Presentato a Londra il Military Balance 2016
Gli Stati Uniti si confermano come superpotenza mondiale e mantengono il primo posto nella classifica della spesa militare globale, con 597,5 miliardi di dollari stanziati nel 2015, contro i 581 dell’anno precedente. Ma secondo il rapporto annuale ‘Military Balance 2016’ presentato ieri dall’Istituto per gli Studi strategici di Londra (Iiss), nonostante questo primato viene sempre più erosa la superiorità tecnologica statunitense da Russia e Cina, capaci di mettere in campo sistemi di armamento sempre più avanzati.
A riprova di questa tendenza il fatto che negli ultimi cinque anni è raddoppiato il numero di Paesi che utilizzano i droni per fini militari e la Cina si è imposta come produttore capace di esportarli in molti Paesi, fra cui Iraq (foto a sinistra) e Nigeria.
Per quanto riguarda la spesa militare, le prime cinque posizioni restano invariate: dopo gli Usa, la seconda potenza è la Cina (145,8 miliardi di dollari), l’Arabia saudita (81,9), la Russia (65,6 – ma la svalutazione del rublo offre una percezione non realistica della spesa militare russa ), e la Gran Bretagna (56,2).
Gli Stati asiatici continuano l’acquisto massiccio di armi e hanno speso 100 miliardi di dollari in più rispetto ai Paesi europei membri della Nato, che invece proseguono nei tagli in questo settore. Anche l’Italia ha ridotto il suo budget alla difesa, portandolo dai 24 miliardi di dollari del 2014 ai 21,6 del 2015, ed è passata dal 12° al 13° posto nella classifica mondiale delle spese militari.
Il Military Balance tiene conto delle spese militari complessive dei singoli Paesi, non solo quelle assegnate ufficialmente al Bilancio della Difesa, come ad esempio i fondi stanziati per le missioni all’estero o destinati ad acquisire equipaggiamenti militari ma stanziati da ministeri diversi, come quello dello Sviluppo economico nel caso italiano.
(con fonte Ansa)
Foto: IISS, Lockheed Martin, Ministero Difesa Iracheno
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