Siria: Assad prepara il contrattacco?

Dopo settimane di sconfitte e ritirate le forze armate siriane sarebbero in procinto di scatenare un contrattacco sui più fronti contando sugli ingenti rinforzi affluiti da Libano (Hezbollah), Iraq (milizie sciite) e Iran (pasdaran e volontari) per un totale di almeno 20 mila combattenti.

L’arrivo di volontari della “internazionale sciita” si è resa necessaria dopo le perdite subite dalle truppe regolari di Damasco che controllano oggi meno del 25% del territorio nazionale su cui vive però il 60% della popolazione siriana.

Dopo un vertice militare siro-iraniano tenutosi nei giorni scorsi, oltre 20 mila combattenti iraniani, iracheni e libanesi sono arrivati a Jurin, nella provincia di Idlib.

Inoltre è arrivato in Siria il generale Qassem Soleimani, comandante della Divisione al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione islamica (pasdaran), accompagnato dal comandante delle unità già  coinvolte in Iraq nelle operazioni contro lo Stato Islamico.

Soleimani viene considerato dalle opposizioni armate siriane il vero “padrone” della Siria (immagine a fianco).

I combattenti iraniani sarebbero 15 mila a cui si aggiungono 5 mila tra Hezbollah libanesi e iracheni (questi ultimi in numero limitato perché la loro père4senza è richiesta dall’emergenza scoppiata a Ramadi e più in generale nell’intera provincia irachena di al-Anbar).

Secondo fonti politiche libanesi citate dal giornale di Beirut Daily Star, Soleimani avrebbe messo a punto nella città costiera di Latakya un’offensiva che avrebbe il compito di liberare la provincia di Idlib dalle milizie islamiche (Fratelli Musulmani, qaedisti del Fronte al-Nusra e salafiti) dell’Esercito della Conquista sostenuto da Arabia Saudita, Turchia e Qatar.

L’attacco su vasta scala dovrebbe scattare a fine giugno e secondo la fonte tra i combattenti vi sarebbero anche sciiti afghani.

“Il mondo resterà sorpreso per quello che noi e i vertici militari siriani stiamo preparando per i  giorni a venire”, ha detto il generale Soleimani (nella foto a sinistra), citato il 2 giugno dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna.

Stando alla fonte del Daily Star, il regime di Assad – storicamente sostenuto dall’Iran – avrebbe accettato con qualche riserva il piano che avrebbe due obiettivi: risollevare il morale dei lealisti dopo le recenti sconfitte sul campo e l’alto numero di caduti e mettere a segno un successo militare entro fine mese.

Il 30 giugno è la scadenza fissata per il raggiungimento di un accordo definitivo sul programma nucleare di Teheran tra l’Iran e il gruppo ‘5+1’. Di fatto quindi l’offensiva, pur necessaria per i lealisti siriani, sarebbe in realtà funzionale agli interessi di Teheran.

Fonti israeliane riferiscono del resto che l’esercito siriano si trova nella sua situazione peggiore dall’inizio della guerra civile.

Un alto funzionario dello Stato maggiore delle forze di difesa israeliane citato anonimamente dal quotidiano Haaretz sostiene che l’efficacia delle forze del regime è stata seriamente compromessa e il livello di preparazione dell’esercito siriano sulla alture del Golan non è all’altezza.

“La situazione è molto complessa e la Siria è nella peggiore situazione sin dall’inizio dei combattimenti”. Almeno 6-8 mila combattenti di Hezbollah sono stati dispiegati in Siria dove circa 700/1.000 sono morti in combattimento, un centinaio nelle ultime due settimane.

Foto: IRNA, AP

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