Eunavfor Med è ormai la copia di Mare Nostrum
Quasi 12 milioni di euro stanziati dalla Ue e 26 milioni di fondi italiani per coprire i costi dei primi due o tre mesi di missione Eunvafor Med: soldi buttati al vento a giudicare dai compiti affidati alla missione navale Ue che sulla carta dovrebbe contrastare i trafficanti di esseri umani attivi in Libia.
Invece le navi europee continuano ad essere impiegate per raccogliere clandestini in mare e sbarcarli in Italia.
Dopo il caso della nave logistica Werra, della Marina tedesca, che ha imbarcato 211 clandestini su due gommoni sbarcandoli a Catania la scorsa settimana, una missione simile è toccata in sorte alla fregata lanciamissili Schleswig Holstein (nella foto sotto), seconda unità tedesca assegnata a Eunavfor Med.
Il 22 luglio l’unità navale germanica è stata indirizzata dall’IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) a individuare e soccorrere un barcone che aveva chiesto aiuto alla Guardia Costiera italiana, come fanno di prassi i barconi carichi di clandestini appena salpati dalle coste libiche.
Morale: altri 248 immigrati illegali sono stati sbarcati ad Augusta confermando che Eunavfor Med sta facendo né più né meno quello che faceva Mare Nostrum.
Di contrasto ai trafficanti neppure l’ombra, per ora.
In compenso però la flotta europea si unisce ai colleghi di Triton (diretta dall’Agenzia Ue Frontex) e alle missioni italiana di vigilanza immigrazione e Mare Sicuro, tutti impegnati nell’immane compito di svuotare l’Africa dei suoi abitanti trasferendoli tutti in Italia.
E pensare che con i soldi buttati finora al vento per Eunavfor Med si poteva mettere una ricca taglia su Ermias Ghermay (a sinistra il suo identikit) , l’uomo di origine etiope che gestisce il traffico di esseri umani dalle coste libiche a quelle italiane. Ammesso che qualcuno in Italia intenda davvero contrastare i flussi migratori illegali.
Immagini: Alberto Scafella, Eunavfor Med, Sky News
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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.