LA NUOVA LEGGE ANTI-TERRORISMO RUSSA

Tra le critiche dei difensori dei diritti umani e quelle di parte del business russo, il presidente Vladimir Putin ha firmato ieri la controversa “Legge Yarovaya”, un pacchetto di misure antiterroristiche che contiene severe misure di controllo per gli operatori di telecomunicazioni (Tlc) e notevoli limitazioni alla libertà religiosa.

La nuova legislazione – che prende il nome da uno dei suoi promotori, la deputata Irina Yarovaya (nella foto sotto) – obbliga le società di telefonia e di erogazioni di servizi internet a conservare per sei mesi i dati di traffico tra utenti (inclusi foto, video, audio e messaggi) e i metadati (questi per tre anni). Si tratta di informazioni che ogni compagnia, se richiesto, sarà costretta a fornire ai servizi segreti russi (Fsb).

In caso di utilizzo di programmi di messaggistica criptati, le aziende internet dovranno fornire all’Fsb le chiavi per la decodifica. La mancata comunicazione di tale informazioni viene punita con una multa fino a un milione di rubli (poco più di 14mila euro).

Le principali società di telefonia russe hanno già detto che la legge è “inapplicabile” per ragioni finanziarie e tecniche e hanno messo in guardia dal fatto che potrebbe assestare un duro colpo allo sviluppo del settore delle telecomunicazioni. Come pure costringere a rivedere i piani di finanziamento per i Mondiali di calcio 2018, ospitati dalla Federazione, e alla cui organizzazione stanno contribuendo in modo consistente proprio le società di Tlc.

Alla notizia, data questa mattina, del via libera del Cremlino alle nuove draconiane misure, le azioni delle principali compagnie di telefonia hanno perso valore alla Borsa di Mosca.

Vi è il timore diffuso che l’obbligo di acquistare server in grado di attuare le nuove misure si rifletta in un immediato aumento delle tariffe per i consumatori.

Secondo un calcolo della Mobile TeleSystems, uno dei maggiori operatori di mobile in Russia, il solo ‘stoccaggio’ dei dati per sei mesi ha un costo di oltre 30 miliardi di dollari.

Putin ha incaricato il capo dell’Fsb, Aleksnder Bortnikov (nella foto a fianco), di trovare entro due settimane le chiavi necessarie per monitorare i messaggi online degli utenti nel Paese; allo stesso tempo ha ordinato al governo di monitorare l’attuazione della legge e introdurre i correttivi necessari per “minimizzare l’impatto economico” sul settore delle Tlc.

La “Legge Yarovaya”, inoltre, rivede alcune delle basi del Codice penale russo introducendo nuovi reati come “l’istigazione o il coinvolgimento nell’organizzazione di disordini di massa” – punito con pene detentive dai 5 ai 10 anni – perseguendo la “mancata denuncia” di informazioni relative ad attività terroristica, colpi di Stato o complotti e omicidi di uomini di Stato e introducendo l’ergastolo per il terrorismo internazionale.

Aumenta (da 22 a 32) il numero di reati con responsabilità penale per i cittadini tra i 14 e i 17 anni. Pesanti le limitazioni anche alla libertà religiosa: le nuove misure definiscono l’attività missionaria e la vietano al di fuori dei luoghi adibiti al culto. P

er organizzare una processione religiosa, ogni partecipante dovrà essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dai responsabili della comunità di appartenenza.

Questo punto ha causato dure critiche da parte di alcuni rappresentanti delle Chiese protestanti in Russia, che in una lettera al leader del Cremlino, hanno parlato di “violazione dei diritti umani e delle libertà’ fondamentali in tema di libertà religiosa”.
Per Human Rights Watch la legge Yarovaya è “un attacco alla libertà di espressione, libertà di coscienza e diritto alla privacy”. I rappresentanti della comunità protestante in Russia l’hanno definita “incostituzionale” e hanno messo in guardia dal rischio che le nuove misure creino “la base per la persecuzione di massa dei credenti” come in tempo sovietico.

Edward Snowden (nella foto sotto), la talpa che ha denunciato i programmi di sorveglianza di massa della National Security Agency americana e per questo riparato proprio in Russia, ha per la prima volta criticato pubblicamente il Cremlino. Su Twitter ha scritto: “Putin ha firmato una nuova legge repressiva, che viola non solo i diritti umani, ma il buon senso. È un giorno nero per la Russia”.

Ecco i passaggi salienti della nuova legge:

– Pene detentive dai 5 ai 10 anni in caso di “istigazione o coinvolgimento nell’organizzazione di disordini di massa” con responsabilità penale estesa dai 14 anni in su (i capi d’imputazione applicabili ai 14enni salgono in tutto a 32 e comprendono quasi tutti i casi di terrorismo ed estremismo).

– Previsto il carcere per “mancata denuncia” d’informazioni relative ad attività terroristica, colpi di stato o complotti omicidi ai danni di uomini di governo.

– Un nuovo capo d’imputazione per “terrorismo internazionale” (si prevede pena fino all’ergastolo) valido anche per attentati all’estero rivolti contro gli “interessi russi”.

– Esaltare o giustificare atti di terrorismo in internet e social network diventa reato, con pene fino a 7 anni di reclusione.

– Prevista la prigione per qualsiasi aiuto ai migranti clandestini.

– Nessuna compensazione in caso di danni provocati da operazioni speciali dei Servizi di Sicurezza Federali (FSB).

– L’obbligo da parte degli operatori telefonici e provider internet di conservare tutti i dati di traffico (compresi foto, video e audio) per sei mesi, obbligo che sale a tre anni per i metadati; le informazioni dovranno essere fornite all’FSB quando richieste.
– L’obbligo da parte dei servizi di messaggistica istantanea di fornire su richiesta dell’FSB le chiavi per la decrittazione dei messaggi, pena una multa da 15mila dollari.

– Giro di vite per attività missionaria, ora ristretta ad aree specifiche e con obbligo di iscrizione a organizzazioni riconosciute.

(con fonti Asianews, AGI e Ansa)

Foto: Cremlino, Vedomosti, AP, Il Velino e Kommersant

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