A Londra e Berlino è allarme per i foreign fighters

Non sono più di tre su circa 400, secondo il Times, i foreign fighter britannici reduci dalla Siria sottoposti a concreti obblighi preventivi di polizia (rientro a casa ad ora fissa, controlli quotidiani) dopo il loro rimpatrio. Il giornale denuncia che tutti gli altri sono andati semplicemente a “gonfiare la lista” dei circa 3.000 individui vicini all’Islam radicale indicati come osservati speciali dai servizi di sicurezza interni del regno dell’MI5.

Il dato, a giudizio del Times, fa a pugni con l’allarme lanciato giusto ieri dal premier David Cameron dopo i fatti di Parigi in base al quale risulta che negli ultimi mesi sono stati sventati in Gran Bretagna ben sette piani di attentati riconducibili a militanti o simpatizzanti dell’Isis. E sembra suggerire un’urgenza maggiore all’annunciato rafforzamento delle misure di sicurezza sul fronte interno evocato sempre ieri del ministro dell’Interno, Theresa May. Secondo dati dell’intelligence di Sua ;Maestà, si stima che oltre 750 giovani musulmani siano partiti dalla Gran Bretagna per combattere in Siria nelle file dell’Isis o di altre sigle jihadiste.Di questi una metà è poi tornata indietro, mentre almeno 70 sarebbero stati uccisi.

In Germania la situazione non è certo migliore che in Gran Bretagna. A oltre 400 jihadisti classificati come “pericolosi” e 70 foreign fighter rientrati nel Paese da Siria e Iraq si affiancano 43.000 estremisti islamici. “Fratelli, lanciate la jihad in Germania o Austria. Prendete un coltello, andate in strada e sgozzate gli infedeli”, è l’appello lanciato tre mesi fa da Muhammad Mahmoud, indicato come uno tra i più influenti foreign fighter austriaci.

Nello stesso video, il tedesco Abu Omer al-Almani minacciava di morte la Cancelliera Angela Merkel. E a due passi dal confine tedesco c’è Verviers, la cittadina belga dove Abdelhamid Abaaoud, la ‘mente’ degli attentati di Parigi, ha organizzato una cellula nei giorni precedenti la strage di Charlie Hebdo e del supermercato Kosher – la stessa che ha probabilmente fornito le armi al team di fuoco per compiere il massacro.

Nelle fila dell’Isis ci sono almeno 750 combattenti partiti dalla Germania. I 70 rientrati potrebbero essere solo la punta dell’iceberg. A gennaio scorso un comandante dell’Isis aveva parlato di “un migliaio” di combattenti stranieri rientrati in Europa dalla Siria. In questi mesi, in Germania non sono mancati i blitz e gli arresti: nel mirino i reclutatori che cercavano di fare proseliti tra gli studenti universitari, ma anche alcuni jihadisti impegnati a rifornire l’Isis di migliaia di divise.

I servizi segreti tedeschi hanno tuttavia ammesso che hanno difficoltà a penetrare direttamente la rete degli islamisti radicali. Gli 007 che lavorano in Germania sono quindi costretti a concentrarsi su altre fonti, che siano i servizi segreti di altri Paesi o le pubblicazioni in rete dei gruppi radicali.

Tra quelle spuntate in questo anno anche le informazioni contenute nel ‘Laptop dell’Apocalisse’, un portatile scovato in Siria un anno fa. Lo stesso dove si raccomandava di attaccare “le metropolitane, gli stadi di calcio o i centri commerciali”.

Foto Getty Images, AP e Reuters

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