dispone, oltre che dei classici VM-90 impiegati in addestramento, dei ben noti VTLM Lince, presenti anche nella versione più recente caratterizzata da nuovo tetto balistico, da una seconda botola e dall’eliminazione dell’ingombrante roll-bar interno. Si tratta di un blindato ben protetto che ha svolto un buon servizio nel particolare contesto afghano. Per differenti scenari operativi potrebbe essere peraltro opportuno disporre anche di un veicolo più leggero e veloce, in grado di essere trasportato internamente dai nostri vettori aerei, incluso l’elicottero CH-47.

Foto: ISAF, 185° RRAO, Alberto Scarpitta

Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli

Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.

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