Sottomarini australiani: il trionfo di DCNS
Il gruppo francese DCNS (gruppo cantieristico controllato al 75% dallo Stato francese e al 25% da Thales) si è aggiudicato il Programma SEA 1000, un maxi contratto stimato 34,3 miliardi di euro per la costruzione di 12 sottomarini per la Marina Australiana tipo Shortfin/Barracuda Block A1, versione sviluppata ad hoc e a propulsione convenzionale dei battelli a propulsione nucleare della Marina francese Barracuda.
Lo ha reso noto il gruppo cantieristico francese dopo l’annuncio del premier australiano, Malcolm Turnbull. I francesi hanno sconfitto la concorrenza dei tedeschi di ThyssenKrupp Marine Systems e di un consorzio giapponese che includeva Mitsubishi Heavy Industries in quello che è il più importante contratto della storia militare dell’Australia.
“Questo successo – ha commentato l’amministratore delegato di Dcns, Hervé Guillou – “è stato possibile grazie alla stretta cooperazione tra DCNS, lo Stato francese e i nostri partner industriali”.
I negoziati esclusivi tra DCNS e il governo australiano cominceranno quest’anno per definire le modalità del programma e dovrebbero concludersi all’inizio del 2017.
Turnbull ha sottolineato che la proposta francese “presenta le migliori capacità di rispondere alle necessità” sottolineando che la Royal Australian Navy disporrà dei “sommergibili più sofisticati mai costruiti al mondo”.
Il presidente francese, Francois Hollande, ha salutato la storica decisione: “Segna un passo decisivo nella partnership strategica tra i due paesi che coopereranno per oltre 50 anni”, ha reso noto l’Eliseo.
I nuovi Shortfin/Barracuda sostituiranno i 6 sommergibili della classe Collins realizzati negli anni ’90 e che si prevede verranno radiati a partire dal 2026.
Le caratteristiche di massima dei nuovi sottomarini australiani (video) sono una lunghezza di 97 metri per un dislocamento superiore alle 4 mila tonnellate, propulsione “pump jet” per garantire la massima silenziosità una velocità massima di 20 nodi e un’autonomia di oltre 18 mila miglia che ne esalta le caratteristiche oceaniche richieste da Canberra.
Il potenziamento militare e soprattutto navale dell’Australia (che raddoppia la consistenza della sua componente subacquea) risponde al suo crescente ruolo di potenza regionale e all’allarme destato dalle mire espansionistiche di Pechino e dal massiccio riarmo navale cinese.
L’esito della commessa ha sorpreso molti osservatori che ritenevano favorita la proposta giapponese, sostenuta a quanto pare anche dagli Stati Uniti.
Probabile però che Canberra non abbia voluto irritare Pechino con un’intesa di così ampia rilevanza strategica con Tokyo (dove il ministero della Difesa ha definito la decisione australiana “profondamente spiacevole”) tenuto conto degli stretti rapporti commerciali tra Australia e Cina e del fatto che molte materie prime australiane trovano collocazione sul mercato cinese.
Di certo a favore della proposta francese ha pesato l’offerta di produrre in Australia, nei cantieri di Adelaide, i 12 battelli garantendo 2.800 posti di lavoro e un ampio ritorno all’industria australiana in termini finanziari, tecnologici e di know-how in una commessa che si svilupperà per mezzo secolo considerando produzione, aggiornamento, manutenzione dei battelli e addestramento degli equipaggi per tutta la vita operativa delle unità.
Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian (che nel suo incarico ha messo a segno numerosi grandi successi di export dell’industria francese), ha sottolineato garantito che la commessa australiana garantirà “migliaia di posti di lavoro” in Francia.
Secondo il quotidiano Le Monde 4.000 maestranze francesi (per lo più di DCNS e Thales) saranno coinvolte nel programma per un periodo di sei anni.
Foto DCNS
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