A SIRTE GLI UOMINI DEL CALIFFO COMBATTONO ANCORA

Ci sono circa “150-200″ jihadisti dell’Isis asserragliati in due distretti di Sirte, l’1 e il 3, dopo la conquista oggi del distretto 2 da parte delle milizie filo-governo unitario. Lo afferma il colonnello Ismail Shukri, capo dell’intelligence di Misurata, alla Cnn.

“Non possono fuggire e sono pronti a combattere fino all’ultima pallottola”, afferma il militare: “Hanno avuto l’occasione di lasciare la città, ma ora sono circondati”. Atre fonti dalla prima linea di Sirte registrate dall’inviato de La Stampa, Giordano Stabile, riferiscono di 200-800 miliziani ancora attivi in città: ciadiani, sudanesi, nigeriani, molti tunisini, qualche libico definiti gente addestrata, abituata a combattere sui fronti siriano, iracheno, afghano”.

Nel disperato tentativo di difendere il loro quartier generale a Sirte, i jihadisti hanno lanciato nella sola giornata di ieri nove attentati suicidi: lo hanno detto oggi le forze pro-governative che fanno capo all’esecutivo di Accordo nazionale (GNA) del premier Faeyz al Sarraj.

Nei combattimenti di ieri di per bonificare le ultime sacche dei jihadisti nella roccaforte del Califfato, sono rimasti uccisi nove combattenti filo-governativi e feriti altri 82. L’ha detto Reda Issa, portavoce delle forze alleate con il governo di unità nazionale.

Le forze del GNA sostenute dal cielo dai aerei Usa, sono riuscite a liberare il Disretto 2, che assieme ai Distretti 1 e 3 rappresentava una delle ultime sacche dei jihadisti in città. “Un combattente si è fatto saltare in aria con il suo veicolo vicino ad un gruppo di soldati e giornalisti, ferendo diverse persone”, ha detto un foto-reporter di France Presse.

Cinque altri jihadisti hanno attaccato utilizzando autobombe, un sesto si è fatto saltare per aria a bordo di una moto imbottita di esplosivi mentre l’ultimo kamikaze ha attaccato a piede, ha detto il portavoce mostrando fotografie dei cadaveri degli attentatori.

Questa mattina è stata resa nota la notizia che l’emiro della “provincia” di Tripoli della filiale libica dello Stato Islamico (Isis) sarebbe stato ucciso in un raid compiuto da un aereo senza pilota statunitense.

Lo riferiscono media libici. “Un drone americano ha ucciso alle prime ore di oggi l’emiro di Tripoli dell’organizzazione di Daesh il libico Ahmad al Hamali”, scrive in una notizia dell’ultima ora il sito news libico “al Wasat” citando una fonte di sicurezza. Intanto l’ufficio stampa di “al Bayan al Marsus”  (dall’arabo “Struttura Solida”, nome dato all’operazione per la liberazione di Sirte),  del Governo d’Accordo Nazionale (GNA) ha annunciato ieri sera “la cattura di quattro combattenti dell’Isis a Sirte”.

Lo stesso ufficio stampa, in un comunicato pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale, ha detto che “nelle strade del Distretto 2 liberato sono stati recuperati i cadaveri di 32 jihadisti uccisi in combattimento”.

Salgono intanto a 57 i raid su postazioni dello Stato Islamico a Sirte effettuate dai velivoli statunitensi a partire dal 1° agosto, in Libia.

Lo ha reso noto un comunicato del Pentagono che riferisce come tra gli obiettivi colpiti ieri vi siano 19 postazioni di combattimento dell’IS e quattro autobomba.

Foto Askanewes e US DoD

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