Tutto in un istante
Quella di Maurizio Cheli, terzo fra i sette astronauti italiani avventuratisi finora nello Spazio, è stata una vita da favola, e per sua bravura e fortuna, continua a esserlo.
Non ancora sessantenne, pilota da caccia dell’Aeronautica Militare sull’adorato F-104 prima, pilota collaudatore poi, finalmente membro dell’equipaggio di una delle 135 missioni dello Space Shuttle, più tardi capo pilota collaudatore ad Alenia incaricato dello sviluppo dell’Eurofighter, infine imprenditore nel settore dell’aviazione generale, Maurizio Cheli questa sua favola la racconta in un libro procedendo su binari paralleli: da un lato fa partecipe il lettore (che si presume appassionato di aviazione) della sua personale abilità a realizzare con decisioni assolutamente mirate sogni cullati già nell’infanzia, quasi invitandolo a seguirne l’esempio; dall’altro, gli offre un prezioso spaccato del mondo dell’aeronautica, quella delle varie licenze e qualifiche operative conquistate a caro prezzo, come quella oggetto delle attività industriali civili.
Il titolo “Tutto in un istante” di questa insolita autobiografia, accompagnata dalle pillole di saggezza che richiamando quella metodica personale la moglie Marianne ha disseminato qua e là in pagine di “Debrienfing”, riporta proprio alla metodologia quasi scientifica che ha contribuito a fare di Cheli uno dei protagonisti della storia più recente dell’aviazione italiana.
Nel libro l’autore indulge molto sulla sua esperienza di astronauta, quella che gli ha dato le soddisfazioni più grandi, accanto a momenti di altrettanta notorietà, come quando con il Typhoon sfidò Michael Schumacher e la sua Ferrari di Formula Uno. Di indubbio interesse la descrizione tecnica degli attimi che precedettero in quel febbraio 1996 il distacco dello Shuttle dalla rampa di lancio, momenti conditi in cabina da un insolito, misterioso profumo di banana… Ma a un certo punto spiega pure come “l’aeronautica, soprattutto negli ultimi anni, è sempre stata trainante rispetto all’astronautica. (…). Quando fu decisa la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale, l’investimento era talmente impegnativo da imporre l’utilizzo di tecnologie che minimizzassero i rischi di sviluppo. L’esigenza i assicurarne la costruzione in tempi e costi possibilmente certi (…) imposero scelte tecniche conservative e mature. Nel campo dell’aeronautica militare, al contrario, i requisiti, soprattutto quelli legati al peso e alle prestazioni (…), sono sempre molto stringenti e richiedono quasi inevitabilmente per ogni nuovo progetto, lo sviluppo di tecnologie dedicate e create appositamente. Lo sviluppo di queste tecnologie normalmente avviene in parallelo con lo sviluppo del progetto”.
Forse il problema e la strada del successo – va osservato – stanno nel fasare bene quel cammino parallelo. Alcuni programmi ci sono riusciti, altri no. Per il loro prossimo Long Range Strike-Bomber, incaricato di affiancare e poi sostituire lo stealth B-¬2, gli Americani sembrerebbero intenzionati a seguire un approccio più “astronautico”. Vedremo il risultato.
Maurizio Cheli
“Tutto in un istante – Le decisioni che tracciano il viaggio di una vita”
Minerva Edizioni – Bologna
304 pagine, 18 Euro
Silvio Lora LamiaVedi tutti gli articoli
Nato a Mlano nel 1951, è giornalista professionista dal 1986. Dal 1973 al 1982 ha curato presso la Fabbri Editori la redazione di opere enciclopediche a carattere storico-militare (Storia dell'Aviazione, Storia della Marina, Stororia dei mezzi corazzati, La Seconda Guerra Mondiale di Enzo Biagi). Varie collaborazioni con riviste specializzate. Dal 1983 al 2010 ha lavorato al mensile Volare, che ha anche diretto per qualche tempo. Pubblicati "Monografie Aeree, Aermacchi MB.326" (Intergest) e con altri autori "Il respiro del cielo" (Aero Club d'Italia). Continua a occuparsi di Aviazione e Difesa.