Missili aria-aria sui Su-34 in Siria
Dopo l’abbattimento del Su-24 russo ad opera di un F-16 della Türk Hava Kuvvetleri il 24 novembre 2015, e per la prima volta da quando i cacciabombardieri Sukhoi Su-34 operano in Siria, le nuove missioni condotte dal 30 novembre hanno visto l’impiego di missili aria-aria da autodifesa.
Secondo il portavoce delle Forze Aerospaziali russe Igor Klimov, infatti, oltre alle bombe aeree a caduta libera OFAB-500 e a bombe guidate KAB-500, i Su-34 saranno armati con missili AAM a corto e medio raggio.
Dal filmato rilasciato dalla Difesa russa si nota chiaramente l’utilizzo dei missili aria-aria R-27 (“AA-10 Alamo”) nelle versioni IR passiva e semi-attiva radar e R-73 (“AA-11 Archer”), quest’ultimo nella sola versione IR.
Poiché la cellula del Su-34 deriva da quella del caccia Su-27, è chiaro che il Fullback eredita da quest’ultimo un’eccellente manovrabilità per il dogfight, che, unita ad un’avionica di tutto rispetto per il combattimento BVR, potrebbe costituire per i caccia avversari un pericolo decisamente di tutt’altro spessore rispetto a quella che costituirebbe un Su-24 la cui cellula è stata esclusivamente progettata per il bombardamento a bassa quota.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.