Una nuova base aerea russa in Siria?
(aggiornato il 10 dicembre)
Fonti d’intelligence statunitense citate dall’ISW hanno confermato che il genio aeronautico russo sta attrezzando una seconda base aerea in Siria, dopo quella di Hmeymim attiva da settembre a Latakya, 25 chilometri a sud est di Homs. In realtà si tratta dell’ampliamento di una base aerea già esistente, quella di Shayrat, dove è in corso di completamento una seconda pista lunga oltre 3 chilometri e praticabile dai cacciabombardieri come dai grandi velivoli cargo.
Sulla base (il cui impiego era stato anticipato dal Cremlino la scorsa settimana) sarebbero già operativi elicotteri Mi-24 russi impiegati in appoggio alle forze di Damasco lungo l’autostrada M5 Damasco-Homs minacciata un mese or sono dall’avanzata delle milizie dello Stato Islamico. Fonti di Damasco avevano riferito che a fine ottobre tutti i velivoli siriani erano stati trasferiti su altre basi per consentire i lavori di riadattamento e ammodernamento di Shayrat.
Secondo indiscrezioni i russi si appresterebbero ad ampliare con la seconda base la loro presenza aerea raddoppiando i 34 aerei da combattimento e la ventina di elicotteri Mi-24 e vMi-17 e e la presenza di truppe da 4mila a 8 mila unità inclusi mille militari dell’aeronautica e un certo numero di unità terrestri.
A Shayat sarebbero già presenti 4 elicotteri Mi-24 e una batteria con 6 di obici d’artiglieria da 152 millimetri. La base di Shayat consentirà di schierare assetti aerei in grado di offrire costante supporto aereo ravvicinato alle unità siriane nella provincia di Homs e verso Palmyra e Qaryatayn, direttrice d’avanzata delle forze governative.
Nelle prime sei settimane di offensiva le forze di Damasco e i loro alleati hanno riconquistato 240 chilometri quadrati di territorio nazionale strappandolo ai ribelli sunniti dell’Esercito Siriano Libero e agli islamisti dell’Esercito della Conquista ma hanno perso 120 chilometri quadrati di fronte alle offensive dello Stato Islamico secondo un report di IHS Jane’s.
Secondo l’Ondus, organizzazione vicina ai ribelli con base a Londra, negli ultimi due giorni anche i qaedisti del Fronte al-Nusra (membri dell’Esercito della Conquista) sono passati al contrattacco riconquistando Tal Bajer, nella provincia settentrionale di Aleppo, conquistata a metà novembre dagli Hezbollah libanesi appoggiati dai raid aerei russi.
La liberazione di Palmira non avrebbe solo un significato strategico ma anche simbolico e propagandistico per Mosca e Damasco. In termini militari, insieme alla sconfitta dello Stato Islamico e delle altre forze jihadiste intorno ad Aleppo, aprirebbe la strada per un attacco diretto da ovest su Raqqa ma rappresenterebbe un successo mediatico per Vladimir Putin e Bashar Assad dimostrando il ruolo determinante dell’intervento russo e dell’alleanza Mosca-Damasco di fronte all’irrilevanza della Coalizione a guida statunitense.
Il 9 dicembre il portavoce del Ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha negato che esistano piani per nuove basi aeree in Siria.
Foto: Sputnik e Novosti
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