Operazione Sophia: la Fase 2 di Eunavfor Med
L’operazione navale europea contro i trafficanti di esseri umani in Libia diventa più incisiva, lo si evince anche dalla decisione del Comitato politico e di sicurezza della ‘Ue di chiamare la seconda fase di Eunavfor Med “Operazione Sophia” dal nome della bambina nata su una nave militare tedesca, la fregata Schleswig-Holstein che dipende da Eunavfor Med, lo scorso 24 agosto a largo delle coste della Libia.
Il comitato Ue ha approvato le regole d’ingaggio dell’operazione, che ora sarà in grado di salire a bordo, sequestrare e deviare le imbarcazioni sospettate di essere utilizzate per il traffico di essere umani, ma sempre e solo in acque internazionali e, ovviamente, in linea con il diritto internazionale. I trafficanti, ne siamo certi, sono rimasti impressionati da un nome così bellicoso e da regole d’ingaggio così aggressive.
Negli ultimi giorni le navi di Eunavfor Med Werra (tedesca) e Enterprise (britannica) hanno imbarcato 251 immigrati clandestini sbarcandoli in Italia, arricchendo ulteriormente i trafficanti dei quali la missione Ue (lo dice il mandato) dovrebbe “interrompere il modello di business”.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.