Le bugie della Ue: Eunavfor Med/Sophia è un successo!

Nel limiti del mandato attuale, l’operazione Sophia “è un grande successo” perché finora ha salvato oltre 13mila vite e permesso l’arresto di 68 sospetti trafficanti.

Così il generale greco Mikhail Kostarakos, presidente del comitato militare Ue, replica – al termine della prima riunione del 2016 dei capi di stato maggiore europei che ha fatto il punto su tutte le missioni militari europee in corso – alle critiche espresse la settimana scorsa in un rapporto della Camera dei Lord britannica, aggiungendo che “è cominciata la pianificazione” per l’eventuale ampliamento del mandato della missione navale europea nel Mediterraneo per l’addestramento della guardia costiera libica.

Kostarakos ha anche insistito sul fatto che per l’ampliamento tanto del mandato quanto della zona di operazione di EuNavFor Med (attualmente in fase 2A, ovvero in acque internazionali) “serve una decisone politica” per la quale sono “necessari la richiesta del governo di unità nazionale libico ed una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.

Al di là del paludato linguaggio diplomatico le chiacchiere dei vertici militari della Ue rischiano di sforare ogni limite del ridicolo e soprattutto di prendere per il naso i contribuenti europei che hanno pagato e continuano a pagare una missione che aveva lo scopo dichiarato di “interrompere il modello di business dei trafficanti”, ambigua espressione di Federica Mogherini che comunque indicava il contrasto dei trafficanti di immigrati clandestini.

Le 13 mila vite salvate da Eunavfor Med sono quelle di altrettanti clandestini, per lo provenienti dall’Africa Occidentale che secondo l’agenzia europea Frontex non hanno alcun titolo per essere accolti perché sono “migranti economici” .

Tutti sbarcati illegalmente in Italia incentivando così non solo il business dei trafficanti che secondo il rapporto Europol nel solo 2015 hanno incassato tra i 3 e i 6 miliardi di dollari mobilitando 40 mila fuorilegge ma incoraggiando milioni di africani a pagare i trafficanti per cercare di raggiungere l’Italia e l’Europa.

Per il 2016 è atteso in crescita il numero dei migranti che cercheranno di raggiungere l’Ue. In 800mila sono pronti a partire dalla sola Libia. I dati allarmanti sono contenuti in un rapporto congiunto di Europol e Interpol, dedicato all’analisi del ruolo dei network criminali nella crisi migratoria.

Un affare multinazionale quello dell’immigrazione illegale, che si stima abbia fruttato tra i cinque ed i sei miliardi nel solo 2015, visto che oltre il 90% del milione arrivato in Europa si è affidato alle reti dei trafficanti pagando tra i 3.200 ed i 6mila dollari a ‘passaggio’.

Ma il business quest’anno potrebbe rendere anche di più, data la tendenza in crescita, con una progressiva trasformazione del mercato in un oligopolio.

E anche se Europol “non ha dati concreti che suggeriscano una cooperazione consistente” tra terroristi e reti criminali, “c’è un rischio accresciuto che i foreign fighters possano usare i flussi migratori per rientrare in Ue”.

Nei mesi scorsi “sono già stati identificati alcuni episodi”, come peraltro dimostrato anche dalle indagini sugli attacchi a Parigi del 13 novembre, con due dei componenti del commando kamikaze entrati nell’Unione attraverso la Grecia, mischiandosi ai flussi dalla Siria.

Tra gli altri pericoli evidenziati per il 2016, un aumento dello sfruttamento del lavoro, soprattutto nei Paesi didestinazione, ma anche un incremento della criminalità, con i migranti arruolati loro malgrado, oltre allo sfruttamento sessuale, soprattutto per i minori non accompagnati.

Un ampliamento del mercato della contraffazione dei documenti viene dato per scontato, mentre si segnala come già diffuso il fenomeno di quelli “in affitto”: documenti che vengono riciclati di volta in volta, durante le tappe del viaggio, per ‘facilitare’ un maggior numero di migranti e massimizzare i guadagni.

In tutto sono 250 i luoghi geografici individuati da Europol e Interpol in cui si concentrano le principali attività dei trafficanti, di questi 170 si trovano in Ue e sono legati alle rotte e ai loro mutamenti.

Le modalità di pagamento del ‘passaggio’ possono variare, da quello anticipato a quello corrisposto durante le tappe, o anche con l’arrivo a destinazione, ma la forma preferita sono i contanti, che vengono ‘lavati’ dai network nelle aziende di proprietà.

In particolare ristoranti, imprese di trasporti, negozi, rivendite di auto, hotel, Internet caffè e agenzie di viaggi vengono definite “attività vulnerabili”, poiché possono essere utilizzate sia per facilitare i viaggi illegali che per riciclare il denaro.

Tra gli strumenti più usati sia dai migranti che dalle reti criminali nella ricerca dei clienti e per la diffusione delle informazioni su rotte, servizi e prezzi, i social media restano i preferiti.
(con fonte Ansamed)

Immagini:  Eunavfor Med, Marina Militare ed EPA

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