Scarsa popolarità per un intervento italiano in Libia
Secondo un sondaggio Ixè per Agorà (Raitre), il 18% degli italiani sarebbe favorevole a un intervento militare in Libia. All’ipotesi, di cui si parla da tempo, rimane contraria una larga parte della popolazione (74%) mentre l’8% non sa o non risponde.
I dati confermano la confusione che regna intorno agli obiettivi di un eventuale intervento che secondo il governo italiano non dovrebbe essere di attacco diretto allo Stato Islamico ma di supporto alla sicurezza e addestramento a favore del nuovo governo che per ora non si è insediato ma vede il premier Fayez al-Sarraj barricato in una base navale vicino a Tripoli.
Non esiste neppure la certezza che il nuovo esecutivo, una volta insediato, chieda un interventi militare internazionale e finora tutte le fazioni libiche hanno respinto l’ipotesi di truppe straniere sul suolo nazionale.
Dubbi e incertezze che certo influiscono sulla percezione della crisi libici presso l’opinione pubblica specie dopo le disastrose conseguenze della guerra del 2011 contro Muammar Gheddafi.
Tutti i sondaggi realizzati negli ultimi tempi fotografano la stessa scarsa adesione popolare a una nuova avventura militare sulla ex “quarta sponda”.
Per questo il governo Renzi cercherà presumibilmente di posticipare eventuali azioni militari a dopo le elezioni amministrative anche se molto dipenderà dalle ormai consuete e reiterate pressioni di Washington per un impegno militare di Roma in Libia.
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