Il Riavvio della produzione del Mil Mi-14

Durante il 7° salone IMDS – International Maritime Defence Show – che si è svolto dal 1 al 5 luglio a San Pietroburgo, Russian Helicopters ha dichiarato agli organi di stampa che è pronta a riprendere la produzione dell’elicottero militare anfibio Mil Mi-14 (“Haze” per la NATO).  Elicottero antisom biturbina dotato persino di capacità nucleari, il Mi-14 è stato l’unico elicottero anfibio russo capace di atterrare o decollare da specchi d’acqua ed è stato realizzato dal 1973 al 1986 dalla Mil Moscow Plant e dalla Kazan Helicopters.

La società russa è pronta ad aggiornare il progetto con le ultime tecnologie al fine di ampliare notevolmente le capacità operative di quello che è stato per tanti anni il fiore all’occhiello della Marina sovietica e secondo esperti analisti militari americani l’incubo delle flotte sommergibili statunitensi, tesi avvalorata dal fatto che nel 1990 Washington fece pressione sulla Russia affinché radiasse questi elicotteri operando sinergicamente con una drastica riduzione dei bombardieri strategici Tu-160 bombardieri e missili balistici ICMM. La nuova versione del Mi-14 sarà dotata di nuovi motori, un’avionica avanzata e di una suite elettronica al passo coi tempi; si prevede inoltre che sarà migliorata la stabilità di galleggiamento rispetto alla vecchia versione.

Per dovere di cronaca è bene sottolineare che dietro la ripresa di produzione del Mi-14 si cela principalmente l’interesse dichiarato lo scorso maggio dalla stessa Marina russa che vorrebbe nuovamente immettere in servizio il Mi-14 principalmente nella Flotta del Mar Nero e nella Flotta del Nord. Precedentemente utilizzato dalla Marina sovietica e da numerosi altri paesi come Bulgaria, Cuba, Germania orientale, Etiopia, Vietnam e Yugoslavia, attualmente il Mi-14 opera con le forze navali di Polonia, Siria, Ucrain, Yemen, Congo, Georgia, Libia, Corea del Nord e Pakistan.

Il Mi-14 fu sviluppato sulla cellula del famoso Mi-8T e per questo motivo viene spesso definito come il suo “fratello acquatico”, ma dal Mi-8 si differenzia notevolmente per la carena stagna, carrello retrattile con doppie ruote alle gambe principali retrattili nelle gondole esterne e due ruotini paralleli anteriori rientranti nella prua della carena, gondole esterne spostate posteriormente e in basso, e inoltre sacche gonfiabili per incrementare le capacità di galleggiamento con mare fino a forza 4 più un ulteriore galleggiante all’estremità della trave di coda.

Progettato per la lotta antisom, il Mi-14 volava con un equipaggio di 4 persone: due piloti, un tecnico di bordo e un operatore addetto al MAD (rilevatore di anomalie elettromagnetiche) e al sonar. Era dotato di un radar di ricerca sotto la prua, un sistema antisommergibile Kalmar dotato di sonar attivo/passivo OKA-2 del tipo mobile in estensione/retrazione, subito dietro due tubi per il lancio di boe sonore o razzi di segnalazione e un MAD all’interno di un dispositivo galleggiante a strascico APM-60 trattenuto contro il terminale di fusoliera da un apposito verricello.

L’armamento della versione base Mi-14PL è riposto in una stiva nella carena e comprende dai siluri antisommergibili AT-1 fino alla bomba di profondità nucleare “Skat” da 1600 Kg da 1 Kiloton, due missili antinave Kh-23 (AS-7 “Kerry” per la NATO) o ancora cariche di profondità (dodici da 64 Kg o in alternativa otto da 120 Kg), marcatori ognitempo o risponditori radar.

Altre sottoversioni del Mi-14 lo hanno visto impiegato come dragamine (Mi-14BT) e ancora nella versione Mi-14PS come elicottero da ricerca e soccorso (SAR); quest’ultima poteva ospitare al suo interno fino a 19 persone di cui 2 in barella, poteva inoltre lanciare in acqua fino a dieci zattere gonfiabili da 20 posti, contenitori galleggianti ed attrezzature di sopravvivenza compreso medicine, cibo e abiti e  possedeva un verricello retrattile capace di sollevare in un apposito cesto per soccorso fino a tre persone.

La richiesta iniziale per il Mi-14 secondo Russian Helicopters è stimata in almeno 100 esemplari. In un’intervista al quotidiano russo Business Online, Evgenij Matveyev, ricercatore senior presso l’Accademia militare di Zhukovsky ha confermato che il Ministero della Difesa ha stanziato fondi per il restauro di 10 Mi-14. Secondo lui,il reintegro dell’elicottero anfibio potrebbe avvenire entro due anni seguendo più fasi: La prima, riguarderebbe il ripristino di circa dieci Mi-14 dismessi nel 1996; la seconda fase relativa alla modernizzazione di questi esemplari e la terza fase connessa essenzialmente al ripristino della linea di produzione che potrebbe richiedere ulteriori 4/5 anni.

Secondo il capitano di 1° Livello Konstantin Sivkov, Dottore in Scienze militari e presidente dell’Accademia di Geopolitica russa, nonostante il fatto che il Mi-14 sia obsoleto, non esistono attualmente valide alternative in grado di rimpiazzarlo. Egli ritiene che modernizzare l’elicottero e rilanciarne la sua produzione permetterebbe di migliorarne notevolmente le sue capacità di combattimento.

Certamente il rilancio della produzione del Mi-14 è un’operazione dispendiosa: oltre alla perdita di materiale e di molta documentazione necessaria alla sua ricostruzione bisogna predisporre i medesimi cicli produttivi degli stabilimenti coinvolti allora nella realizzazione dell’elicottero. Tuttavia, con la Federazione russa in espansione nei territori artici e impegnata nella sorveglianza delle acque internazionali del Mar Nero (pattugliate costantemente dalle flotte navali occidentali) il Mi-14 potrebbe costituire un tassello importante nel dispiegamento operativo della forza aeronavale di Mosca.

Foto: Difesa Russa, Wikipedia, Russian Helicopters

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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