IL 28° REGGIMENTO PAVIA E L’EVOLUZIONE DELLE INFO OPS

Il 28° Reggimento Comunicazioni Operative “Pavia” è un assetto specialistico pregiato del nostro Esercito, incaricato della gestione delle operazioni psicologiche, un complesso di azioni che, semplificando al massimo, potremmo definire come finalizzate ad influenzare, nel teatro operativo, le percezioni , le suggestioni ed il comune sentire della popolazione civile, al fine di orientare tali sentimenti a favore dell’operato del nostro contingente.
In un contesto strategico in continua evoluzione ed in presenza di nuove forme di conflittualità diffusa, l’interpretazione della realtà mediatica e la sua percezione risultano elementi di importanza assoluta.

Certamente non può sfuggire la valenza strategica di tale missione, tesa a supportare lo sforzo militare globale del Paese nella sua più vasta accezione, diffondendo  a livello tattico messaggi di contenuto strategico, il cui significato ultimo non può che essere il frutto di precise direttivi politiche di vertice, non esclusivamente di pertinenza della Difesa.

P1013492Come noto, il reggimento, a lungo inserito senza apparente motivo nel Comando Artiglieria, è stato recentemente posto alle dipendenze del COMFOSE, il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito.
In questo nuovo ambito è stato possibile realizzare significative razionalizzazioni nel settore delle acquisizioni di taluni materiali specifici, avvalendosi anche dei canali preferenziali accordati alle Forze Speciali, mentre alcune pedine del reggimento  sono state pienamente valorizzate, migliorando la loro capacità di agire sul terreno in contesti non permissivi.

Nell’ambito della compagnia incaricata della disseminazione del prodotto informativo in teatro, un’aliquota di personale pari ad un plotone rinforzato, destinata ad interagire direttamente con la popolazione locale sul terreno e pertanto più direttamente orientata ad operare in stretto collegamento con le altre componenti del COMFOSE, è stata abilitata all’aviolancio con fune di vincolo.

Successivamente questi operatori dovranno frequentare presso il RAFOS del 9° Reggimento “Col Moschin” un corso di specializzazione di due mesi denominato “Modulo MAC”, destinato a fornire le conoscenze di base per poter operare nell’ambito di un distaccamento o di una Task Unit di Forze Speciali, qualora ad essi aggregati per una specifica missione.

190105-Reading-Newspapers-04Non si tratta certo di farne degli incursori, ma di fornire le nozioni di base di topografia, navigazione terrestre, addestramento individuale al combattimento, movimento tattico in aree controllate dal nemico, tiro e reazioni automatiche immediate per metterli in grado di seguire autonomamente, in operazioni, aliquote di incursori ed operatori delle FOS, senza comprometterne l’azione o minare la sicurezza del dispositivo.

Per quanto appaia una collocazione meno improvvisata della precedente, l’inclusione del 28° Pavia tra le Forze Speciali risulta a nostro parere comunque inappropriata e per certi versi limitativa, né deve trarre in inganno l’esempio statunitense, che nasce da presupposti strategici, finanziari e dimensionali assolutamente non comparabili.

Come risulta evidente dalla premessa iniziale, solo una piccola percentuale delle operazioni poste in essere dal reggimento Pavia risulta indirizzata a supportare l’azione delle Forze Speciali e per Operazioni Speciali, mentre il core business del reparto rimane l’azione di influenza a livello globale di teatro, quindi a beneficio dell’intero contingente, impegnato nel raggiungimento degli obiettivi strategici ad esso assegnati dall’autorità politica.

2011-01-02-Delivery-Tshin-e-Farsi-5Le Operazioni Speciali, infatti, per quando poste in essere di norma da reparti appositamente addestrati ed equipaggiati, richiedono quasi sempre il concorso di elementi e reparti convenzionali che ne supportino l’azione.

Si pensi ad esempio all’operato  indispensabile dell’Aeronautica, con gli aerei da trasporto della 46a Brigata Aerea, gli UAV del 32° Stormo e l’azione determinante degli aerei d’attacco, spesso incaricati dell’esecuzione finale di una “direct action”, o al supporto prezioso degli specialisti dell’11° Reggimento Trasmissioni, e ad altri casi ancora.

Nessuno di questi assetti, pur partecipando in molti casi ad operazioni speciali con funzioni di rilievo, risulta organicamente inserito tra le Forze Speciali, quantomeno per comprensibili motivazioni economiche che consigliano l’accentramento di capacità specialistiche costose, da impiegare alla bisogna.

P1013559Il crescente ruolo assunto dalla rete e dall’informazione globale su strati sempre più vasti della popolazione mondiale consente la trasmissione incontrollata di messaggi propagandistici da parte di gruppi ed entità terroristiche, che si avvalgono di internet e dei  social media per diffondere la paura, creare sentimenti di odio e reclutare nuovi adepti.

Il contrasto di tale attività richiede la divulgazione di un messaggio istituzionale trasparente, propositivo, veritiero e credibile, in grado di informare ed influenzare la popolazione, orientandone gli atteggiamenti in senso a noi favorevole, o quanto meno non ostile.

Tale obiettivo impone un approccio coordinato e sinergico da parte dei numerosi soggetti interessati, al fine di generare un prodotto informativo globale di valenza strategica.

A tal proposito può risultare istruttivo ed illuminante l’esempio britannico, il cui esercito sta costituendo, nell’ambito dei proprio reparti di supporto generale (Force Troops Command), un’apposita unità di “influenza”, la 77a Brigata, con il compito di agire in stretto collegamento con i vertici politici dell’Esecutivo e del Ministero degli Esteri per gestire in teatro un’azione coordinata e globale di Information Operations, ossia per fornire, generare e diffondere messaggi a sostegno dell’impegno militare nazionale, contrastando la propaganda avversa.

L’obiettivo viene perseguito con l’integrazione coordinata di assetti già presenti in organico, ma la cui azione isolata è risultata in passato limitata negli effetti.

La brigata raggrupperà i seguenti reparti:
– MSSG, incaricato di azioni di cooperazione civile-militare, fornisce consulenza nel settore del genio, delle costruzioni e del sostegno umanitario, gestendo progetti di ricostruzione di tipo civile.
– il 15° Psychological Operations Group, del tutto analogo nei compiti al nostro “Pavia”, diffonde messaggi radio, stampati, internet e televisivi, avvalendosi anche di gruppi mobili per una presenza capillare sul terreno.
– Media Operations Group dispone di team di Combat Camera da assegnare ai reparti operativi per riprendere direttamente le operazioni cinetiche, fornendo la “versione britannica” degli eventi, supportata dalle immagini per confutare interpretazioni  propagandistiche degli stessi.
– Security Capacity Building Team, che riprenderà struttura e funzioni dei PRT – Provincial Reconstruction Team ampiamente diffusi durante la missione afghana.

imagesDa  questa elencazione appare evidente come quelle raggruppate nella 77a Brigata siano professionalità e funzionalità presenti, in modo quasi speculare, anche nel nostro esercito, nell’ambito di reparti di varia dipendenza più volte impiegati nei vari teatri operativi e generalmente con risultati molto positivi.

Va inoltre segnalato che il nostro esercito condivide con la Germania uno posizione di leadership in ambito europeo nel settore delle operazioni psicologiche, un primato che ci viene riconosciuto dagli stessi britannici, assai evoluti nella funzione HUMINT, ma partiti in ritardo, rispetto a noi, in quelle che in Italia pudicamente definiamo ancora “comunicazioni operative”.

Parimenti un ruolo di eccellenza viene riconosciuta al Multinational CIMIC Group South di Motta di Livenza, un reparto multinazionale a guida italiana in grado di ricercare, addestrare e proiettare unità di specialisti nel soccorso e nella ricostruzione di aree sconvolte da un conflitto, facendo interagire le forze militari e le componenti civili presenti nelle aree di crisi.
Di importanza crescente l’azione silenziosa e misconosciuta dei nuclei di “Combat Camera”, destinati sempre più a garantire evidenze del nostro operato filmate ed incontrovertibili, con cui confutare se necessario un uso strumentale e propagandistico delle informazioni e delle immagini da parte avversaria.

P1013264Le lezioni apprese nei teatri operativi esterni suggerirebbero, infine, di non lasciar disperdere, con il termine del nostro impegno militare in Afghanistan, le esperienze maturate e le professionalità acquisite nell’ambito dei PRT, un genere atipico di impiego delle forze che con ogni probabilità si riaffaccerà in futuro e potrebbe divenire ricorrente.

Un raggruppamento omogeneo di tutti questi attori differenziati in un unico contenitore destinato alle Information Operations potrebbe, sulla falsariga dell’innovativo esempio britannico, apportare anche da noi significative sinergie, migliorando le capacità di assetti pregiati destinati in futuro a svolgere un ruolo sempre più determinante.

Foto: Esercdito Italiano, Difesa.it, Marco Di Lauro/Getty Images

Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli

Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.

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