Se i media ucraini danno una mano a Isis e al-Qaeda

ANSA – Un atto ostile contro il nostro Paese e i nostri militari”: così Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha definito l’apparizione sui media e sui social network ucraini di foto e altri dati personali dei piloti russi impegnati nei raid anti terroristici in Siria.

“Naturalmente saranno prese le contromisure” necessarie “per garantire la sicurezza dei nostri militari”, ha assicurato. La scorsa settimana il comitato investigativo russo aveva aperto un’inchiesta contro il deputato ucraino Antono Gerashenko, consiglieri del ministero dell’interno, che aveva postato un invito sui social network a pubblicare i dati del personale militare russo coinvolto nell’ operazione in Siria: secondo gli inquirenti, l’iniziativa espone i famigliari dei piloti russi alla vendetta degli estremisti islamici, in base alla Sharia.

Tutti gli Stati che partecipano alle operazioni contro l’ISIS mantengono segreti nomi e volti dei militari impiegati a qualsiasi titolo in Siria e Iraq per evitare il rischio di rappresaglie da parte di estremisti islamici nei confronti dei famigliari.

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