L’A400M piace in Indonesia ma mette in ginocchio Airbus

di Vittorio Orsini

L’Indonesia potrebbe aiutare Airbus Defence and Space a risollevare, almeno in parte, le sorti del programma A400M, che da anni “affligge” il gruppo aeronautico. Il primo ministro di Giakarta, Ryamizard Ryacudu, ha recentemente dichiarato alla Reuters l’intenzione di acquistare dall’Europa alcuni esemplari del velivolo quadrimotore da trasporto tattico.

“Non ne serviranno molti”, ha detto spiegando che il governo ha anche negoziati in corso per l’acquisto, entro l’anno, di otto caccia russi Sukhoi Su-35 per sostituire gli F-5.

La possibile commessa indonesiana allevia ma non risolleva le condizioni del programma A400M che ha conosciuto molti problemi e numerosi ritardi sulle consegne. A complicare le cose, lo schianto lo scorso anno sopra Siviglia di MSN23, esemplare destinato alla Turchia, per problemi al software che sovrintende il motore. Problemi a cui si sono aggiunte “nuove criticità”  dichiarate dal Gruppo lo scorso 28 aprile, che hanno causato al costruttore un calo di oltre il 4% in Borsa.

“Stiamo riscontrando dei problemi su produzione e consegne dell’A400M, dovuti a inaspettate criticità sulla gearbox del motore” ha dichiarato Tom Enders (nella foto a sinistra), numero uno del gruppo, in occasione della presentazione dei risultati finanziari del primo trimestre 2016.

“E’ frustrante – ha detto – ma ci sarà da lavorare su questo con i nostri partner”. Stando alle ultime dichiarazioni, non è ancora possibile quantificare le perdite da un punto di vista finanziario e industriale, ma potrebbero diventare “significative”.  Già nel 2015 Enders aveva individuato due “grandi sfide” ancora lontane dalla soluzione per il programma A400M: la “stabilizzazione della produzione, per abbassare i costi e l’implementazione al più presto delle funzionalità militari più critiche”, ovvero aviolanci e sottosistemi di protezione del velivolo.

Con ogni probabilità ci saranno altri oneri finanziari rispetto ai 5 miliardi di euro di extracosti già calcolati. A tal fine – fa sapere Airbus – uno studio industriale e tecnico è in corso per trovare una soluzione di corto e lungo termine. Intanto continuano le discussioni, portate avanti dall’Agenzia europea OCCAR, che ha la responsabilità del programma, con i clienti per rivedere lo schedule delle consegne e l’integrazione sul velivolo delle capacità di missione richieste a gran voce, specie dalla Francia, che è stata costretta ad acquisire dei C-130 Hercules aggiuntivi per tamponare le sue esigenze operative.

“Non siamo soddisfatti, il velivolo non è ancora in grado di effettuare aviolanci, manca degli apparati per l’autoprotezione e non è in grado di rifornire gli elicotteri” aveva dichiarato a novembre scorso il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, vedendo frustrata l’aspirazione dell’Eliseo di poter disporre entro quest’anno di almeno sei A400M allo standard 1.5, superiore cioè alle sole capacità di trasporto.

I motori dell’A400M sono costruiti da un consorzio europeo di cui fanno parte la spagnola ITP, la tedesca MTU, Rolls-Royce e Safran.

La gearbox, adesso sotto esame, viene invece fornita da Avio Aero, sussidiaria italiana di General Electric. Al programma A400M, costo stimato 23 miliardi di dollari, partecipano sette Paesi Nato: Belgio, Regno Unito, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Turchia, mentre la Malesia è ad oggi l’unico cliente export dopo la cancellazione dell’ordine del Sud Africa nel 2009.

Foto Airbus e Armèe de l’Air

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