In consegna i primi quattro Su-30K all’Angola

In esito al contratto firmato nell’ottobre del 2013 tra Russia e Angola per un ordine relativo a 12 caccia multiruolo Su-30K (“Flanker-D”), viene reso noto dall’agenzia di stampa russa TASS che i primi quattro velivoli revisionati e aggiornati verranno consegnati al paese africano entro la fine del 2015; i successivi 8 saranno consegnati in due lotti da quattro velivoli ciascuno, in modo da concludere il contratto tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017.

L’impresa responsabile della revisione dei caccia russi è la JSC 558° Aviation Repair Plant sita nella città bielorussa di Baranovichi: un’azienda particolarmente impegnata nell’aggiornamento di numerosi aerei ed elicotteri militari destinati al continente africano e scelta come contraente principale dell’operazione perché in epoca sovietica la stessa era sovente incaricata alla riparazione dei Su-27.

Dopo aver ispezionato questi velivoli il produttore russo Irkut ha organizzato d’accordo con la società bielorussa l’intero processo di revisione: oltre ad assicurare alla cellula una vita residua significativa, si provvederà alla sostituzione di alcuni strumenti analogici adottando così i nuovi display multifunzione MFI-68 da 8 pollici.

Verranno migliorate le capacità di targeting del velivolo attraverso un aggiornamento del radar N-001, che permetterà una più spiccata capacità aria terra potendo adottare armi specifiche per l’attacco al suolo e che trasformerà il Su-30K da un caccia di superiorità aerea a vero e proprio aereo multiruolo.

Ricordiamo che questi 12 Su-30K fanno parte di un lotto di 18 caccia inizialmente ordinati dall’India nel 1996 (nella seconda e terza foto); successivamente, dopo l’ingresso dei nuovi Su-30MKI nella IAF i velivoli furono restituiti alla Russia nel 2007 detraendone il loro valore residuo dal totale relativo alla nuova produzione dei Su-30MKI. I 18 velivoli rimasero poi inutilizzati presso il sopra citato impianto di riparazione bielorusso e furono offerti al Sudan, Etiopia, Vietnam e alla stessa Bielorussia ma senza esito.

Fonti locale vicine al settore della difesa angolana avevano suggerito allora che il paese avesse ordinato tutti i 18 velivoli, tuttavia, nel febbraio dello scorso anno la Irkut Corporation aveva chiarito che nella trattativa erano stati coinvolti solo 12 aerei e dunque la società sta ancora cercando di vendere i rimanenti sei Su-30K.

L’Angola diventa così il terzo operatore nel continente (dopo Algeria ed Uganda) ad avere tra le proprie file i caccia Su-30 biposto, senza contare il possesso di altri velivoli realizzati dal bureau Sukhoi come i Su-22 (Fitter) e i Su-25 (Frogfoot) .

Il continente africano è considerato un potenziale grande mercato per le partite di Flanker di seconda mano, ovvero per quei caccia in disuso o che stanno per essere ritirati dal servizio in varie parti del mondo e che pertanto si rendono disponibili ad un costo più accessibile.

Sono pochi infatti i potenziali clienti africani che possono permettersi velivoli nuovi di zecca di tali dimensioni e complessità, ma la vastità geografica dell’intero continente e le ambizioni di alcuni leader locali possono fornire alle società russe interessate una nuova prospettiva di vendite attraverso la via della revisione e della modernizzazione dei più vecchi Flanker.

Ecco perché la stessa Irkut spera fortemente che i Su-30K angolani possa costituire un esempio da seguire per altri paesi africani, che pur non avendo a disposizione budget consistenti da destinare alla difesa vogliano comunque rinforzare la prima linea da caccia con aerei da prestazioni di tutto rispetto.

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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