COME HO TROVATO DOCUMENTI SIRIANI FALSI, DENARO E ARMI SUL DEEP WEB

Dopo gli attentati di Parigi del tredici novembre, vicino ad uno dei cadaveri degli attentatori presso lo Stade de France è stato ritrovato un passaporto Siriano.

Una fotografia dello stesso passaporto è stata scovata dal quotidiano serbo Blic, il quale inoltre afferma che il possessore, Ahmad Almohammad, sarebbe entrato in Serbia dalla Macedonia per poi proseguire il suo viaggio verso il nord.
Quasi contemporaneamente una fonte dei servizi segreti americani della rete Cbs ha affermato che il documento potrebbe essere un falso, dato che “non contiene I corretti numeri per un passaporto siriano legittimo e la fotografia non corrisponde al nome”.
La dichiarazione ha alimentato i sospetti che l’ISIS stia utilizzando i flussi migratori per infiltrare cellule terroristiche in territorio europeo e del resto a semplicità disarmante con cui è possibile ottenere documenti siriani falsi certo non aiuta.

Il 27 novembre tre uomini con passaporto siriano falso sono stati fermati e arrestati dalla Polfer alla stazione  ferroviaria di Ancona. Erano in procinto di salire sul treno  delle 2,45 per Milano quando gli agenti li hanno notati e  controllati.

I passaporti che hanno esibito non hanno convinto  gli occhi dei poliziotti che hanno deciso di approfondire i  controlli all’interno dei propri Uffici. Qui i tre,  inizialmente reticenti, hanno ammesso la falsità dei documenti  precisando di aver acquistato i passaporti in Turchia per una  somma totale di 1000 euro.

“Dai primi riscontri – sostiene la  Polfer Ancona – sembra che i tre stranieri siano introdotti  illegalmente in Italia attraversando la frontiera marittima di  Bari nascosti in un container”. Tutti sono stati arrestati e  questa mattina processati con rito direttissimo, e condannati ad 1 anno di reclusione (pena sospesa). Sono ora in corso le  procedure per la loro espulsione dall’Italia. Dopo i fatti di Parigi gli uomini della Polfer di Ancona hanno intensificato i controlli in ambito ferroviario.

Le zone dove il transito di migranti è più intenso hanno conosciuto un boom del mercato dei documenti contraffatti. Poiché è molto più semplice ottenere asilo o lo status di rifugiato politico con documenti che attestino la fuga da una zona di guerra, molti migranti che non necessariamente si stanno allontanando da una situazione di questo tipo preferiscono munirsi di documenti siriani per “semplificare” il loro viaggio, involontariamente facendo la fortuna dei trafficanti di esseri umani.

La qualità dei documenti è altalenante, variando da copie malfatte con tanto di fotografia incollata con lo stick, a veri documenti siriani a cui sono stati aggiunti dati ed immagine (a quanto pare trafugati ancora vergini in un edificio governativo ad Aleppo), indistinguibili da un passaporto di un vero siriano. Così anche i prezzi variano, ad poche centinaia di dollari a qualche migliaio.
Un reporter olandese in Turchia il 15 novembre è riuscito a farsi stampare un set completo di documenti siriani con la foto del primo ministro del proprio paese, il tutto, a quanto sostiene, senza particolari difficoltà.

Un altro reporter, questa voltadel britannico Telegraph, ha sfruttato il gruppo privato dei migranti su facebook Karajat Al Munshuntiteen.
Il controllo degli individui in viaggio verso l’Europa e l’identificazione di possibili terroristi si presentano quindi molto difficili ma la situazione potrebbe essere ancora più complessa.

Il “deep web” è zeppo di individui e organizzazioni disposti a fare quasi qualsiasi cosa per qualche bitcoin. Accedendo al dominio .onion con un browser Mozilla leggermente modificato, o usando un browser Tor si può entrare nel famigerato deep web.

Tramite gli indirizzi indicizzati ed i motori di ricerca di Tor è facile trovare siti come FakeID, che offre documenti finti a prezzi stracciati, da 400 euro per un passaporto brasiliano fino ad 850 euro per il set completo passaporto, carta d’identità, patente norvegese. Inoltre per sovrapprezzi non specificati si offrono di affrancare i documenti con vari timbri aereoportuali per dargli verosimiglianza e, addirittura, di aggiungere il numero del documento al database nazionale.

Purtroppo non forniscono documenti siriani. Contattati altri siti con simili servizi mi dicono che non possono aiutarmi, ma hanno disponibili dei passaporti con chip biometrico per soli 2.000 euro che, sostengono, mi porteranno ovunque io debba andare.

I documenti siriani sembrano non disponibili sui più comuni siti di documenti falsi, ma facendo qualche domanda nelle giuste chat room si scopre che è possibile affidarsi a qualcuno che potrebbe acquistare il documento in loco per poi spedirlo ad un drop point di mio gradimento, cioè una casella postale dove depositare un pacco.

Purtroppo tutta la trattativa è anonima ed è impossibile sapere se il contatto locale si terrà i bitcoin inviatigli per negoziare l’acquisto e andrà per la sua strada o terrà veramente fede alla parola data. Ma questo, in fondo, è la norma su internet.

L’unica forma sicurezza che ha un utente sul “dark web” è quella di trovare altre persone che hanno utilizzato con successo lo stesso servizio. Purtroppo, o per fortuna, il documento a cui potrei avere accesso è un semplice falso, niente in confronto ai documenti che offrivano nel sito descritto sopra.

Un semplice controllo del database siriano dei documenti potrebbe rendere carta straccia un passaporto di questo tipo.

Non avendo trovato nessuno in grado di modificare il database siriano per rendere il mio passaporto a prova di controllo, l’unica opzione rimanente è quella di copiare o rubare un passaporto vero e sostituirvi la fototessera. Ma ancora non ho trovato nessuno disposto ad assicurarmi questo servizio. Avrei dovuto accontentarmi del passaporto falso.
A questo punto sorge il problema di ottenere anonimamente il documento. Più che la consegna in sé, il problema si pone nel pagamento. Mentre usando dei drop point, o dei corrieri specializzati si possono quasi tranquillamente recuperare anonimamente le merci acquistate sul web, questo non vale per i metodi di pagamento.

Sebbene i bitcoin vengano spesso descritti dai media come la panacea dei criminali in quanto anonimi, questo non è propriamente vero.

La tecnica del blockchain consente una completa trasparenza delle transizioni di bitcoin di tutti gli utenti del servizio di criptovaluta, e, sebbene i singoli utenti siano solo una stringa di codice per il sistema, tramite le loro transizioni si può risalire alla loro identità. Per esempio comprando dei bitcoin con carta di credito si potrebbe risalire al conto collegato alla carta e, conseguentemente, al proprietario.

Ma anche a questo il “darkweb” ha trovato soluzione. Il modo più semplice per anonimizzarsi con i bitcoin è scambiarli con altre criptovalute differenti, per esempio litecoin. Essendo i due registri separati, il denaro sembrerà proveniente dal nulla e depositato nel portafoglio online. O ancora, usare un servizio di bitcoinfog, o bitcoinmixing cioè un servizio di riciclaggio di bitcoin online. In pratica si depositano i propri bitcoin in un portafoglio esterno assieme a quelli di altri utenti, il portafoglio provvederà in seguito a redistribuirli anonimamente ad altri conti di proprietà dell’utente ma vergini, cioè vuoti e su cui non è mai stata fatta una transizione. In questo modo, ancora, i bitcoin saranno non rintracciabili e non riconducibili all’acquirente originale.

Infine c’è un’altra opzione, cioè quella di effettuare una frode con carta di credito.
Sul “deep web” è facile trovare siti che offrono interi pacchetti di carte di credito clonate a prezzi persino irrisori (certe carte prepagate vengono vendute anche a un euro l’una). Acquistando alcune di queste carte sarebbe possibile per un utente abile ingannare un venditore di bitcoin ad effettuare la transazione, ottenendo denaro pulito e non tracciabile.

Per loro natura le transizioni bitcoin non sono reversibili, quindi una volta che la frode viene rivelata dalla banca  il pagamento viene annullato e il venditore di bitcoin si vedrà tolto il proprio denaro reale ma sarà incapace di recuperare la criptovaluta che ha venduto all’imbroglione.

Tramite questa frode, in teoria, è possibile anche ottenere discrete somme di denaro in modo relativamente veloce, e il mercato nero online offre ai malintenzionati molti bitcoin da spendere e ottime opportunità.
Come i sopracitati documenti falsi, si trovano servizi di hacking, droghe, prostituzione, traffico di animali rari, pornografia di ogni genere e, fra le molte altre cose, anche armi.

In particolare siti come “The Amrory”, “Armory”, “BMG Black Market Guns”, si sono specializzati nella vendita e spedizione sicura di armi da fuoco leggere, esplosivi militari e non, ottiche notturne, giubbotti antiproiettile e così via.

Come si legge su uno dei siti citati, i pagamenti sono sicuri e anonimi, e i pacchi possono essere consegnati o a dei “dead drops”, cioè “drop point” non intestati al destinatario né al mittente che non richiedono interazione fra il venditore ed il compratore, o anche presso il domicilio dell’acquirente.

Per assicurare che il pacco non venga intercettato dalle dogane le armi da fianco vengono smontate e nascoste dentro trapani e altri utensili e attrezzi, mentre le armi più ingombranti vengono occultate smontate in apparati elettronici più grossi o in dispositivi meccanici.

Foto: Deep web e Euronews

Federico BianchiniVedi tutti gli articoli

Nato a Brescia, è laureato in scienze internazionali e diplomatiche presso l'Università di Trieste. Appassionato di storia militare, si occupa di sicurezza e sicurezza informatica.

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