Mogherini: Eunavfor Med verso la Fase 3?
La missione navale europea “Sophia”, nata per combattere il traffico di esseri umani nel Mediterraneo, potrebbe presto passare alla cosiddetta “terza fase”, che permetterebbe interventi contro gli “scafisti” anche nelle acque libiche, ma anche operazione di formazione di guardacoste libiche. Della questione “abbiamo già cominciato a discutere”, ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, in attesa che un governo legittimo ne faccia richiesta.
Il capo della diplomazia europea ha spiegato al termine del Consiglio informale dei ministri della Difesa, tenutosi ad Amsterdam il 5 febbraio, che tutti i Ventotto paesi Ue sono “pronti a fornire ogni possibile potenziale sostegno al governo anche nel settore della sicurezza” a partire dal momento in cui sarà stato votato dal parlamento. “Discuteremo con loro tutte le opzioni – ha detto Mogherini – ma ovviamente abbiamo cominciato a esplorare opzioni sulla prossima fase dell’operazione Sophia”.
In particolare, ha detto, si pensa al “training per formare guardacoste libiche” ma anche a “usare tutto il potenziale che abbiamo a disposizione, come l’Eubam (la missione civile per l’assistenza al controllo delle frontiere istituita dall’Ue nel 2013, ndr), per assistere il paese nelle riforme del sistema di sicurezza e delle istituzioni”. democratiche”, a forme di assistenza per il rinnovo del sistema di sicurezza, le riforme, la costruzione istituzionale”.
Al di là delle dichiarazioni della Mogherini la lotta ai trafficanti di esseri umani attivi in Libia sembra ancora lontana da una parvenza anche solo simbolica di efficacia. La flotta Ue continua a imbarcare immigrati clandestini (quasi 10 mila) e a riversarli in Italia benché provengano quasi tutti da paesi dell’Africa Occidentale e che a nessun titolo potranno ottenere l’asilo.
Certo ne affonda i gommoni ma è evidente che la perdita di un’imbarcazione gonfiabile di origine cinese e scarso valore non rovina certo i profitti dei trafficanti che su ognuno di questi natanti imbarcano più di 100 persone.
Anche l’arresto degli scafisti, per lo più rapidamente rimessi in libertà dalla giustizia italiana, non sembra risultare un deterrente efficace contro un fenomeno criminale che ha portato in Italia 170 mila clandestini nel 2014, 155 mila nel 2015 e 5 mila nel gennaio di quest’anno.
Contare su una richiesta del nuovo governo libico per consentire l’intervento di Eunavfor Med sulla costa potrebbe rivelarsi illusorio per almeno tre ragioni.
La prima è che il nuovo governo di fatto non esiste ancora: Fayez al-Sarraj parla di un esecutivo di soli 12 ministri che resta ancora in alto mare e non raccoglie grandi consensi tra le formazioni politiche.
La seconda ragione è rappresentata dalle difficoltà che il nuovo governo, qualora dovesse davvero nascere, possa insediarsi a Tripoli e assumere davvero le redini del Paese dominato da oltre 300 milizie e con le forze dello Stato Islamico all’offensiva.
Infine il nuovo esecutivo avrebbe la forza di dichiarare guerra ai trafficanti i cui affari garantiscono “ricadute” a tante milizie e forze politiche locali?
Per questo è molto probabile che, se non riceverà improbabili ordini di respingere sulla costa libica gli immigrati clandestini, l’Operazione Sophia continuerà ad assomigliare a Mare Nostrum.
(con fonte AGI)
Foto: Eunavfor Med
Vignetta: Alberto Scafella
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.