I GUAI DELLO STATO ISLAMICO: CADUTA FALLUJAH
Minaccioso sul fronte terroristico in Europa e USA, il Califfato sembra in difficoltà su tutti i campi di battaglia: in Iraq le forze regolari e le milizie sciite hanno espugnato Fallujah, in Libia le milizie di Misurata hanno circondato il centro di Sirte mentre in Siria curdi e forze di Assad avanzano verso Raqqah.
Dopo un’offensiva durata quattro settimane, le forze governative irachene sono riuscite a penetrare ieri nel centro di Falluja, strappando il controllo dei principali uffici governativi all’Isis, che occupava la città da due anni e mezzo.
La battaglia non è ancora finita perché scontri sono segnalati ancora in diversi altri quartieri e il centro urbano disseminato di mine e trappole esplosive secondo la tattica impiegata dell’Isis in tutti i centri urbani che ha dovuto abbandonare al nemico.
La città occidentale di Falluja (la prim grande città irachena a venire occupata dall’Isis nel gennaio 2014) è stato “liberata” dalle milizie estremiste dello Stato islamico, ha annunciato il primo ministro iracheno Haider al-Abadi.
“Le nostre truppe hanno preso il controllo di Falluja”, ha detto al-Abadi in un discorso televisivo, giurando che i jihadisti verranno allontanati anche da Mosul. “Non c’è posto per Daesh in Iraq. Lasciate il nostro paese. L’Iraq è solo per gli iracheni”, ha detto il premier.
Si stima che decine di migliaia di abitanti siano ancora intrappolati e si temono nuove violenze di rappresaglia delle forze sciite (nella foto a sinistra) sulla popolazione sunnita di Falluja: centinaia di uomini e ragazzi sarebbero nelle mani delle milizie di Mobilitazione Popolare (Badr) che partecipano all’offensiva e che l’anno scorso si macchiarono di crimini sulla popolazione sunnita di Tikrit.
Negli ultimi giorni sono circolate denunce di uccisioni e altre violenze commesse da miliziani filo-governativi su civili sospettati di collaborazionismo con i loro correligionari dello Stato islamico.
Nel sermone tenuto alla preghiera del venerdì a Karbala, il rappresentante del grande ayatollah Ali al Sistani, massima autorità religiosa sciita dell’Iraq, ha invitato tutte le forze anti-Isis a rinunciare ad ogni forma di vendetta, “anche verso i nemici che gettano le armi”.
Circa le operazioni a Fallujah il comandante della polizia federale, generale Raed Shaker Jawdat, ha detto che truppe d’elite della stessa polizia e dell’esercito si sono impossessate del complesso dove sorgono la sede del governatore e il municipio, issandovi la bandiera irachena.
“La liberazione del complesso governativo simboleggia la restaurazione dell’autorità dello Stato “, ha detto Jawdat.
“Il nemico sta crollando davanti alla continua avanzata delle nostre forze che proseguono a marciare dal centro verso altre zone”, recitava ieri il testo del comunicato del comando militare.
“Centinaia di famiglie sono uscite dal quartiere al Salam a sud di Fallujah correndo verso le divisioni ottava e decima dell’esercito”, hanno detto fonti citati dall’emittente curda Rudaw i quali hanno aggiunto che “i militari hanno provveduto a portare in zone sicure le famiglie”.
Il comandante delle operazioni congiunte, generale Abdul Wahab al Saedy, ha detto che le forze irachene hanno ripreso il controllo anche della vicina area di Nazzal, sempre nel centro della città, dove si ritiene fossero situati depositi di armi e centri di comando dell’Isis.
Secondo Al Saedy, i miliziani del ‘Califfato’ hanno opposto una resistenza “debole”, mentre “la maggior parte” dei civili aveva abbandonato l’area.
Le truppe governative sono state sostenute dai raid della Coalizione internazionale a guida Usa e delle forze aeree di Baghdad (caccia F-16, aerei da attacco Su-25 ed elicotteri da attacco MI-35 e Mi-28).
Molti osservatori sottolineano che la resistenza dell’Isis è stata minore di quanto si prevedeva con la fuga dei capi dal campo di battaglia sul quale sono rimasti i combattenti più fanatici i cui corpi giacciono a decine per le strade della città distrutta dai bombardamenti.
L’operazione militare per liberare completamente Falluja sarà terminata in due o tre giorni, ha reso noto ieri il generale iracheno Abdelwahab Saadi.
Le forze di sicurezza irachene nelle scorse ore hanno anche rilanciato l’offensiva per liberare Mosul, seconda città più grande del Paese occupata dallo Stato islamico da due anni
Lo ha annunciato il ministro della Difesa iracheno, Khaled al-Obeidi, citato dal sito dell’emittente al-Sumaria.
Secondo il ministro, all’alba le forze irachene hanno iniziato la seconda fase dell’offensiva che mira a liberare la provincia di Niniveh e l’ultimo grande centro urbano dell’Iraq ancora in mano ai jihadisti.
“L’obiettivo dell’operazione è prendere Qayyarah e renderla la rampa di lancio verso Mosul”, ha dichiarato al-Obeidi. Qayyarah, che ospita anche un aeroporto, si trova sulla sponda opposta del fiume Tigri rispetto a Makhmur, zona controllata dai curdi dove sorge la base principale delle forze governative, a circa 60 chilometri a sud di Mosul.
Foto AP, Reuters, Esercito Iracheno e Askanews
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