Si prepara un 11 settembre europeo?
di Bruno Ballardini (nella foto a sinistra) da Il Sole 24 Ore.com
Da Parigi a Bruxelles non è cambiato nulla: i nostri media continuano a ripetere in modo automatico i lanci d’agenzia che arrivano incessantemente, per indurre nel pubblico la sensazione di una presenza costante sui fatti e di un’informazione completa.
Ma le singole notizie di per sé non informano, e d’altra parte nessuno perde tempo a collegarle tra loro per fornire un quadro più chiaro di ciò che è accaduto e di ciò che potrebbe ancora accadere. Questo dovrebbe essere il vero ruolo dell’informazione.
Invece, tutto finisce in talk show dove ciascuno degli ospiti fornisce fantasiose interpretazioni di una singola notizia, l’ultima arrivata.
Abbiamo un’unica alternativa: quella di confrontare e collegare autonomamente più notizie da più fonti traendone l’informazione che ci serve.
Potete imparare a farlo anche voi: ecco un semplice esercizio che prende spunto dai fatti accaduti in quest’ultimo periodo.
Seguite l’ordine dall’inizio e leggete gli articoli collegati ai link.
1 – A novembre 2014, reporter indipendenti raccolgono da diversi jihadisti la dichiarazione “Aspettate e vedrete. Vi faremo dimenticare l’11 settembre”.
2 – Chi ha analizzato fino ad oggi la propaganda dello Stato Islamico, sa bene che la frase “Aspettate e vedrete” è un leitmotiv ricorrente nei video istituzionali dell’ISIS e si riferisce all’intenzione di attaccare l’Occidente a sorpresa, dal suo interno.
3 – A gennaio 2015, il reporter indipendente Mike Giglio pubblica l’intervista ad un operativo dell’ISIS che dichiara di aver già fatto passare dalla Turchia in Europa circa 4000 fighter con la collaborazione di contrabbandieri (il 23 marzo di quest’anno Associated Press comunicherà una cifra diversa basandosi su un informatore in Iraq). Al di là dei numeri, la notizia è che loro sono già in Europa e stanno aspettando un segnale. E ne bastano 100 per scatenare l’apocalisse nel nostro continente, considerando cos’è capace di fare una cellula di quattro jihadisti.
4 – A maggio 2015, il Mossad conferma che l’ISIS sta preparando un attentato di grandi proporzioni in Europa. Sempre nello stesso mese su Dabiq, rivista dello Stato Islamico, il prigioniero inglese John Cantlie ora portavoce ufficiale dell’ISIS, fa un’ipotesi su come si possa organizzare un attacco nucleare sul territorio degli Stati Uniti. Il dato essenziale è l’obiettivo condiviso della strage.
5 – A novembre 2015, dopo l’attentato di Parigi, spiego per primo in TV che l’unico tipo di attacco che permetterà all’ISIS di ottenere l’impatto desiderato non può essere altro che un “attacco a sciame” e che quello di Parigi è soltanto una prova generale (quello di Bruxelles avrà la stessa struttura “a sciame”). Il Mossad conferma la volontà dell’ISIS di condurre “attacchi sincronizzati”.
6 – A fine gennaio 2016, il giornale pan arabo Ashark al Awsat, conferma la notizia che l’ISIS ha trafugato gas Sarin da un deposito vicino a Tripoli, notizia segnalata 15 giorni prima dallo stesso cugino del colonnello Gheddafi. La CIA conferma che l’ISIS è in possesso di armi chimiche.
7 – Nella rivendicazione dell’attentato di Bruxelles, l’agenzia Amaq News, organo stampa dell’ISIS, ribadisce l’intenzione di colpire l’Europa “in modo ancora più duro e doloroso”.
8 – Il 23 marzo 2016 gli inquirenti belgi hanno confermato che gli attentatori tenevano d’occhio uno scienziato che lavorava ad un programma di sviluppo nucleare.
Dunque uno dei loro obiettivi era quello di arrivare alle centrali nucleari del Belgio, probabilmente per fabbricare una “bomba sporca”.
Tecnicamente, ci sarebbero almeno altri due modi per realizzare un “11 settembre europeo”.
Ma i nostri media sono latitanti, non si sbilanciano, non aiutano nemmeno a comprendere quanto sia concreta l’intenzione di un attacco di grandi proporzioni. In definitiva, non aiutano la comunità ad essere consapevole, quindi pronta e unita rispetto ad ogni evenienza.
E infine, per tutti coloro che si illudono che l’Italia sia più protetta o invulnerabile di altri paesi, ci pensa la stampa estera a segnalare la seria possibilità di un contatto fra l’ISIS e la Mafia al fine di reperire direttamente armi o materiali che difficilmente riuscirebbero ad introdurre nel nostro territorio.
E senza scomodare la Mafia basta ripescare qualsiasi articolo sulla situazione delle scorie radioattive in Italia per rendersi conto di quanto sia facile reperirle.
Provate a unire tutti i puntini. Adesso lo vedete anche voi il disegno?
C’è una grossa differenza fra notizie e informazione. Le notizie sono quelle che ho elencato. L’informazione invece è quella che ne potete dedurre, è cioè che l’ISIS ha intenzione di eseguire un grande attacco in Europa e l’ha già pianificato. L’avete mai letto sui giornali o sentito spiegare dai telegiornali? No. Semplicemente perché loro si limitano a dare notizie. Ma non fanno informazione.
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