In Somalia gli Shabab preparano una nuova offensiva

Sono in pochi a nutrire dubbi a riguardo: al Qaeda si sta rafforzando in Somalia e si prepara a una nuova offensiva. Diecimila uomini, armi nuove, una diversa strategia fatta di attacchi mirati, metodi da guerriglia e la volontà di distruggere sia la timidissima ripresa economica, sia l’altrettanto timido tentativo di democratizzazione del Paese.

RodriguezAl-Shabaab, il movimento jihadista somalo accreditato di alm,emno 7 mila miliziani, dopo un anno sulla difensiva torna a suscitare forti preoccupazioni nei vertici della forza multinazionale dell’Organizzazione dell’Unità Africana, impegnata da anni a contrastarne il tentativo di imporre la legge coranica ad un territorio che vorrebbe esteso oltre i confini con l’Etiopia.

Appena una settimana fa un attacco effettuato da aerei e droni statunitensi ha portato alla distruzione del campo di addestramento dei terroristi di Raso Camp, a 190 chilometri da Mogadiscio, con 150 guerriglieri uccisi e la distruzione della struttura una di quelle utilizzate per rafforzare con nuove reclute la milizia jihadista.

“Tutte le volte che ci siamo trovati di fronte a tali livelli di organizzazione e addestramento abbiamo dovuto registrare attacchi devastanti contro i nostri uomini”, ha fatto sapere al Congresso americano il generale statunitense David Rodriguez, alla testacdell’Afruca Command che ha visitato recentemente la Smalia

Shabab-2-imagesLa situazione non è stabile: Mogadiscio sta riprendendo a vivere, ma l’autorità del governo locale difficilmente va oltre la periferia della capitale. Quel poco di autosufficienza alimentare ed economica che c’è dipende in realtà più dagli aiuti internazionali che non dalla ripresa delle normali attività.

Inoltre fra qualche mese si svolgeranno le elezioni, e i terroristi islamici hanno tutto l’interesse a impedire che dalle urne possa partire un seppur minimo inizio di stabilizzazione, per non dire di democratizzazione. La stessa strategia usata in altre parti dell’Africa, dalla Tunisia alla Costa d’Avorio: colpire l’economia nazionale, impedire che la democrazia metta radici.

Un anno fa Al-Shabaab, “la gioventu'” affiliata ufficialmente ad al Qaeda dal 2012 appariva in seria difficoltà a causa di una serie di sconfitte militari e divisioni interne. Questo aveva permesso all’Amisom di conquistare una serie di centri in tutto il Paese e tagliare i finanziamenti al terrorismo. La sconfitta è divenuta presto una lezione da imparare: Al-Shabaab si è ritirata dalle città ma ha rafforzato il controllo delle campagne, dove estorce approvvigionamenti e finanziamenti alle popolazioni già poverissime e trova spazi aperti per i campi di addestramento.

militantsLe armi sono raccolte con la tattica degli attacchi alle postazioni più isolate dell’Amisom. A giugno un attacco a Leego, al centro della Somalia; tre mesi dopo a Janale, a sud di Mogadiscio. Lo scorso gennaio, punto massimo dell’escalation, 100 militari kenioti sono stati uccisi a El Adde, a ridosso del confine con l’Etiopia.

Fonti diplomatiche parlano di una “forte spinta” terroristica in vista delle prossime scadenze. Non ultime quelle che vedranno il rifinanziamento della missione internazionale dell’Unità Africana. Una missione in cui spesso le divisioni prevalgono sull’azione concertata, e che paga la scarsa presenza di militari somali, gli unici a conoscere a fondo il territorio e la complicata struttura sociale del Paese.

Somalia-imagesC’è poi il problema di un allentamento della tensione da parte di un mondo occidentale impegnato anche in crisi come quella siriana o libica. L’Unione europea ha tagliato i fondi per un buon 20 per cento, l’Onu deve ancora inviare gli elicotteri promessi nel 2012.

“Il fallimento non è all’ordine del giorno”, ha detto di recente il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ad un vertice di Paesi che partecipano all’iniziativa. Certo, però, i prossimi mesi potrebbero essere difficili”.

(con fonte AGI)

Foto: Shabaab, AFP, Reuters, US DoD

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