La tecnologia Indra per la protezione delle frontiere
di Giuseppe Catarinozzi *
Tra il 1988 e settembre 2014 si stima che circa 21.344 persone hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Tra Ottobre 2013 e settembre 2014 l’Italia ha soccorso 138.866 persone nell’ambito dell’operazione denominata Tritón, investendo circa 9 miliardi di euro in questa operazione. All’attuale dramma degli immigrati irregolari si aggiunge la minaccia che comporta il crimine transfrontaliero, in termini di traffico di droghe e minacce terroristiche.
Queste sfide devono essere affrontate da governi, istituzioni, agenzie e industria investendo nell’incremento delle attuali capacità dei sistemi di vigilanza: direzione, coordinamento e gestione ottimale dei media, acquisizione dati, sfruttamento e analisi dell’informazione, e collaborazione tra le organizzazioni coinvolte.
In questo senso, si considera che l’innovazione tecnologica e la collaborazione tra gli Stati membri e di questi ultimi con paesi terzi sia la strategia più giusta da seguire.
La Commissione Europea supporta l’innovazione tecnologica finanziando diverse iniziative nel Settimo Programma Quadro. In termini di controllo delle frontiere, emerge il progetto Perseus, coordinato da Indra e al quale partecipano 31 organizzazioni europee. Il progetto ha sviluppato e integrato sistemi, sensori, piattaforme e servizi per la dimostrazione all’interno di scenari reali e la loro valutazione in linea con il modello di capacità.
L’agenzia europea Frontex, creata nel 2004, promuove la collaborazione tra le diverse autorità di frontiera degli Stati membri. In particolare, Frontex supporta con il deployment dei media di vigilanza in Spagna, Italia e Grecia attraverso le operazioni Indalo, Tritón e Poseidón.
Inoltre partecipa attivamente nelle iniziative di R+S europee collegate alla vigilanza delle frontiere come quella citata in precedenza, Perseus.
Indra è una società globale di Tecnologia dell’Informazione leader nei sistemi di vigilanza, con oltre 6000 chilometri di frontiere protette in tutto il mondo.
Si avvale di 39.000 professionisti, un volume di fatturato di 3 miliardi di euro con un investimento annuale tra il 7% e l’8% in innovazione e sviluppo.
Tra le proprie tecnologie valutate nel contesto pianificato in questo articolo e le liste per la sua commercializzazione si trovano l’aereo MRI P2006T e l’applicazione di visualizzazione dello scenario marittimo. L’azienda conta anche su soluzioni proprie di vigilanza della frontiera marittima (iMare) e terrestre (iBorder), così come i sensori interrati e radar.
Il MRI è una piattaforma di vigilanza aerea pilotata con un ridotto costo nell’operazione che include i sensori per l’individuazione, identificazione, riconoscimento e monitoraggio delle imbarcazioni.
L’MRI P2006T di Indra garantisce una vigilanza continua e l’estensione dell’area di vigilanza, dove le stazioni fisse e mobili a terra non hanno possibilità di arrivare. Questa piattaforma è stata validata sia nell’operazione Indalo che nel progetto Perseus, citato in precedenza.
Per quanto riguarda l’applicazione di visualizzazione di Indra, valutata anche in Perseus, unifica i processi di business e vigilanza in un unico strumento. L’applicazione permette la collaborazione tra i differenti Stati garantendo la sicurezza delle informazioni riducendo il tempo di reazione in mare.
Questi progetti e soluzioni confermano la capacità di Indra nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia nell’ambito della sicurezza e la difesa per le infrastrutture strategiche, quali porti, aeroporti e stazioni ferroviarie.
* Responsabile mercato Pubblica Amministrazione Indra in Italia
Foto: Indra
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.