TJ 2015, la più complessa esercitazione della NATO

Trapani — L ’Alleanza Atlantica deve alzare di più il suo livello di ambizione in quella che viene definita una joint modern warfare e per raggiungere questo traguardo ha messo in atto la più grande esercitazione di quest’ultimo decennio. La Trident Juncture (TJ) riprende un po’ i temi cari della guerra fredda dove lo scenario virtuale vedeva una grande nazione invadere una piccola nazione, minacciandone un’altra.

La differenza col passato è che adesso negli scenari virtuali sono inseriti, tra gli altri, contrasti etnici/religiosi, l’approvvigionamento energetico, la lotta al terrorismo e la guerra cibernetica.

La TJ prende forma nel Mediterraneo in uno dei momenti più acuti delle crisi mediorientali e in un momento in cui la Russia è tornata prepotentemente sulla scena in questa area. La rapidità di intervento con cui Mosca ha affrontato prima la crisi ucraina e adesso quella siriana ha fatto scattare la preoccupazione della NATO per questa nuova equazione strategica.

Nessuno ha mai fatto riferimento a che l’esercitazione fosse una sorta di monito per la politica di Mosca anche se molti osservatori vedono la Russia come il nemico virtuale della TJ.

Non è però casuale che l’accento sugli assetti operativi dell’esercitazione si incentrassero sulla capacità di reagire prontamente al profilarsi di una minaccia da qualsiasi direzione provenga, rischierandosi in 48 ore ed in grado di contrastare operazioni ibride.

In considerazione che questo tipo di operazioni si accompagnano spesso ad infiltrazioni od attacchi terroristici, non è casuale neppure che nel dispositivo dell’esercitazione siano stati inseriti assetti di special forces supportate anche da velivoli statunitensi MC-130J Commando II dell’AFSOC (Air Force Special Operations Command).

La Trident Juncture servirà per testare a fondo la Nato Response Force (NFR) e con essa la Very High Readiness Joint Task Force prevista nel piano di reazione rapida e che dovrebbe essere operativa il prossimo anno; al termine dell’esercitazione lo staff di comando del Joint Force Command di Brunssum sarà ufficialmente certificato per comandare la NRF –se attivato- sempre nel 2016.

Il filo conduttore di questa complessa e ambiziosa esercitazione – come più volte sottolineato dal gen. Breedlove (SACEUR) e dall’ambasciatore Vershbow (vice segretario generale della NATO) – è quello di amalgamare i diversi assetti di comando e controllo (C2) della NATO per evitare che si possano creare degli scollamenti che non consentirebbero di affrontare adeguatamente ed in tempi rapidi le nuove sfide sul fianco meridionale dell’Alleanza.

Nel dispositivo aereo trovano spazio, tra gli altri, assetti importanti come l’ E-3 Sentry – gli AWACS della flotta di scoperta della NATO (a Trapani sostano regolarmente) – con gli E-3D della Royal Air Force e velivoli da guerra elettronica Falcon 20.

La prima fase dell’esercitazione si svolgerà presso la base aerea di Trapani sede del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare; da sottolineare che la base di Trapani, dopo la cessazione del leasing degli F-16, sembrava essere declassata e invece con l’operazione libica Unified Protector del 2011 è divenuta un hub operativo geostrategico di primaria importanza.

L’Aeronautica Militare è una componente importante nella NATO ed in questa esercitazione in particolare – come ha sottolineato il capo di stato maggiore, generale Pasquale Preziosa – aggiungendo che la forza armata ha ottenuto la certificazione della piena capacità della Joint Force Air Component (JFAC) e sotto la guida del comando di Brunssum potrà operare secondo le nuove direttive  della NATO nella NFR del 2016.

Foto: Difesa.it

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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