INVECE DI COMBATTERLI EUNAVFOR MED CONTINUA AD ARRICCHIRE I TRAFFICANTI

Oltre mille immigrati illegali, in aggiunta ai 140 mila già arrivati quest’anno in Italia, sono stati imbarcati sulle navi militari italiane ed europee nelle operazioni di soccorso effettuate il  28 ottobre a una trentina di miglia al largo delle coste libiche, a nord di Zuwara e ad est di Tripoli.

I clandestini, che stavano tentando di raggiungere l’Italia a bordo di 6 gommoni e un vecchio peschereccio, sono stati soccorsi da diverse navi dirottate in zona dalla centrale operativa della Guardia Costiera, che ha coordinato gli interventi di recupero. In particolare, 400 migranti a bordo del peschereccio, sono stati soccorsi dalla nave inglese Enterprise, inserita nel dispositivo della missione “Eunavfor Med/ Operazione Sophia” che dovrebbe contrastare i trafficanti.

Altre tre navi, la fregata britannica  Richmond, il pattugliatore sloveno Triglav e la rifornitrice tedesca Berlin (tutte appartenenti alla stessa missione europea che dovrebbe – meglio ribadirlo – contrastare i criminali legati a doppio filo ai terroristi islamici affiliati a Isis e al-Qaeda) hanno recuperato gli occupanti di tre gommoni.

Altri tre gommoni sono stati raggiunti dal pattugliatore Diciotti della Guardia Costiera italiana e dal pattugliatore irlandese Samuel Beckett che fa parte dell’operazione Triton dell’agenzia europea Frontex.

Eunavfor Med/Operazione Sophia continua quindi a svolgere soprattutto il ruolo di missione di soccorso invece che di contrasto dei trafficanti limitandosi ad affondare le imbarcazioni impiegate dagli immigrati clandestini (quasi tutti africani) che vengono recuperati e portati in Italia. In pratica quello che già fanno le navi dell’operazione italiana Mare Sicuro e dell’europea Triton.

Eunavfor Med sarà pure autorizzata anche a usare le armi ma può operare solo in acque internazionali dove al massimo si potranno arrestare alcuni scafisti da consegnare alle autorità giudiziarie italiane che nella maggior parte dei casi li lasceranno a piede libero in attesa di processo come è accaduto finora a oltre mille scafisti fermati negli ultimi due anni.

Limitazioni che fanno assomigliare Eunavfor Med/Operazione Sophia più a Mare Nostrum che a una missione di lotta alla criminalità. Del resto grazie a ben 4 unità navali della forza europea che avrebbero dovuti contrastarli (il sibillino mandato di Eunavfor Med definisce l’obiettivo di “interrompere il modello di business dei trafficanti”)  i criminali libici hanno potuto incassare un triplo successo.

Innanzitutto i mille immigrati clandestini imbarcati dalle navi Ue e portati in Italia hanno fruttato ai criminali circa 2,3 milioni di euro (2.300 euro è il costo medo di un “biglietto” per l’Europa che oscilla tra i mille i 4 mila euro).

Inoltre l’impiego delle navi di Eunavfor Med/Operazione Sophia per raccogliere i clandestini ha contribuito a togliere credibilità e ogni margine di deterrenza alla missione Ue di cui, meglio ricordarlo, le cosche malavitose libiche hanno sempre detto di non avere paura.

Infine i trafficanti hanno ormai piena consapevolezza di quanto sia debole e inconsistente un’Europa che usa i soldi dei contribuenti per arricchire criminali che finanziano i terroristi islamici.

Foto Eunavfor Med

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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